giovedì 21 dicembre 2017

Twin Peaks - Rod Serling, gli anni '50, Marlon Brando, il film "L'alieno" e il doppelgänger



Prosecuzione dell'approfondimento sul confronto tra la saga di Twin Peaks creata da David Lynch/Mark Frost e il telefilm Ai confini della realtà ("The Twilight Zone", 1959-1964) ideato da Rod Serling.


David Lynch
Foto tratta dalla rivista Rod Serling's The Twilight Zone

Come già accennato nella prima parte di questo approfondimento, negli anni '80 avviene il revival della serie tv ideata da Rod Serling, che comporta anche la pubblicazione dal 1981 al 1989 di una rivista dedicata al fantastico, chiamata Rod Serling's The Twilight Zone, dove nel n. 4 dell'ottobre 1988, viene pubblicata un'interessante intervista di James Verniere a David Lynch, reperibile nel web grazie alla pagina facebook chiamata DuneInfo - Dune Behind The Scenes.


Da Twilight Zone: introduzione all'intervista a David Lynch

Nella presentazione di David Lynch, all'inizio dell'articolo, vengono citati alcuni dei progetti futuri del regista che poi purtroppo non sono mai stati realizzati, come:

- "Ronnie Rocket", un film sull'elettricità mai realizzato, con protagonista Michael J. Anderson (il nano della stanza rossa in Twin Peaks), menzionato da Lynch anche durante questa sua partecipazione al programma David Letterman Show ("Late Show with David Letterman") nel 1991, dove disse che si trattava di un'opera su "l'assurdo mistero delle strane forze dell'esistenza" (probabilmente alcune idee previste per questo film sono poi confluite nel film prequel e nella terza serie di Twin Peaks);


- "One Salive Bubble", un film comico con Steve Martin, mai portato a termine;

- "Down at the Lake" (traducibile come "Giù al lago"), un nuovo thriller sulla falsariga di Velluto Blu (1986), da cui probabilmente è poi derivato Twin Peaks; in altri articoli, interviste e siti web, è indicato col titolo alternativo di "Up at the Lake".

Fotobusta promozionale di Velluto Blu
(fonte)

Sempre nella presentazione di Verniere, viene spiegato come Lynch sia rimasto fermo come regista cinematografico per quasi tre anni anni a causa del suo coinvolgimento nel fallimento (culminato nel 1988) della società di produzione di Dino De Laurentiis (con la quale aveva realizzato Velluto Blu), la De Laurentiis Entertainment Group (DEG), una circostanza che creò problemi anche al regista William Friedkin per il suo film Assassino senza colpa? ("Rampage"), girato nel 1986, distribuito in modo limitato in alcuni paesi europei nel 1987, e poi regolarmente distribuito - con un montaggio e un finale diverso, per volontà di Friedkin - negli USA dalla Miramax nel 1992.


Da Twilight Zone: l'intervista a David Lynch

Maggiori dettagli di ciò che accadde in quel periodo, vengono forniti da Lynch nel corso di un'intervista rilasciata a David Breskin, reperibile all'interno del libro David Lynch - Perdersi è meraviglioso (a cura di Richard A. Barney, edito da Minimum Fax nel 2012), dalla quale si fornisce il seguente estratto:

All'epoca stavo quasi per girare One Saliva Bubble. Avevamo tutti gli scout, avevamo messo insieme il cast, eravamo pronti a partire. Dino continuava a rimandare, rimandare. Alla fine divenne chiaro che non avrebbe mai visto la luce: non c'erano soldi. Poco dopo la sua società ha dichiarato fallimento. Avevamo visto i segni premonitori. (...) 
Se allora avessi voluto girare Ronnie Rocket non avrei potuto, perché ho scoperto che i diritti erano di Dino. E anche quelli di Up at the Lake [cioè il sopra citato Down at the Lake] e One Saliva Bubble. Non solo erano di sua proprietà, ma ci aveva anche guadagnato. E quindi quando finalmente li ho riavuti, ho scoperto che se qualcuno realizza uno di questi progetti deve pagare, coi primi incassi, una somma alla DDL che Dino ha già riscosso. (...) Dino fa il suo mestiere. Niente da ridire. È solo uno o due passi avanti a tutti, in un certo senso, e ora che tu impari le regole del gioco, lui ti ha già fatto fuori. 
(cfr. pag. 145; l'intervista fatta da Breskin venne originariamente pubblicata nel 1997)
Dino De Laurentiis, sua figlia Raffaella, David Lynch e Freddie Francis
Francis fu il direttore della fotografia di Dune, The Elephant Man e Una storia vera
(fonte)
Molte delle mie storie originali all'epoca erano di proprietà di Dino. E quando hai pensato a qualcosa, e ha preso una forma soddisfacente, e arriva qualcuno - Dino o chi per lui - e se la prende, impedendoti di farla, la tua mente si rifiuta di... tu vuoi quelle idee, e per poter procedere col lavoro devi prima realizzare quelle esistenti. Non riuscivo a finire Eraserhead, ma non potevo iniziare nient'altro finché non l'avessi terminato. Per cui ero in una situazione davvero esasperante. Questa volta, dopo Velluto Blu, le mie idee originali erano sequestrate, e quando ho letto il libro di Barry Gifford [Cuore Selvaggio] è stata una manna dal cielo. C'erano tante cose nell'aria che puntavano in quella direzione. A volte fai delle proposte e incontri solo dei rifiuti, e puoi combattere per un po', ma ben presto diventa una battaglia inutile. Questo film è stato approvato subito. 
(cfr. pag. 151 del sopracitato libro a cura di Barney)
Prima edizione italiana del libro di Gifford
Risale al 1990, pubblicata dell'editore Frassinelli
(fonte)

Tornando invece all'intervista pubblicata sulla rivista 
Rod Serling's The Twilight Zone, essa prosegue con Lynch che parla della sua infanzia, di un bizzarro aneddoto riguardante uno scarafaggio, della sua scoperta in età adulta delle opere dello scrittore Franz Kafka (iniziò leggendo La metamorfosi, poi Un medico di campagna, e di seguito tutte le altre), della sua predilezione per i film  (cfr. questo articolo del blog) e Viale del tramonto (dal quale proviene il nome "Gordon Cole", come suggerito dall'ep. 15 della terza serie di Twin Peaks), e per i registi Stanley Kubrick, Jacques Tati, Alfred Hitchcock e David Cronenberg, del quale Lynch afferma di aver gradito La mosca. Viene inoltre citato il progetto (confermato da Lynch, ma finora mai concretizzatosi), in collaborazione con Raffaella De Laurentiis, di una versione di 4 ore e 30 minuti del suo film Dune (1984), da distribuire nel settore dell'home video.

Da Twilight Zone: intervista a David Lynch

Da Twilight Zone: ultima parte dell'intervista

Dall'intervista emerge anche la forte influenza esercitata dal film Il Mago di Oz (1939) su David Lynch, come dimostrato dalla presenza di un personaggio chiamato Dorothy in Velluto blu e dal fatto che, a contribuire alla scelta di Dennis Hopper per quel film, sia stato il suo essere nato nel Kansas, lo stesso Stato degli USA in cui vive la protagonista del Mago di Oz, interpretata da Judy Garland, nome dal quale probabilmente derivano in Twin Peaks quelli del maggiore "Garland Briggs" e della misteriosa "Judy", citata in Fuoco cammina con me dall'agente Phillip Jeffries (David Bowie) e ripresa nella terza serie di Twin Peaks. L'uso del nome di un attore per la creazione dei propri personaggi viene indirettamente confermato da Lynch nel corso dell'intervista di Vermiere, spiegando che è probabile che il cognome della famiglia del protagonista di Velluto Blu, Beaumont, provenga inconsciamente da quello dell'attore Hugh Beaumont, interprete del padre del protagonista nella serie tv statunitense Il carissimo Billy (Leave It to Beaver, 1957-1963, molto popolare negli USA), incentrata sulla vita quotidiana di un ragazzino negli anni '50, che è stata oggetto di un remake cinematografico nel 1997, intitolato Ci pensa Beaver (in originale, invece, si ripropone il titolo "Leave It to Beaver").


Titolo originale della serie tv Il carissimo Billy
(fonte)

A questo tipo di tecnica derivativa appartiene in modo più esplicito anche il personaggio di Wally Brando, il figlio di Lucy e Andy, che appare nella quarta puntata della terza serie di Twin Peaks, il cui cognome e il cui aspetto rimandano al personaggio interpretato da Marlon Brando in Il selvaggio (1953), film a cui si allude anche nell'episodio pilota della serie grazie al motociclista James Hurley, la cui pronuncia del cognome è interpretabile come un riferimento all'azienda produttrice di motociclette Harley Davidson, a cui appartiene la moto da lui utilizzata. Marlon Brando, inoltre, diresse un unico film intitolato One-Eyed Jacks (1961, in Italia noto come "I due volti della vendetta") lo stesso nome del torbido locale presente in Twin Peaks. In quel film, inoltre, è presente l'attore Hank Worden (1901-1992) nel ruolo di Doc, che partecipò anche alla seconda stagione di Twin Peaks, interpretando l'anziano cameriere "amico" di Dale Cooper (Kyle MacLachlan).


Locandina originale del film I due volti della vendetta
(fonte)
Hank Worden e David Lynch, durante le riprese di Twin Peaks
(fonte)
Sempre Brando fu il protagonista, insieme ad Anna Magnani, di Pelle di serpente (The Fugitive Kind, 1959)citato nel film lynchano Cuore Selvaggio (1990) dal personaggio interpretato da Nicholas Cage e dalla giacca che indossa. Per concludere, nel film La caccia (The Chase, 1966) di Arthur Penn, Brando interpreta lo sceriffo di un paese in cui gli abitanti solo all'apparenza sono brave e quiete persone, poiché conducono doppie vite, relazioni extraconiugali, coltivano rivalità accanite, nutrono profonde e insuperabili gelosie, a cui si aggiungono il disprezzo delle autorità e molti altri difetti che culminano nel confronto drammatico tra quasi tutti loro e Brando.

Anna Magnani e Marlon Brando, sul set di Pelle di serpente
(fonte)

Proprio al decennio degli anni '50 che vide l'ascesa e l'affermazione come attore di Marlon Brando, David Lynch nutre un particolare affetto, citandolo spesso nel corso della propria carriera cinematografica e artistica. Quella decade, inoltre, rappresentò un periodo molto proficuo per la fantascienza, con la pubblicazione di opere come il romanzo Strisciava sulla sabbia 
(Needle, 1950, dopo una prima pubblicazione sulla rivista Astounding Science Fiction avvenuta nel 1949) di Hal Clement (pseudonimo di Harry Clement Stubbs), e con l'esordio televisivo nel 1959, della prima stagione della serie tv Ai confini della realtà.

Michael Nouri e Kyle MacLachlan nel film L'alieno
(fonte)

Strisciava sulla sabbia
riveste una particolare importanza per la saga di Twin Peaks, poiché ad esso è liberamente ispirato il film L'alieno (The Hidden, 1987) di Jack Sholder, a cui prende parte l'attore Kyle MacLachlan nel ruolo di uno strano e misterioso agente dell'FBI che si affianca a un poliziotto per svolgere delle indagini su alcuni apparentemente inspiegabili ed efferati crimini. Alla pellicola di Sholder il quotidiano La Stampa dedicò la seguente recensione:

Non di soli effetti speciali vive il cinema di fantascienza. Questo di Jack Sholder (...), è abilmente giocato sull'intrigo poliziesco che a poco a poco si trasforma in un racconto non più spiegabile con la sola ragione. Siamo in piena lotta fra il Bene e il Male, e la battaglia è combattuta in terreno paranormale. 
L'unica concessione della sceneggiatura all'iconografia cinematografica del mostruoso è la realizzazione di un serpentello nero e brutto assai, irto di tentacoli cattivi, che usa i corpi umani come meri involucri, incolpevoli e temibili veicoli della diffusione del male nella sua forma più essenziale e pura, quella senza scopo. 
Michael Nouri, l'ex principe azzurro di Flashdance [1983], è questa volta investigatore a Los Angeles. La città già martoriata dal crimine è qui di fronte ad una serie di omicidi che non hanno movente, compiuti da persone fino a quel momento insospettabili: un agente di cambio, un pensionato, una prostituta che ha sempre onestamente lavorato nel suo locale notturno. 
Il poliziotto viene affiancato dall'investigatore dell'Fbi Kyle MacLachlan (Velluto blu). Basta poco per accorgersi che il ragazzo è strano, un po' mente, un po' non spiega, un po' usa strani oggetti. L'altro detective vorrebbe diffidare di lui, ma è attratto dalla sua personalità e gli vuole bene: affetto che sarà ampiamente ricambiato, addirittura con la poetica materializzazione dello spirito del bene... 
(cfr. l'articolo Lo spirito del male corre in Ferrari, di Al. Col., La Stampa, 24/09/1988)

Recensione del film L'alieno
Corriere della Sera, 03/09/1988

Oltre alle analogie esistenti tra L'alieno e Twin Peaks, esistono dei punti di contatto anche tra la serie tv lynchana e il libro Strisciava sulla sabbia, poiché in esso il protagonista è un ragazzino chiamato "Bob" (diminutivo di Robert Kinnaird) che, dopo essere divenuto "l'ospite" terrestre di una creatura aliena chiamata "Il Cacciatore", cerca di individuare tra una serie di sospettati, l'essere umano che cela al suo interno l'alieno malvagio "Il Fuggitivo", che sorprendentemente si rivelerà essere una persona appartenente alla sua stessa famiglia: il padre.

Copertina della prima edizione americana di Strisciava sulla sabbia
(fonte)

Anche la sopracitata prima stagione di Ai confini della realtà, che conclude idealmente gli anni '50 segnando una nuova fase dell'intrattenimento televisivo, presenta una puntata al suo interno particolarmente importante per Twin Peaks. Si tratta dell'ep. 21, 
Immagine allo specchio ("Mirror Image", trasmesso negli USA nel febbraio 1960), che narra una vicenda con dei punti in comune con quanto accade nell'ultimo episodio della seconda serie di Twin Peaks, dove avviene il confronto tra Dale Cooper e il suo doppio (indicato col termine "doppelgänger" nell'edizione originale), all'interno della soprannaturale Stanza Rossa, descritta, nel corso della puntata, come una "sala d'attesa" dal misterioso nano (in originale indicato col termine "man from another place", "l'uomo da un altro posto") che vi risiede.

Dall'ultimo episodio della seconda serie di Twin Peaks
Edizione italiana trasmessa da Canal Jimmy nel 2003

Come nell'episodio di Twin Peaks, la storia di Immagine allo specchio si svolge all'interno di una sala d'attesa, in questo caso di un'autostazione, dove la protagonista della puntata, Millicent Barnes (Vera Miles, celebre per la sua partecipazione al film Psycho [1960] di Alfred Hitchcock, regista amato da Lynch), si è recata in una piovosa sera di novembre, per poter salire su una corriera diretta a Buffalo. Come spiegato dalla voce narrante di Serling all'inizio della puntata, la venticinquenne è "una ragazza molto assennata, raramente si lascia cogliere dal panico, da timori ingiustificati, o da momentanei voli pindarici della fantasia. Come tutte le ragazze che vogliono far carriera ha la reputazione di avere la testa sulle spalle. Questa premessa è d'obbligo visto che tra qualche istante la sua assennatezza verrà messa a dura prova. Una serie di circostanze confonderanno la sua percezione della realtà. E come in un incubo il suo equilibrio mentale vacillerà. Tra un minuto, Millicent Barnes avrà l'atroce dubbio di essere diventata pazza".


Millicent Barnes (Vera Miles) nell'ep. 1.20 di Ai confini della realtà
La scritta "dies" ("muore"), contrazione di "ladies", allude alla futura "sconfitta" della donna

Nel corso della puntata Millicent inizia a chiedersi perché la sua valigia cambia improvvisamente e inspiegabilmente posto, perché l'anziano addetto alle informazioni le dice cose che non capisce o che non ricorda di aver fatto, e soprattutto perché le appare riflessa nello specchio del bagno dell'autostazione, una misteriosa donna col suo stesso aspetto e i suoi stessi vestiti. Col moltiplicarsi degli eventi irrazionali che avvengono in piena luce all'interno e all'esterno della sala d'attesa, Millicent inizia a sentirsi male, suscitando l'apprensione di un uomo anch'esso in attesa di partire. A questo punto la donna racconta all'uomo questa sua teoria su quanto sta accadendo:

È molto strano, ma mi sono ricordata di... (...) di una cosa che ho... letto, oppure che ho sentito dire molto tempo fa. Sull'esistenza di due pianeti diversi. Sul fatto di due mondi paralleli, che esistono fianco a fianco. E per ognuno di noi c'è una copia sull'altro pianeta e... e qualche volta può capitare, per qualche ragione inspiegabile, che la nostra copia, quando i due mondi convergono, venga sul nostro pianeta e per poter sopravvivere debba prendere il nostro posto. (...) Sostituirci, toglierci gradualmente dalla circolazione. (...) Ricordo di averlo letto in un libro. A ognuno di noi corrisponde un gemello di un altro mondo, uguale in tutto e per tutto. Sì, forse la donna che ho visto! (...) Non so perché, ma sono certa che è andata così! Quella strana donna, era la mia copia ["controparte" nell'edizione originale]!
Millicent vede nello specchio la sua "copia", seduta nella sala d'attesa

Millicent racconta la sua teoria sui due mondi che convergono nella sala d'attesa

Malgrado Millicent sembri aver intuito quello che sta accadendo, essa è purtroppo destinata a essere sostituita dalla propria copia, che sale sulla corriera per Buffalo, mentre lei invece viene portata via dalla polizia. Analogamente, anche l'uomo con cui aveva fatto conoscenza si ritrova a dover fronteggiare e rincorrere il proprio doppio, seguendo una dinamica simile a quella che accade a Cooper nella Stanza Rossa. Come Millicent, inoltre, anche Cooper è una persona molto razionale, che finisce per essere turbata e sconfitta dall'incontro con l'irrazionale, cioè con l'antitesi della propria essenza.


Il conoscente di Millicent insegue correndo il suo doppio
Dal finale di Immagine allo specchio

Un ulteriore punto di contatto tra Immagine allo specchio e Twin Peaks è il ruolo svolto dalla sala d'attesa, che diviene una sorta di zona d'incontro tra pianeti/dimensioni/universi paralleli diversi, consentendo così ai personaggi di compiere viaggi spazio-temporali. Nel corso di Fuoco cammina con me e della terza stagione di Twin Peaks viene infatti lasciato intendere come il tempo scorra in modo irrazionale all'interno della Stanza Rossa, permettendo di mettere in contatto il futuro con il passato (vedasi l'incontro tra Cooper e Laura Palmer nel film prequel), e di poter raggiungere altri mondi/dimensioni/universi, come quello in cui si svolge l'ep. 18, a cui Cooper accede probabilmente per via della volontà del "Braccio" (il nano, poi divenuto un albero), le cui parole "è la storia della ragazzina che abitava in fondo al viale" ("the story of the little girl who lived down the lane") alludono, oltre al film Quella strana ragazza che abita in fondo al viale (The Little Girl Who Lives Down the Lane, 1976), a quanto detto da Audrey Horne (Sherilyn Fenn) nell'ep. 13 - "Ho la sensazione di trovarmi in un altro posto (...) È come se fossi in un altro posto e se fossi un'altra persona. (...) Non sono sicura di chi sono, ma non sono me stessa. (...) È la storia della ragazzina che abitava in fondo al viale?" -, generando così l'impressione che Cooper sia stato inviato nello stesso "mondo alternativo" in cui si trovano "prigioniere" anche Audrey e Laura, o suggerendo l'idea che entrambe le donne abbiano avuto un destino simile. 
Riguardo alla crisi di identità vissuta da Audrey e alla sua ricerca di "Billy", va inoltre aggiunto che l'attrice Sherilyn Fenn è molto legata al personaggio di "Billie", la protagonista della serie tv Rude Awakening (1998-2001). La ricerca di "Billy/Billie" può essere interpretata come una ricerca di se stessa.

Audrey Horne, nell'ep. 13 della terza serie

Locandina originale di Quella strana ragazza che abita in fondo al viale
(fonte)

Un ulteriore aspetto importante di Immagine allo specchio è infine l'attrice Vera Miles, che nel 1959 recitò nel ruolo della moglie di James Stewart nel film Sono un agente FBI (The FBI Story), una pellicola molto amata da Dale Cooper come raccontato nel libro L'autobiografia dell'agente speciale Dale Cooper: La mia vita, i miei nastri (1991), e come ribadito in modo più "criptico" nel corso della terza stagione di Twin Peaks, poiché la statua che cattura l'attenzione di Cooper/Dougie Jones a Las Vegas nell'ep. 5 rimanda al personaggio interpretato da James Stewart in Sono un agente FBI, che ripropone così anche l'associazione tra Stewart e Lynch, definito negli anni '80 il "Jimmy Stewart venuto da Marte"...


Locandina originale del film Sono un agente FBI

Cooper/Dougie Jones e la statua che allude al film Sono un agente FBI
Dall'ep. 5 della terza stagione di Twin Peaks

CONTINUA

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