Dai tempi della sua prima e forse unica trasmissione televisiva italiana in bianco e nero avvenuta nel febbraio 1972, il film d'animazione giapponese La volpe con nove code (1968, titolo originale: 九尾の狐と飛丸, titolo internazionale inglese: "The Fox With Nine Tails") di Shinichi Yagi è rimasto impresso nella mente dei suoi spettatori per via di quel suo triste e drammatico finale, ambientato in una notte di neve, quando Tobimaru, il protagonista maschile, è alla ricerca di Tamamo, la donna attorno alla quale ruota tutto il film.
Oggi, a distanza di oltre 50 anni, è finalmente giunto il momento di riportare alla luce questo film, per farlo conoscere, in modo da iniziare a dargli quel giusto riconoscimento di grande rilevanza culturale che attende di poter ricevere dal momento della sua tormentata produzione e limitata distribuzione cinematografica in Giappone, dove col tempo si è guadagnato l'appellativo di "film fantasma".
Titolo originale giapponese sottotitolato in inglese del film La volpe con nove code Dall'edizione del film distribuita negli USA |
La sede del BAMPFA (fonte) |
- 1 copia in pellicola 16 mm custodita presso la Tokyo Metropolitan Library in Giappone, con una durata dichiarata di 81 minuti, corrispondente a quella che dovrebbe essere la durata della versione integrale originale del film;
Foto scattata alla proiezione pubblica del film tenutasi il 4 maggio 2023 in Giappone (fonte) |
Copertina dell'edizione italiana in dvd del film diretto da Taku Sugiyama Questa edizione è stata pubblicata nel 2010 dalla Yamato Video |
Il riferimento alla TCJ nei titoli di testa del film La volpe con nove code |
(fonte) |
Il lavoro svolto da Masumura come regista, in Italia, è purtroppo poco noto al di fuori della stretta cerchia degli appassionati più incalliti e degli studiosi della storia del cinema giapponese. Tra di essi vi figura indubbiamente il critico cinematografico e autore televisivo Enrico Ghezzi, che parlò di Masumura durante la sua introduzione di una notte del programma Fuori Orario - Cose (mai) viste (Raitre) trasmessa il 18 ottobre 2008 con il titolo "melodramma: buchi nell'acqua", contenente il film Un ribelle nell'esercito (1972) di Masumura, preceduto in quella notte da Sotto la bandiera del Sol Levante (1972) di Kinji Fukasaku, per poi essere seguito dal film cecoslovacco Estasi (1933) di Gustav Machaty, film celebre perché contiene una scena in cui l'attrice protagonista - la diciottenne austriaca Hedy Lamarr - recitò completamente nuda, circostanza pionieristica per i tempi a cui risale il film.
Locandina inglese del film Estasi con il nudo di Hedy Lamarr (fonte) |
Masumura è un cineasta colto, un "cineasta nouvelle vague", uno dei pochi che siano stati in contatto diretto con la nouvelle vague europea. (...) Masumura è un cineasta sottile, che è pieno di desiderio di cinemi, di cinemi diversi, tutti, come dire, tutti d'autore, tutti sottili e tutti per altro riconoscibili non tanto dai soggetti e dagli oggetti, ma da un'ossessione che è quasi stilistica; c'è una sorta di "tocco Masumura" legato a un'idea erotica del Cinema, non tanto di immagini erotiche, di situazioni erotiche, ma un'erotica del Cinema, il Cinema come macchina che desidera rivedere momenti teneri, o ironici, o eccessivi, o bizzarri, sempre però con una misura di lingua, più ancora che di linguaggio. (...)
Yasuzo Masumura (fonte) |
La notte finisce poi con un film invece del 1937, che non è giapponese, un celebre film di Gustav Machaty, Estasi, il film con Hedy Lamarr, il famoso nudo di Lamarr, questa straordinaria attrice molto ambigua, ambigua se pensiamo che in guerra inventò un modo per decifrare, per decrittare i cifrari segreti dello spionaggio tedesco; insomma ha una storia particolare, diciamo "fuori" dal cinema, fuori campo. Ma la cosa curiosa che per voi è fuori campo anche, a un livello di dettagli, è che Masumura cita in un suo saggio il film di Machaty, che è sempre stato ritenuto un film insieme atipico, glorioso ma anche "gloriosamente minore", che è un film invece molto ambiguo anch'esso, un film che mostra questo nudo glorioso di Hedy Lamarr fugacemente, ma che nello stesso tempo invece è un film esteticamente di elisione, di velamento; diciamo che "nell'estasi" c'è tutto l'abbagliante che poi non possiamo condividere, può darsi che ci capiti di esserne attraversati, di attraversarlo, ma è un intercettarlo casuale da parte nostra.
(Il montaggio introduttivo con l'introduzione di Enrico Ghezzi è disponibile integralmente a questo link)
Hedy Lamarr (fonte) |
Hedy Lamarr (fonte) |
Tamamo no Mae, la protagonista del film La volpe con nove code |
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N. B. Le immagini provenienti dal film La volpe con nove code inserite in questo articolo, sono state volutamente proposte in bianco e nero.
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I precedenti articoli del blog dedicati al film La volpe con nove code sono disponibili ai seguenti link:
https://alemontosi.blogspot.com/2019/02/la-volpe-con-nove-code-1968-il-film.html
https://alemontosi.blogspot.com/2019/04/1972-quando-il-programma-spazio-mostro.html
Riguardo a Enrico Ghezzi, si segnala l'articolo del blog dedicato alla trasmissione televisiva del film d'animazione Akira (1988) di Katsuhiro Otomo avvenuta all'interno di Fuori Orario - Cose (mai) viste negli anni '90:
https://alemontosi.blogspot.com/2016/01/fuori-orario-quando-enrico-ghezzi.html
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