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sabato 25 febbraio 2017

Goshu, il violoncellista di Kenji Miyazawa e Isao Takahata



All'interno della filmografia del regista Isao Takahata, si trova un film spesso poco considerato, Goshu il violoncellista ("Sero Hiki no Goshu", titolo internazionale: "Gauche the cellist", 1982), che in realtà offre vari spunti di interesse: il ruolo di svolta che incarna all'interno della carriera del suo regista; la possibilità di far conoscere lo scrittore e poeta nipponico Kenji Miyazawa (1896-1933) autore del racconto su cui è basato il film; la dimostrazione del talento pittorico di Mukuo Takamura (1938-1992), disegnatore dei fondali (in particolare raffiguranti dei tramonti) presenti in tante opere animate popolari in Italia, ma il cui nome è pressoché sconosciuto nel nostro paese.


Raccolta di racconti di Miyazawa, pubblicata nel 1996

Anche se il suo nome può risultare sconosciuto a molti degli appassionati di cultura giapponese, Kenji Miyazawa è uno dei più importanti scrittori e poeti del paese del Sol Levante. Le sue opere fanno spesso parte dei testi scolastici nipponici e hanno goduto nel corso dei decenni di numerosi adattamenti fumettistici, teatrali e cinematografici, come nel caso di The Life of Guskou Budori (2012, inedito in Italia), film d’animazione diretto da Gisaburo Sugii, regista, in precedenza, del lungometraggio animato Night on the Galactic Railroad (1985, inedito), anch'esso basato su di un'opera di Miyazawa, intitolata Una notte sul treno della Via Lattea (edita in Italia da Marsilio, nel 1994). Questo racconto lungo dello scrittore nipponico, pubblicato postumo nel 1934 e incentrato su un treno che viaggia nello spazio con a bordo due personaggi chiamati Giovanni e Campanella, ha fortemente influenzato il fumettista Leiji Matsumoto per la creazione di Galaxy Express 999 (ideato nel 1977), e il film d'animazione Giovanni's Island (2014, inedito), in cui fin dal titolo e dalla locandina cinematografica si allude all'opera di Miyazawa, come risulta evidente anche dalla visione del trailer, disponibile a questo link.


Dvd statunitense del film Night on the Galactic Railroad.
Nel film, Campanella e Giovanni hanno l'aspetto di gatti antropomorfi.

L'allusione al treno spaziale di Miyazawa, nella locandina di Giovanni's Island

Tra gli estimatori di Miyazawa vi si trova anche lo scrittore tedesco 
Michael Ende – affascinato fin da bambino dalla cultura giapponese –, autore del romanzo La Storia Infinita (1979), opera molto popolare in Giappone. Insieme a Mariko Sato - la donna divenuta la sua seconda moglie -, Ende ha lavorato dal 1977 al 1980 alla traduzione in tedesco di 10 fiabe di Miyazawa, ma senza riuscire a farle pubblicare in Germania.

Michael Ende

Nonostante l'apprezzamento di Ende e la popolarità in madrepatria - in certi periodi perfino oggetto di manipolazione politica, come documentato dal romanzo storico La Pioggia Nera (1965) di Masuji Ibuse -, Miyazawa è stato a lungo considerato un autore ostico da adattare per il grande schermo, come testimoniato dal caso della trasposizione animata del suo racconto Goshu il violoncellista (risalente al 1931-1933 e pubblicato in Italia nell'antologia Il violoncellista Goshu e altri racconti, edita da La Vita Felice nel 1996), che ha richiesto una lavorazione durata diversi anni, curata dal regista Isao Takahata e dallo studio Oh! Production, il cui membro più celebre era l’animatore Kazuo Komatsubara (direttore delle animazioni di celebri episodi delle serie tv Uomo Tigre, Devilman, Ufo Robot Goldrake, Capitan Harlock, e soprattutto dei primi due film dedicati al Galaxy Express 999 diretti da Rin Taro, di Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza di Tomoharu Katsumata e di Nausicaä della Valle del Vento di Hayao Miyazaki), prematuramente scomparso nel 2000.

Kazuo Komatsubara
(fonte)

Copertina dell'art-book dedicato alle opere a cui ha lavorato Komatsubara

È grazie all’incontro avvenuto nel 1975 tra Kôichi Murata, il presidente della Oh! Production deciso a dare prestigio al proprio studio di produzione e a cimentarsi con la letteratura giapponese, e Isao Takahata, che si innesca una serie di eventi che conducono alla realizzazione di Goshu il violoncellista.

Il logo della Oh! Production, all'inizio di Goshu

Takahata, esiliato dal mondo del cinema dopo lo sfortunato film d’esordio La grande avventura del piccolo principe Valiant (aka “Il segreto della spada del sole”, “Hols il principe del sole”, 1968), è infatti determinato a creare un’opera che possa riavvicinare i giovani nipponici alla letteratura del proprio paese, come da lui stesso dichiarato: “Il Giappone non spinge a far sognare i giapponesi: loro amano i paesi stranieri, si sa, l’Europa soprattutto. (…) Prima di Goshu mi dolevo spesso di non aver realizzato opere la cui azione si dipanava nel mio paese” (cfr. Mario A. Rumor, The Art of Emotion – Il Cinema d’animazione di Isao Takahata, Guaraldi, 2007, p. 187). Questa sua volontà, sostenuta dal presidente Murata, culmina nella progettazione di un lungometraggio ispirato a un racconto di Miyazawa.


Una foto di Kenji Miyazawa
(fonte)

A sinistra Goshu suona per gli animali, mentre sulla destra un uomo vestito di nero cammina.
L'uomo sulla destra è un probabile riferimento alla foto di Miyazawa riportata in alto.

Tutti i componenti del piccolo staff di animatori (circa 30 persone, tra le quali anche Komatsubara, che prende a cuore questo progetto e ne segue l’intera lavorazione), vengono coinvolti nella scelta di quale racconto di Miyazawa adattare per il grande schermo. La decisione ricade su Goshu il violoncellista, poiché, come ricordato da Takahata, quel racconto “evocava in tutti noi ricordi di quando eravamo artisti debuttanti, con quella sensibilità acerba e il classico complesso di inferiorità. D’altro canto volevamo far somigliare il protagonista a tutti quegli adolescenti che, a causa della loro timidezza, sembrano indifferenti a ogni cosa” (cfr. il libro di Mario A. Rumor, p. 189).

Goshu sulla copertina della rivista nipponica Animage (n. 2, febbraio 1982).

Goshu, il protagonista del film

Il racconto di Miyazawa possiede anche aspetti autobiografici del proprio autore. Miyazawa, ad esempio, è stato un grande estimatore e collezionista di dischi di musica classica occidentale. a un punto tale da averlo spinto a tentare di imparare a suonare il violoncello, prendendo, per soli tre giorni (durante un breve soggiorno a Tokyo, nel 1926), lezioni da un orchestrale professionista. Come si può immaginare, un così breve tempo non è stato sufficiente a Miyazawa per imparare ad usare quello strumento e, ripensando a quell’esperienza, lo scrittore ha creato la storia di Goshu (nome derivante dal francese “gauche”, che significa “sinistra”, ma anche “imbranato”), un violoncellista scarso, che danneggia con la sua musica l’orchestra con cui suona e che possiede anche un brutto carattere. Il racconto sottolinea quanto sia importante saper ascoltare e dialogare con chi cerca di aiutarci, senza dimenticare il fatto che suonare uno strumento musicale all’interno di un’orchestra in sintonia con gli altri componenti, può essere un buon modo per lavorare sul proprio carattere, rendendolo più adatto a coesistere con quello di altre persone.

Goshu si esercita con gli altri membri e col direttore della sua orchestra

Ad aiutare Goshu nella sua maturazione musicale e comportamentale, sono alcuni animali parlanti che, nel corso di varie serate, vanno a fargli visita nella sua casa in campagna, chiedendogli di volta in volta di eseguire diversi brani musicali.


È un gatto il primo animale a far visita a Goshu

Goshu si esercita insieme a un cuculo

Goshu suona insieme a un tanuki che chiede il suo aiuto.
Nella versione italiana del film, tanuki è stato erroneamente tradotto con "tasso".

Una mamma topo chiede l'aiuto di Goshu per curare con la musica il proprio figlio

Per quello che invece riguarda la presenza dei pomodori, nel testo e nel film, va sottolineato come essa sia da collegare a un aspetto della vita di Miyazawa, poiché egli si dedicò personalmente alla coltivazione di verdure occidentali e, nel caso dei pomodori, a venderli al mercato, arrivando persino a regalarne per dare la possibilità alle persone di scoprire quella “nuova verdura occidentale”.

Goshu e i suoi pomodori

Tornando alla lavorazione del film, dopo la scelta del racconto da adattare, essa prosegue tra molte pause per via degli impegni di lavoro di Takahata e di altri membri dello staff, coinvolgendo il ventiquattrenne Toshitsugu Saida (character designer e direttore dell’animazione del film, per il quale si documenta filmando con una cinepresa super 8 dei veri musicisti e andando a lezione da un violoncellista professionista), il musicista Yôshio Mamiya (autore delle musiche del primo film di Takahata, per il quale attinse a sonorità e ritmi simili alle musiche tradizionali cecoslovacche e ungheresi), e l’artista Mukuo Takamura (animatore, colorista e pittore), il quale, pur di poter collaborare al film, è disposto a finanziarlo, accettando di realizzarne da solo gli affascinanti fondali, che riproducono allo spettatore il cielo stellato della notte, paesaggi naturali, ambienti interni (persino una sala cinematografica, dove viene proiettato un cortometraggio le cui musiche vengono eseguite dal vivo dall’orchestra di Goshu), e strutture urbanistiche tipiche del Giappone degli anni '30, periodo in cui è ambientato il film e che corrisponde all’epoca in cui Miyazawa scrisse il racconto alla base della pellicola.

Il paesaggio intorno al paese di Goshu

I raggi del sole che filtrano dalle nubi

La casa di Goshu

Il cielo stellato sopra alla casa di Goshu

Il nome di Takamura, anche se poco noto in Italia, è estremamente importante per l'animazione giapponese, in quanto autore di tanti celebri sfondi e tramonti in serie come Tommy la stella dei Giants, Judo Boy, Ashita no Joe/Rocky Joe, Mimì e la nazionale di pallavolo, la prima serie di Lupin III, Heidi, Sam il ragazzo del West, Marco - Dagli appennini alle Ande (dove ritrae Genova, dopo averla visitata personalmente), Grand Prix e il campionissimo, Forza Sugar, Sailor Moon; nonché nei primi due film dedicati al Galaxy Express 999 e nei primi due OAV di Devilman (prodotti nel 1987 e nel 1990). A tutte queste opere a cui ha partecipato, va aggiunta quella dove è presente quello che forse è il suo tramonto più noto al pubblico italiano: si tratta della prima serie di Capitan Harlock (1978-1979), dove nella sigla di coda è presente questa celebre inquadratura:

Dalla sigla di coda della prima serie di Capitan Harlock

Goshu osserva il suo paese illuminato dalla luce del tramonto

Il sole scende all'orizzonte e la luce si riflette sull'acqua.
Da Goshu

Goshu torna a casa, alla fine della giornata.

La lavorazione della pellicola termina dopo circa 6 anni e la prima proiezione pubblica ha luogo alla Casa della Cultura di Hanamaki, paese natale di Miyazawa. La scelta di quel luogo è dovuta anche a un accordo stretto col fratello di Miyazawa, così descritto da Komatsubara: “Takahata e io andammo un giorno dal fratello, che abita nel nord del Giappone, per chiedere i diritti di fare il film. Lui ci concesse di rendere l’opera del fratello in animazione senza chiederci nessun compenso in denaro. Ci disse ‘Basta solo che facciate un buon lavoro…’. (…) Quando lo proiettammo nella piazza del paese di Miyazawa, egli pianse di gioia” (cfr. L'intervista - Komatsubara, di Federico Colpi, Mangazine n. 19, Granata Press, novembre/dicembre 1992).

L'omaggio ai personaggi di Goshu il violoncellista, presente a Hanamaki
(fonte)

È sempre Komatsubara a ricordarne, a distanza di anni, con affetto la lavorazione e la successiva distribuzione nelle sale cinematografiche nipponiche: “Realizzammo quel film con molta passione, ma più come svago che non come lavoro. Così non lo passammo a grandi distributori e ci accontentammo di coprire le spese di produzione senza cercare guadagni ulteriori” (cfr. Mangazine n. 19).

Il cinema in cui Goshu suona con la sua orchestra

Un cartoon accompagnato dal suono della musica dal vivo dell'orchestra

La visione di Goshu, per via del connubio tra animazione e musica classica, può far pensare al film disneyano Fantasia (1940) e ai tanti brevi cortometraggi della Walt Disney (come la serie delle Silly Symphonies) dove la musica ricopre un ruolo essenziale. Nel film di Takahata (cineasta che conosce bene la produzione della Disney), infatti, non manca un riferimento a un cortometraggio con protagonisti Mickey Mouse/Topolino e Donald Duck/Paperino, intitolato Fanfara ("The Band Concert", 1935). Come nel caso del cartoon disneyano in cui Mickey dirige un'orchestra che viene prima disturbata dall'invadente Donald e poi da un tornado che ne fa volare in cielo tutti i membri senza che essi smettano di suonare, anche in Goshu, all'inizio del film, l'orchestra del protagonista viene "trasportata" (solo metaforicamente in questo caso) in cielo dall'impeto della musica e dal forte vento di un temporale.


Mickey Mouse continua a dirigere l'orchestra all'interno del tornado.
Da Fanfara ("The Band Concert")

In Goshu, l'orchestra sollevata e trasportata dal vento

Sempre nei minuti iniziali di Goshu, inoltre, la presenza di un mulino ad acqua al cui interno si rifugia un gatto durante un temporale, riconduce il pensiero al cartoon
 Il vecchio mulino ("The Old Mill", 1937), cortometraggio disneyano molto apprezzato da Hayao Miyazaki, "collega" di Takahata allo Studio Ghibli, col quale ha più volte collaborato fin dall'inizio della sua carriera alla Toei Animation.

Locandina originale del cartoon Il vecchio mulino
Un ritratto di Beethoven, appeso nella casa di Goshu

In seguito alla sua distribuzione nei cinema giapponesi, il film di Takahata, che unisce armoniosamente musica occidentale classica (la sesta sinfonia di Beethoven, detta “Pastorale”) e d’intrattenimento (il Can-can) con brani strumentali ideati da Mamiya per il film (Caccia alla tigre indiana e Il guidatore felice), ottiene il Premio Ofuji – prestigioso riconoscimento, intitolato al pionieristico regista e animatore Noburo Ofuji, che viene assegnato annualmente alle migliori opere d’animazione –, e da molti anni viene proiettato nelle scuole giapponesi, inclusi gli istituti in cui si insegna musica, rappresentando una preziosa occasione per il giovane pubblico nipponico e occidentale di scoprire un autore letterario e un periodo storico del Giappone spesso sottovalutati e trascurati dagli spettatori abituali dell’animazione giapponese.

Goshu osserva il tramonto

P.S. Il film Goshu il violoncellista arrivò in Italia negli anni '80 direttamente in tv e in vhs, con un doppiaggio purtroppo inadeguato alla cura con cui venne realizzata questa pellicola, in cui tutti gli elementi sonori (voci, rumori, musica, ecc) rivestono un'importanza fondamentale. Pertanto se ne consiglia la visione solo in lingua originale con i sottotitoli. Al momento, purtroppo, il film non è però ancora stato pubblicato in dvd in Italia.

N.B. Per approfondire maggiormente la conoscenza di Isao Takahata si consiglia la lettura di questo articolo del blog e di questo approfondimento dedicato alla serie animata Heidi, da lui diretta. Come raccontato in quest'altro articolo del blog, Takahata ha inoltre firmato la prefazione di un prestigioso libro francese dedicato a Émile Cohl, pioniere del cinema d'animazione.

Per quello che invece riguarda Mukuo Takamura e la sua attività artistica all'interno dell'animazione giapponese, si consiglia la lettura di questo accurato dossier francese redatto da Jacques Romero nel 2005.


1 commento:

  1. L'ho visto molti anni fa. Lo trasmise un canale locale e per puro caso, facendo zapping, lo beccai, rimasi incuriosito e lo guardai tutto. Molto poetico

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