martedì 19 settembre 2017

Twin Peaks - L'anteprima italiana del primo episodio al MystFest di Cattolica nel 1990



In Italia, prima dell'esordio ufficiale di Twin Peaks avvenuto su Canale 5 il 9 gennaio 1991, la prima puntata della serie tv ideata da David Lynch e Mark Frost venne proiettata in anteprima il 29 giugno 1990 al MystFest - Festival Internazionale del Giallo e del Mistero di Cattolica (Rimini), una manifestazione dedicata al genere giallo/thriller nel cinema e nella letteratura, che in quell'anno si tenne nel periodo in cui nel nostro paese era in corso di svolgimento il Campionato mondiale di calcio.


Locandina alternativa del MystFest 1990
(fonte)

In precedenza, una proiezione speciale della prima puntata di Twin Peaks si era tenuta anche negli USA, nel settembre 1989 al Telluride Film Festival in Colorado (USA), che precedette di alcuni mesi l'esordio ufficiale della serie tv sull'ABC, avvenuto l'8 aprile 1990. Secondo questa testimonianza, al festival di Telluride l'episodio pilota di Twin Peaks fu proiettato nell'edizione corrispondente alla prima puntata della serie tv, che termina con il misterioso ritrovamento della catenina di Laura Palmer con la metà di un cuore, senza quel "finale alternativo" che in Italia fu inserito nell'edizione in vhs dell'episodio-pilota curata dalla Warner Bros. nel 1991 (cfr. questo articolo del blog).


Il ritrovamento della collanina di Laura Palmer
Dal finale della prima puntata di Twin Peaks

In Italia, al MystFest, il primo episodio di Twin Peaks è proiettato in anteprima la sera del giorno iniziale della manifestazione, il 29 giugno 1990 a mezzanotte, all'interno della sezione "Paura a mezzanotte". La giornata del 29 giugno rientrava in un periodo di pausa all'interno dei Mondiali di Calcio, dato che il 26 giugno erano terminati gli ottavi di finale, e dal giorno successivo (30 giugno) sarebbero iniziati i quarti di finale, con le partite Argentina-Jugoslavia e Irlanda-Italia (0-1, rete di Salvatore "Totò" Schillaci).

"Ciao", la mascotte ufficiale dei Mondiali di Calcio 1990
(fonte)

In quelle giornate estive del 1990, nonostante i Mondiali, al MystFest viene comunque data una buona copertura mediatica, composta anche da uno speciale di Rete 4 programmato per il 5 luglio e da un evento in diretta da Cattolica trasmesso su Raidue la serata del 6 luglio, condotto da Corrado Augias (all'epoca noto per il programma Telefono Giallo di Raitre) e dal critico cinematografico Claudio G. Fava.


Speciale di Rete 4 dedicato al MystFest, programmato per giovedì 5 luglio 1990
Dal Radiocorriere TV n. 26 del 1990

L'evento di Raidue dedicato al MystFest, la serata di venerdì 6 luglio 1990
Dal Radiocorriere TV n. 26, 1990

A contribuire all'interesse per la proiezione di Twin Peaks al MystFest, ci fu la vittoria di David Lynch, nel maggio 1990, della Palma d'oro al festival di Cannes, con il film Cuore Selvaggio ("Wild at Heart"), che in Italia venne però distribuito nelle sale cinematografiche solo alcuni mesi dopo, a fine ottobre.


Locandina originale del film Cuore Selvaggio
(fonte)

Durante la primavera del 1990, inoltre, sui quotidiani italiani si iniziò già a parlare del successo di Twin Peaks negli USA, contribuendo a far crescere l'attenzione per questa serie tv e per il regista David Lynch, come testimoniato da questo articolo del Corriere della Sera, scritto da Alessandra Farkas, pubblicato il 10 aprile 1990:



Tornando al MystFest, sul quotidiano L'Unità venne pubblicato il seguente resoconto della proiezione di Twin Peaks, dal quale si può dedurre che il primo episodio della serie sia stato proiettato in lingua originale con la traduzione simultanea in cuffia per gli spettatori:

Sarà la passione cinefila che lo circonda, sarà la grancassa dei mass-media fatto sta che venerdì sera dopo mezzanotte il cinema Ariston era in fibrillazione per David Lynch. O meglio per il suo atteso episodio pilota della serie tv Twin Peaks un fenomeno di costume e di audience negli USA (quando è andato in onda l'8 aprile scorso ha regalato all'ABC uno share del 33%) che potrebbe ripetersi anche in Italia se la Fininvest giocherà bene le proprie carte. Gente seduta per terra, cuffie per la traduzione esaurite, un clima da sauna (ma perché non far funzionare meglio l'aria condizionata?), una tensione palpabile per il primo Evento del festival. E bisogna riconoscere al diabolico Lynch, fresco di Palma d'oro a Cannes con Wild at Heart, di saperci fare.
Più che un episodio pilota, Twin Peaks sembra un esercizio di stile attorno ai temi dell'angoscia e della paura, insomma un film truccato da telefilm ma girato senza rinunciare a nessuna delle predilette ossessioni. Se avete letto le corrispondenze dagli USA pubblicate dall'Unità saprete che Twin Peaks è il nome di una cittadina montana americana ai confini con il Canada. È il Grande Nord degli States, abeti maestosi, picchi innevati, una comunità laboriosa e unita, dove tutti si conoscono e si rispettano. Ma Peyton Place insegna che i peccatori si annidano dovunque, anche nelle pieghe di questo pezzetto di Sogno Americano.
Locandina italiana del film Peyton Place (1957)
Ebbe un sequel e, anni dopo, ne venne prodotta anche una serie tv (1964-1969) in forma di soap-opera
Nel film del 1957 è presente l'attore Russ Tamblyn, interprete del dottor Jacoby in Twin Peaks
Trattandosi di David Lynch, la sorpresa arriva quasi subito: andando a pesca, un vecchio del posto trova in riva al lago, impacchettato in un telo di cellophane, il cadavere nudo di una ragazza, ex reginetta del liceo. Un delitto inspiegabile, che scuote la cittadina immersa in un perbenismo a prova di orrore. Lo sceriffo arresta il boy-friend della fanciulla morta, ma le cose si rivelano più complicate e terribili. Anche perché il giorno dopo un'altra ragazza del liceo, creduta scomparsa, riappare lacera e sanguinante sui binari della ferrovia violentata almeno sette volte, torturata, in stato di shock.
Il "marcio" della provincia americana non è una novità al cinema, ma Lynch rinverdisce il tema con una sensibilità e una tecnica espressiva terribilmente originali. Accade cioè che la materia tipica di queste storie (orge, pulsioni sadomaso, tradimenti e ipocrisia) diventi in mano al regista di Elephant Man un gioco macabro che turba e appassiona. Il bisturi di Lynch incide e viviseziona la carne e l'anima dei personaggi, moltiplicando gli indizi, le tracce, le allusioni, al punto da perdersi egli stesso nel lindo putridume che descrive. Due ore di buffe bizzarrie (quell'investigatore dell'FBI innamorato degli abeti che registra ogni suo movimento) e di minacciose tensioni al termine delle quali non una sola pista viene svelata. Episodio pilota, quindi una specie di assaggio senza obblighi di coerenza narrativa, che però ha lasciato interdetto il folto pubblico (tutti a chiedersi, alle due di notte, chi era il colpevole e perché).
(cfr. l'articolo Chi ha ucciso la reginetta di Twin Peaks?, di Michele Anselmi, L'Unità, 01/07/1990)
L'anteprima al MystFest venne citata in questo ritaglio della rivista TV Sorrisi e Canzoni
Venne pubblicato nel gennaio 1991, per presentare la messa in onda del primo episodio della serie su Canale 5
(fonte e informazioni)

Dalle conclusioni dell'articolo sembrerebbe che anche in questo caso sia stata proiettata la versione dell'episodio pilota corrispondente alla prima puntata della serie tv, senza il "finale alternativo" presente nella vhs della Warner Bros.


Vhs italiana Warner Bros. dell'episodio pilota col "finale alternativo"

Un ulteriore resoconto di quella serata del MystFest, è offerto dal quotidiano La Stampa, dal quale si riporta il seguente estratto:
La regia di un'opera musicata dal nostro Angelo Badalamenti, un disco, una mostra di pittura: David Lynch, il cineasta "maudit" di Hollywood, fra Velluto Blu e Wild at Heart non è stato con le mani in mano. E qualche settimana prima di venir consacrato, fra non poche polemiche, vincitore a Cannes della Palma d'oro dalla giuria presieduta da Bernardo Bertolucci, ha conquistato il pubblico televisivo americano e persino il consenso della critica sofisticata con l'episodio pilota della serie Twin Peaks.
Se è vero che tradizionalmente le atmosfere estive sono le più congeniali al genere giallo, il clima del Mystfest di Cattolica - il festival delle spie e dei detectives - nella folle notte romagnola in cui il film di Lynch è stato presentato poteva apparire ideale. Ma l'accoglienza dei cinefili che si prevedeva entusiasta è stata tiepida. (...)
"Siamo partiti dall'idea di creare un paese completo" ha detto il regista. E in effetti Twin Peaks alza i veli sulla vita segreta di una cittadina dove tutti sembrano una cosa e sono un'altra: a partire dalla vittima, che probabilmente conduceva una doppia esistenza. Le ricerche di Cooper, innamorato della natura e delle piante, ma metodico fino alla caricatura, fanno affiorare relazioni proibite, rancori, rivalità, amori loschi, interessi economici.
Come Dynasty, che scopriva un groviglio di vipere sotto la vernice della ricchezza e del potere, Twin Peaks tira fuori i fantasmi del peccato sepolti nella perbenista provincia americana. Abile e cinico - così lo definisce Serge Toubiana sui Cahiers du Cinéma - Lynch si adegua nel linguaggio alle regole della tv. In luogo di offrire scene impresentabili di violenza sadica, stimola l'immaginazione voyeuristica e stuzzica il cuore selvaggio dell'audience puritana. Il tutto ribaltato nel registro della parodia, chiave che il musicista Badalamenti sottolinea facendo il verso alle colonne sonore in voga negli Anni Cinquanta.
In sintonia con la natura eclettica e multiforme del regista, Twin Peaks non è un vero thrilling perché tutto mira a creare una perenne ambiguità, piuttosto che a svelare il mistero. Per i fan del cineasta, pronti a godere nell'opera gli scarsi indizi d'autore, non sarà un gran male; ma i patiti del giallo rischiano di restare delusi.
(cfr. l'articolo Il film di Lynch al Mystfest, di Alessandra Levantesi, La Stampa, 01/07/1990)
Dale Cooper (Kyle MacLachlan) e lo sceriffo Harry Truman (Michael Ontkean)
Foto di scena di Twin Peaks
(fonte)

Sul tema dell'adeguamento del linguaggio dei personaggi di David Lynch agli standard televisivi, si riporta questa sua dichiarazione relativa a un problema avuto durante le riprese dell'episodio pilota di Twin Peaks, legato a un dialogo tra Bobby Briggs e Mike "Snake" Nelson (il soprannome deriva probabilmente dal protagonista del film 1997: Fuga da New York [1981] di John Carpenter, il cui nome "Snake Plissken" venne cambiato in "Jena" Plissken nell'edizione italiana):

Ricordo quando stavamo girando lo show-pilota della serie e qualcuno venne da me e mi disse che no, che la battuta che volevamo inserire non mi sarebbe stata permessa. Lì per lì imprecai, anche perché non c'era tempo di pensare a un'altra frase. Ma alla fine quella nuova filava molto meglio dell'originale.
(cfr. l'articolo-intervista Twin Peaks, di Lorenzo Soria, La Stampa, 08/01/1991)
Quando Bobby e Mike, ubriachi, vanno in macchina a trovare Doc Hayward, il padre di Donna. Mike getta fuori dal finestrino una lattina di birra, che finisce per terra, dopodiché scende dall'auto e Bobby gli dice: "Non prenderti nessun *** da quella ***". Il censore ci ordinò di cambiare la battuta, ma io non me n'ero affatto preoccupato; così qualcuno dovette ricordarmelo proprio mentre stavamo girando quella scena, ed ecco da dove venne fuori quel "Non prenderti nessun 'oink oink' da quella bella maialina". Era una sciocchezza, ma in un certo senso costituiva un miglioramento. Non si trattava della solita situazione standard.
(Chris Rodley, Lynch secondo Lynch, Baldini & Castoldi, 1998, pag. 248-249)
[La frase di Bobby riferita a Donna che venne censurata, come indicato su questa fonte, è: "Don't take any more crap from that pretty bitch", mentre la sua versione sostitutiva inserita nell'episodio è: "Don't take any oink oink off that pretty pig"; nella versione italiana, Bobby dice: "Ehi Snake, cerca di non farti incantare da quella sgualdrinella"]
Il momento in cui Bobby Briggs (Dana Ashbrook) dice la frase che venne cambiata
Dall'episodio pilota di Twin Peaks

Si conclude questo resoconto sottolineando il fatto che Cattolica è un comune che appartiene alla provincia di Rimini, la città natale di Federico Fellini, regista a cui David Lynch è fortemente legato (cfr. questo articolo del blog); si tratta, insomma, di un ulteriore dettaglio che impreziosisce la circostanza per la quale, proprio in provincia di Rimini - città in cui, tra l'altro, è ambientato La prima notte di quiete (1972) di Valerio Zurlini, un film con alcuni punti in comune con la serie tv lynchana -, sia avvenuto l'esordio italiano di Twin Peaks.



N. B. Altri articoli su Twin Peaks, sono disponibili nel blog a partire da questo link. Per il film prequel Fuoco cammina con me (1992) si rimanda invece a quest'altro link.


1 commento:

  1. Bellissimo report indietro nel tempo.

    Non sapevo niente della battuta censurata (paradossalmente in italiano viene restituito quasi il volere iniziale dello sceneggiatore XD)

    Moz-

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