sabato 20 maggio 2023

"La volpe con nove code" (1968) di Shinichi Yagi - Il ritorno del "film fantasma" del Cinema d'animazione giapponese



Dai tempi della sua prima e forse unica trasmissione televisiva italiana in bianco e nero avvenuta nel febbraio 1972, il film d'animazione giapponese La volpe con nove code (1968, titolo originale: 九尾の狐と飛丸, titolo internazionale inglese: "The Fox With Nine Tails") di Shinichi Yagi è rimasto impresso nella mente dei suoi spettatori per via di quel suo triste e drammatico finale, ambientato in una notte di neve, quando Tobimaru, il protagonista maschile, è alla ricerca di Tamamo, la donna attorno alla quale ruota tutto il film.

Oggi, a distanza di oltre 50 anni, è finalmente giunto il momento di riportare alla luce questo film, per farlo conoscere, in modo da iniziare a dargli quel giusto riconoscimento di grande rilevanza culturale che attende di poter ricevere dal momento della sua tormentata produzione e limitata distribuzione cinematografica in Giappone, dove col tempo si è guadagnato l'appellativo di "film fantasma".


Titolo originale giapponese sottotitolato in inglese del film La volpe con nove code
Dall'edizione del film distribuita negli USA

Le circostanze del ritrovamento de La volpe con nove code per il pubblico italiano sono dovute a un'iniziativa individuale della giornalista Paola Lucchesi, la quale ha preso personalmente contatto con il Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive (BAMPFA) dell'Università della California (USA), presso il quale è conservata una copia in pellicola 35 mm del film, in edizione giapponese sottotitolata in inglese. Ulteriori dettagli sulle circostanze del ritrovamento sono attualmente disponibili nei post da lei scritti in questa pagina del forum 80sOtaku.

La sede del BAMPFA
(fonte)

La scheda informativa inglese della copia in pellicola 35 mm disponibile presso gli archivi di Berkeley, è la seguente, consultabile on-line a questo link:


Per quello che riguarda le copie esistenti in tutto il mondo del film, al momento in cui scrivo sono disponibili le seguenti informazioni:

- 1 copia in pellicola 16 mm custodita presso la Tokyo Metropolitan Library in Giappone, con una durata dichiarata di 81 minuti, corrispondente a quella che dovrebbe essere la durata della versione integrale originale del film;

- 1 copia in pellicola 35 mm custodita presso il Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive, con una durata di 79 minuti;

- 1 copia custodita presso gli archivi Rai in Italia, contenente la versione italiana del film, doppiata appositamente per la trasmissione televisiva avvenuta nel febbraio 1972 in un'edizione censurata, con il taglio di diverse scene, come raccontato in questo articolo del blog; la durata di questa copia dovrebbe essere di circa 60 minuti;

- 1 copia contenente una riedizione del film trasmessa in televisione in Giappone nel 1970, con un titolo leggermente diverso (c'è l'aggiunta dei termini "yokai" e "sessho-seki") da quello dell'edizione cinematografica nipponica e una durata più breve, che ammonta a circa 68 minuti; si tratta di una copia di proprietà di Taku Sugiyama, che partecipò alla realizzazione della pellicola dirigendone le animazioni, probabilmente curandone la co-regia insieme al cineasta Hideo Suzuki, il quale non aveva esperienza nel cinema d'animazione quando lavorò al film; dietro allo pseudonimo "Shinichi Yagi" utilizzato per indicare il regista de La volpe con nove code, si celerebbero quindi Hideo Suzuki e Taku Sugiyama; questa copia è stata utilizzata per la proiezione pubblica del film riservata a una trentina di partecipanti, che si è tenuta il 4 maggio 2023 a Tokyo, per celebrare i 55 anni del film, come indicato a questo link e in questo articolo di un blog giapponese, che offre un resoconto di com'è andato quell'evento pubblico;

Foto scattata alla proiezione pubblica del film tenutasi il 4 maggio 2023 in Giappone
(fonte)

Il nome di Taku Sugiyama è poco noto in Italia, ma si tratta di un veterano della Toei Animation e di altri studi di produzione, attivo come animatore fin dai tempi della produzione della serie tv Marine Boy (1965), per poi proseguire la sua attività professionale come regista e sceneggiatore del film d'animazione Hinotori 2772 - L'uccello di fuoco (1980), nonché partecipando sempre come regista alle serie tv D'Artacan (1981-1982), Alice nel paese delle meraviglie (1983) e Tao Tao - Il piccolo panda (1983-1984).

Copertina dell'edizione italiana in dvd del film diretto da Taku Sugiyama
Questa edizione è stata pubblicata nel 2010 dalla Yamato Video

Per quello che riguarda il gruppo di animatori che lavorarono a La volpe con nove code, si rammenta che il film fu prodotto dallo studio Nihon Doga Co. (indicato come "Japan Animated Film" in Italia nel 1972), fondato appositamente nel 1966 dal produttore Gentaro Nakajima (1929-1992) per la creazione di questo film che fu ultimata nel 1967, per poi essere distribuito dalla Daiei Company in un'unica sala cinematografica nipponica il 19 ottobre 1968, per una sola giornata, risultando pertanto un disastroso insuccesso commerciale, che provocò la chiusura dello studio Nihon Doga.

Come indicato dai titoli di testa del film, nella sua produzione furono coinvolti anche degli animatori appartenenti allo studio TCJ (acronimo di "Television Corporation of Japan", poi divenuto "Eiken" a partire dal 1969), molto attivo nella produzione di serie televisive d'animazione negli anni '60 in Giappone, partecipando sia a produzioni realizzate in bianco e nero come 8 Man (1963-1964) e Gigantor (1963-1966, ispirata al manga Tetsujin 28 di Mitsuteru Yokoyama, dal quale deriva anche la serie Super Robot 28 prodotta nei primi anni '80), sia a serie tv prodotte a colori e trasmesse anche in Italia, come Fantaman (1967-1968), Sasuke il piccolo ninja (1968-1969) e L'invincibile ninja Kamui (1969), queste ultime due ispirate a dei manga firmati da Sanpei Shirato.

Cofanetto dvd giapponese dedicato a Fantaman




Alla storia della TCJ e delle sue produzioni, è dedicato un accurato approfondimento in lingua inglese in due parti reperibile a questo link e a quest'altro, dove si accenna anche ad alcune produzioni curate dallo studio Nihon Doga coinvolto nella produzione del film La volpe con nove code.

Il riferimento alla TCJ nei titoli di testa del film La volpe con nove code

Da ricordare come negli anni '60 anche il regista Nagisa Oshima diresse un film, Band of Ninja (1967), tratto da un manga di Sanpei Shirato, realizzandolo inquadrando con dinamismo le tavole del fumetto. Questa produzione merita attenzione, poiché tra i punti di riferimento di Oshima per la sua attività professionale vi fu il lavoro svolto da cineasti come Yasuzo Masumura, uno degli autori della sceneggiatura del film La volpe con nove code.

(fonte)

Il lavoro svolto da Masumura come regista, in Italia, è purtroppo poco noto al di fuori della stretta cerchia degli appassionati più incalliti e degli studiosi della storia del cinema giapponese. Tra di essi vi figura indubbiamente il critico cinematografico e autore televisivo Enrico Ghezzi, che parlò di Masumura durante la sua introduzione di una notte del programma Fuori Orario - Cose (mai) viste (Raitre) trasmessa il 18 ottobre 2008 con il titolo "melodramma: buchi nell'acqua", contenente il film Un ribelle nell'esercito (1972) di Masumura, preceduto in quella notte da Sotto la bandiera del Sol Levante (1972) di Kinji Fukasaku, per poi essere seguito dal film cecoslovacco Estasi (1933) di Gustav Machaty, film celebre perché contiene una scena in cui l'attrice protagonista - la diciottenne austriaca Hedy Lamarr - recitò completamente nuda, circostanza pionieristica per i tempi a cui risale il film.

Locandina inglese del film Estasi con il nudo di Hedy Lamarr
(fonte)

Nel corso della sua presentazione della nottata, Enrico Ghezzi così si espresse parlando del cinema di Masumura:
Masumura è un cineasta colto, un "cineasta nouvelle vague", uno dei pochi che siano stati in contatto diretto con la nouvelle vague europea. (...) Masumura è un cineasta sottile, che è pieno di desiderio di cinemi, di cinemi diversi, tutti, come dire, tutti d'autore, tutti sottili e tutti per altro riconoscibili non tanto dai soggetti e dagli oggetti, ma da un'ossessione che è quasi stilistica; c'è una sorta di "tocco Masumura" legato a un'idea erotica del Cinema, non tanto di immagini erotiche, di situazioni erotiche, ma un'erotica del Cinema, il Cinema come macchina che desidera rivedere momenti teneri, o ironici, o eccessivi, o bizzarri, sempre però con una misura di lingua, più ancora che di linguaggio. (...)
Yasuzo Masumura
(fonte)
La notte finisce poi con un film invece del 1937, che non è giapponese, un celebre film di Gustav Machaty, Estasi, il film con Hedy Lamarr, il famoso nudo di Lamarr, questa straordinaria attrice molto ambigua, ambigua se pensiamo che in guerra inventò un modo per decifrare, per decrittare i cifrari segreti dello spionaggio tedesco; insomma ha una storia particolare, diciamo "fuori" dal cinema, fuori campo. Ma la cosa curiosa che per voi è fuori campo anche, a un livello di dettagli, è che Masumura cita in un suo saggio il film di Machaty, che è sempre stato ritenuto un film insieme atipico, glorioso ma anche "gloriosamente minore", che è un film invece molto ambiguo anch'esso, un film che mostra questo nudo glorioso di Hedy Lamarr fugacemente, ma che nello stesso tempo invece è un film esteticamente di elisione, di velamento; diciamo che "nell'estasi" c'è tutto l'abbagliante che poi non possiamo condividere, può darsi che ci capiti di esserne attraversati, di attraversarlo, ma è un intercettarlo casuale da parte nostra.
(Il montaggio introduttivo con l'introduzione di Enrico Ghezzi è disponibile integralmente a questo link)
Hedy Lamarr
(fonte)

Come raccontato da Enrico Ghezzi, l'attrice Hedy Lamarr, durante la seconda guerra mondiale, dopo aver abbandonato il primo marito - il ricco mercante d'armi, Fritz Mandl -, e l'Europa, lavorò a Los Angeles sia come attrice, sia come ideatrice e sviluppatrice di innovazioni scientifiche come, ad esempio, un sistema radio sviluppato insieme al compositore George Antheil, per criptare i messaggi in codice, brevettandolo insieme a lui nel 1942, creando così un'invenzione utilizzata successivamente sia per la trasmissione radiofoniche, sia nell'ambito informatico e della telefonia mobile (per maggiori informazioni si rimanda alla lettura di questo articolo).

Hedy Lamarr
(fonte)

Un'affascinante donna carismatica, complessa e sfaccettata, che può pertanto essere divenuta una delle fonti di ispirazione per il lavoro svolto da Masumura durante le molteplici riscritture della sceneggiatura del film La volpe con nove code, in cui spicca l'ambigua, seducente, fragile e al tempo stesso crudele quanto determinata protagonista femminile, Tamamo no Mae...

Tamamo no Mae, la protagonista del film La volpe con nove code

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N. B. Le immagini provenienti dal film La volpe con nove code inserite in questo articolo, sono state volutamente proposte in bianco e nero.

AVVISO: Vista la grave situazione in cui versa la mia regione, l'Emilia-Romagna, chiunque voglia contribuire a sostenere le mie ricerche, può farlo attraverso il modulo di donazione in alto a destra. Grazie a chiunque effettuerà una donazione per sostenermi.

I precedenti articoli del blog dedicati al film La volpe con nove code sono disponibili ai seguenti link:

https://alemontosi.blogspot.com/2019/02/la-volpe-con-nove-code-1968-il-film.html

https://alemontosi.blogspot.com/2019/04/1972-quando-il-programma-spazio-mostro.html

Riguardo a Enrico Ghezzi, si segnala l'articolo del blog dedicato alla trasmissione televisiva del film d'animazione Akira (1988) di Katsuhiro Otomo avvenuta all'interno di Fuori Orario - Cose (mai) viste negli anni '90:

https://alemontosi.blogspot.com/2016/01/fuori-orario-quando-enrico-ghezzi.html


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