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venerdì 13 marzo 2015

Star Trek - Il suo autore, il suo pubblico e due suoi illustri fan: George Lucas e Martin Luther King



In seguito alla scomparsa dell'attore e regista Leonard Nimoy, interprete del signor Spock nella saga di Star Trek, si dedica un approfondimento a questa celebre saga ideata da Gene Roddenberry (1921-1991), attingendo al documentario Fan Trek (2011, titolo originale: "Trek Nation"), diretto da Scott Colthorp e prodotto dal figlio (Rod) dell'autore della saga, nel quale vengono riportati i commenti di importanti estimatori della serie, come Stan Lee, George Lucas e Martin Luther King.


Il documentario racconta il percorso compiuto da Rod Roddenberry (nato nel 1974) per riscoprire la figura del proprio padre Gene, in seguito alla sua scomparsa avvenuta nel 1991. Fino a quel momento, il giovane Roddenberry non aveva mai prestato una particolare attenzione alla saga di Star Trek, alle sue qualità innovative e al suo impatto sul pubblico mondiale. L'interesse del figlio di Roddenberry per la riscoperta di suo padre e della saga da lui ideata, emerge anche dal trailer del documentario (disponibile qui) e dalla copertina dell'edizione in dvd.

Dvd di "Fan Trek"

Per raccontare agli spettatori di Fan Trek come avvenne l'ideazione della saga nel 1964, Rod ricorre a un disco in vinile del 1976 - si tratta di Inside Star Trek, album in cui è presente anche un'intervista allo scrittore Isaac Asimov realizzata da Gene Roddenberry -, su cui è incisa la voce di suo padre che rievoca la realizzazione dei due episodi pilota necessari per ottenere il via libera alla produzione del telefilm da parte della rete televisiva NBC, iniziando col descriverne il primo, intitolato The Cage ("La trappola", titolo italiano "Lo zoo di Talos"):
Inizia sul ponte di una classica astronave, l'Enterprise, al comando c'è il capitano Christopher Pike, impersonato dal defunto Jeff Hunter. Ho scelto una donna come primo ufficiale della nave [il personaggio si chiama "Numero Uno" ed è interpretato da Majel Barrett] e ho inserito un altro personaggio che non era neanche umano, un alieno che sembrava Satana in persona, con tanto di orecchie a punta [Spock/Leonard Nimoy]. (...) [L'episodio] fu rifiutato dall'emittente con la scusa che era troppo "intellettuale" per voi "rozzi" telespettatori.
Il capitano Pike e Spock nell'episodio pilota

Il racconto della creazione del secondo episodio pilota, prosegue grazie a una videointervista a Roddenberry, realizzata nel 1976:

I dirigenti dell'emittente mi dissero: "Se riesci a creare l'equivalente di un western possiamo darti un'altra possibilità". Poi scritturammo [nel 1965] Bill Shatner [William Shatner, interprete del capitano James T. Kirk], grazie a Dio, perché fece un lavoro straordinario. (...) Producemmo un secondo episodio ["Where No Man Has Gone Before", trad. "Dove nessun uomo è mai giunto prima", titolo italiano: "Oltre la galassia"] che aveva anch'esso molti elementi di fantascienza, ma se non altro finiva con Bill Shatner impegnato in una bella scazzottata. A mio parere era una pessima idea, ma grazie ad essa riuscimmo a vendere Star Trek.
A fornire informazioni supplementari sulle analogie tra il secondo episodio pilota e il genere western, contribuisce il figlio di Roddenberry: "Ecco come fu venduto Star Trek: "cowboy e spazio". Il capitano era un cowboy e la sua nave il suo cavallo. E ovviamente il phaser era la rivoltella. Era come una carovana tra le stelle. Questi punti di riferimento convinsero l'emittente a provarci. Fu solo più tardi che tutti si resero conto che era molto più di questo".

Il cast della serie tv

La serie entrò finalmente in produzione con una prima stagione composta da 28 puntate, trasmesse tra il 1966 e il 1967. Fin da subito, Roddenberry proiettò in questi episodi la sua idea di futuro e di collaborazione tra persone appartenenti a nazionalità e razze diverse, attingendo alle sue esperienze di pilota durante la seconda guerra mondiale e di sergente di polizia del dipartimento di Los Angeles. La particolarità dello spirito di collaborazione tra i personaggi principali (presente anche nelle serie tv successive e nei lungometraggi cinematografici della saga), in Fan Trek, è ben sottolineata anche da J. J. Abrahms, regista dei due film - Star Trek del 2009 e Into Darkness - Star Trek del 2013 - che hanno rilanciato la saga spaziale rivisitandone le origini: "Non è ingenuo dire che l'unica possibilità che abbiamo di sopravvivere è data dalla collaborazione, dal rispetto reciproco e dalla comprensione. Dal concetto che qualunque aspetto tu abbia, da qualunque posto tu venga, fai parte della famiglia. È un'idea molto potente".

Gene Roddenberry
(fonte)

Come già accaduto per il primo episodio pilota, per la prima stagione del telefilm Roddenberry decise di dare molta importanza alle donne nel cast (Nichelle Nichols/Uhura) e nello staff di Star Trek, promuovendo la sua segretaria Dorothy Catherine Fontana ad autrice delle sceneggiature di diverse puntate della serie, da lei firmate con lo pseudonimo di "D. C. Fontana" - per lungo tempo, negli USA, le donne che scrivevano storie fantasy o di fantascienza, venivano invitate a usare pseudonimi ambigui o esplicitamente maschili (cfr. il caso di Alice "Andre" Norton), in modo da andare incontro al previsto pubblico di quelle opere, ritenuto, dagli addetti ai lavori, prevalentemente maschile -, dandole anche la possibilità di contribuire allo sviluppo e all'evoluzione del personaggio di Spock. Nonostante col tempo i rapporti lavorativi tra Roddenberry e la Fontana si siano fatti più tesi e difficili, essa, nel documentario Fan Trek, così lo ha ricordato: "Sosteneva le donne in maniera molto ferma. Aveva appoggiato Nichelle Nichols come tenente di colore. Le emittenti del Sud minacciarono di non mandare in onda la serie e Gene li mandò affanculo".



(fonte)

Al termine della prima stagione fu però proprio Nichelle Nichols a non volere più recitare nella serie, cambiando idea solo in seguito all'incontro con un inaspettato ammiratore di Star Trek:
Dissi a Gene, dopo la fine della prima stagione, che non avrei partecipato alla seconda stagione. Volevo dedicarmi al mio primo amore, il musical. Ma ancora non sapevo che incontrare un fan di Star Trek mi avrebbe cambiato la vita, mi dissero che c'era un fan che voleva incontrarmi e mi trovai di fronte a Martin Luther King.
Ero senza parole. Mi disse: "Sì, sono un trekker, sono un fan di Star Trek". E mi disse che Star Trek era uno dei pochi programmi che lui e sua moglie Coretta [Coretta Scott King] consentivano ai loro bambini di guardare. Lo ringraziai e gli dissi che avrei lasciato la serie. Il sorriso svanì dal suo volto e mi disse "non farlo". Disse: "Ti rendi conto che per la prima volta veniamo visti come è giusto che siamo visti. Tu non hai un ruolo da nera. Tu hai un ruolo come gli altri".
Quel lunedì mattina tornai al lavoro e andai nell'ufficio di Gene, e gli raccontai cosa mi era successo nel weekend. (...) La diversità infinita e le infinite combinazioni possibili sono la bellezza di questo mondo, e ringrazio Gene per questa eredità.
[Un resoconto scritto più articolato e in inglese dell'incontro tra la Nichols e King, è disponibile a questo link].

Il bacio tra Kirk e Uhura

Per far capire maggiormente l'importanza del personaggio di Uhura va ricordata la scena del bacio sulla bocca tra lei e il capitano Kirk nell'episodio Umiliati per forza maggiore ("Plato's Stepchildren") della terza stagione (trasmessa nel 1968/1969), girato dopo aver vinto le resistenze della NBC e considerato il primo bacio interrazziale ad apparire in una serie tv statunitense, preceduto, a livello internazionale, dal bacio tra un bianco e una donna nera in una puntata - risalente al luglio 1964 - della soap opera Emergency - Ward 10, trasmessa in Inghilterra dalla BBC. Curiosamente è la stessa BBC, durante la prima messa in onda britannica di Star Trek nel 1971, a decidere di non mandare in onda la puntata col bacio tra Kirk e Uhura, che dovette attendere il 22 dicembre 1993 per poter essere trasmessa da una tv britannica (cfr. la nota 11 in questa pagina web). L'episodio col bacio, insieme alla puntata Il sogno di folle ("Whom Gods Destroy", anch'essa "saltata" nel 1971 e trasmessa solo il 19 gennaio 1994), viene però pubblicato in Inghilterra nell'ottobre 1984 in una vhs della CIC Video, sulla cui copertina campeggia una scritta che indica come si tratti di due puntate mai trasmesse in tv.

articolo d'epoca sugli episodi "saltati" dalla BBC
(fonte)
La vhs CIC del 1984
(fonte)

La scelta di inserire quella scena col bacio interraziale - per la quale Nichelle Nichols ricevette una lettera di contestazione da parte di uno spettatore contrario alla commistione delle razze - unita alla cura delle caratterizzazioni dei personaggi e alla volontà di inserire riferimenti al difficile contesto storico statunitense e internazionale degli anni '60 (basti pensare alla guerra in Vietnam o all'omicidio di Martin Luther King, avvenuto il 4 aprile 1968), furono delle caratteristiche peculiari di Star Trek, così descritte da Roddenberry: "Oggi la fantascienza è uno dei pochi ambiti in cui un filosofo può operare. In troppi credono che la fantascienza consista in un mucchio di lucine lampeggianti e strani gadget, e violano così il principio cardine della narrativa, cioè le storie sono incentrate sulle persone".


L'attenzione ai personaggi, in particolare, è una qualità che venne molto apprezzata dallo sceneggiatore di fumetti Stan Lee (ideatore di alcuni dei più importanti personaggi della Marvel Comics, come Spider Man/Uomo Ragno, Hulk, gli X-Men e i Fantastici Quattro), come da lui ammesso parlando con il figlio di Roddenberry: "In molti hanno scritto di astronavi, pianeti alieni, battaglie nel cosmo, ma tuo padre ci ha fatto vedere tutte queste cose dal punto di vista dei personaggi. Innanzitutto ti faceva conoscere i personaggi, te li faceva prendere a cuore. Poi si inventava una storia per loro".


Guerre Stellari (1977)

Un altro importante estimatore delle storie e dei personaggi di Star Trek incontrato dal figlio di Roddenberry nel documentario, è George Lucas, regista e autore della saga "rivale" di Guerre Stellari/Star Wars, che così si esprime sulle avventure del capitano Kirk e dei suoi compagni, confrontandole con il film capostipite (ora noto come "Episodio IV: Una nuova speranza") della sua saga stellare, uscito nel 1977:
A me piace l'idea di poter scorazzare per la galassia. La trovo un'immagine positiva: quella di poter andare ovunque e trovare qualunque cosa. E che tutto è possibile. (...)
Andavo alle convention di Star Trek da giovane, prima di Guerre Stellari. Potevo ancora permettermelo. Ho iniziato a scrivere Guerre Stellari negli anni d'oro della diffusione di Star Trek sulle reti locali [avvenuta in seguito alla cancellazione della serie da parte della NBC, che ne vendette i diritti per replicarla alle tv locali statunitensi]. 
Ciò che più mi affascinava di Star Trek era che tralasciava tutti gli aspetti monotoni e noiosi dello spazio, per dire dai andiamo dove nessun altro ha mai osato andare. Spetta agli artisti presentare le cose in modo emozionante. Star Trek e Guerre Stellari non si basano sulla realtà, ma sull'immaginazione. È la storia a far funzionare il tutto. E all'inizio di Star Trek non c'era altro, solo la storia, per questo era avvincenteGene Roddenberry ha preso le sue idee e le ha adattate al mezzo televisivo, con un budget ristrettissimo. (...)
 
La visione di Gene all'inizio era molto specifica, era orientata alla televisione. Anche Guerre Stellari era plasmato sui mezzi che avevo, su come potevo cavarmela con il budget e la tecnologia che avevo a disposizione. E questo limita la portata di ciò che fai. (...)
La mia era più una space opera che un film di fantascienza. Star Trek era più... intellettuale, misterioso. Non era un film d'azione. Guerre Stellari era [un] film d'azione. (...)
Milioni di persone sono state influenzate prima da Star Trek e poi da Guerre Stellari. Sto alla larga dai siti dei fan perché non potrei neanche immaginare l'esito di una battaglia tra l'Enterprise e il Millenium Falcon. Insomma, è un esercizio intellettuale.
A sua volta, anche lo stesso Gene Roddenberry si espresse sulla trilogia originale di Guerre Stellari (realizzata tra il 1977 e il 1983): "Mi piace Guerre StellariÈ come il giovane Re Artù che cresce e finalmente fa fuori l'Imperatore malvagio. Non c'è niente di male, mica tutto deve fornirci una... filosofia che duri una vita intera. Ci si può anche divertire".

Fu proprio il travolgente successo internazionale di Guerre Stellari, unito a quello di altre pellicole come Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg, a rilanciare l'interesse per la fantascienza cinematografica, creando i presupposti per la rinascita di Star Trek (nel frattempo approdato anche nel mondo dell'animazione, con la serie tv del 1973/1974), grazie al primo lungometraggio diretto nel 1979 da Robert Wise, a cui hanno fatto seguito ben altri 11 film e 4 nuove serie televisive.


Dvd del film del 1979

Gene Roddenberry continuò a seguire la lavorazione dei lungometraggi e della serie tv Star Trek - The Next Generation (1987/1994) nonostante il progressivo aggravarsi delle sue condizioni di salute. In Fan Trek si assiste a una sua videointervista del 1988 in cui chiede di fare una pausa perché affaticato e confuso. A causa di una serie di ictus, le sue condizioni psico-fisiche cominciarono infatti a peggiorare, apparendo sulla sedia a rotelle ad una conferenza realizzata nel 1991 per il 25° anniversario della saga, rassicurando il pubblico dicendo che "la voce di uno scrittore non si spezza mai veramente". Col tempo, per lui, anche riuscire a parlare divenne difficile. Il giorno della sua scomparsa giunse il 24 ottobre 1991, per un arresto cardiaco.



Il cast di "Star Trek - The Next Generation"
(fonte)
A conclusione del documentario Fan Trek, vengono riportate le opinioni di varie persone, ma quella che risulta essere più incisiva appartiene a Victor Brandt, attore che prese parte a due episodi della terza stagione della serie originale negli anni '60, il quale spiega che "I bambini che guardavano Star Trek sono diventati astrofisici, scienziati, astronomi. I congegni, i concetti e le idee del programma ora fanno parte della scienza. È l'arte che crea la vita".

Per capire quanto le sue parole siano fondate, basti pensare che il primo Space Shuttle costruito dalla NASA nel 1976 ebbe come nome "Enterprise" e che alla sua cerimonia d'inaugurazione prese parte Roddenberry insieme a molti degli attori della serie tv degli anni '60. La forte influenza avuta da Star Trek nello spingere molte persone verso gli studi scientifici, sembra avvallare quanto venne pubblicamente dichiarato da Roddenberry: "Star Trek ci dimostra che la tanto snobbata gente comune è già pronta per il ventitreesimo secolo ed è anni luce più avanti dei suoi governi meschini e dei suoi leader privi di visione".


N. B. Un breve approfondimento dedicato al film Guerre Stellari (1977) di George Lucas è disponibile in questa pagina del blog.

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