Per meglio comprendere le ragioni che hanno reso possibile la messa in onda di Atlas Ufo Robot - Goldrake (1975) sulla Rai nel 1978, è importante rivolgere l'attenzione all'innovativa linea editoriale che, dal 1970, la Rai decise di adottare per la cosiddetta "TV dei ragazzi", che consentì la realizzazione di importanti programmi dedicati al fumetto e all'animazione internazionale, come Gli eroi di cartone (1970/1973), Mille e una sera (1970/1972) e Drops (1976).
Grazie all'articolo Qualche cosa di più di Giuseppe Bocconetti, pubblicato sul settimanale Radiocorriere TV (all'epoca testata ufficiale della Rai) n. 20 del maggio 1970 (pag. 42/45), si può conoscere e comprendere quale fosse la volontà, da parte della Rai, di rivolgersi ai ragazzi di quel decennio, i quali attingevano dalla televisione "la maggior parte delle cognizioni che completano e puntualizzano quelle ricevute sui banchi di scuola, o apprese dalla lettura di libri e giornali" (cfr. pag. 42). Preso atto di ciò, l'articolo di Bocconetti illustra le ragioni che spingono la Rai a proporre al pubblico giovanile una programmazione in linea coi mutamenti derivanti dai movimenti studenteschi del 1968 e dal cambiamento della società italiana:
I tempi sono mutati, perché mutati sono, e rapidamente, le attitudini, gli atteggiamenti, i gusti dei nostri ragazzi. Mutate sono anche le strutture esterne che ne condizionano la formazione e lo sviluppo. L'introduzione e l'aggiornamento della scuola media unificata ha operato più trasformazioni di quanto sia possibile vedere e giudicare a prima vista. Di qui la necessità, anche per la televisione, di adeguarsi, non soltanto sul piano dei programmi, ma anche e soprattutto del linguaggio: offrire, cioè, al vasto pubblico dei ragazzi ciò che si aspetta e ciò che viene "dopo" l'attesa, dopo la curiosità.
Nell'epoca della contestazione, in cui tutto è messo in discussione, non si può continuare a dialogare con i ragazzi servendosi degli stessi strumenti e dello stesso linguaggio di quindici anni fa. La retorica, l'improbabilità delle situazioni, la favolistica incredibile non sono più accettate dai nostri ragazzi come mezzi di colloquio.
Lucio Dalla nello studio de Gli eroi di cartone, Radiocorriere n. 20 (1970) |
Ecco perché la Direzione dei Programmi Culturali, dalla quale dipende la "TV dei ragazzi", ha elaborato un "piano" di trasmissioni, in parte completamente rinnovate, ed in gran parte nuove del tutto, che vanno in onda a partire già da questo scorcio di primavera e che si protrarranno durante l'estate e sino all'anno prossimo. Nella scelta dei programmi, ovviamente, è stato sacrificato quasi del tutto il tono "favolistico" (inteso, però, in senso negativo), per offrire ai ragazzi maggiori occasioni d'incontro con la realtà di tutti i giorni. Essi devono sapere, e vedere - nelle dovute forme, si capisce -, in che modo la realtà, quella vera, sia traumatica, qualche volta addirittura sconcertante, poiché non sempre tutto è bello, tutto è piacevole, tutto è "tondo". E questo perché, alle prime difficoltà, non si trovino a disagio o, quel che sarebbe peggio, smarriti e indifesi.
Lucio Dalla e Gli eroi di cartone, Radiocorriere n. 20 (1970) |
I ragazzi, oggi, vivono la loro esistenza in modo "totale", né più né meno degli adulti, anche se da una prospettiva ovviamente diversa. Cinema, giornali, televisione, radio, pubblicità, manifesti, scuola, incontri rivelano questa esistenza anche nei suoi risvolti più nascosti. Un modo diverso, "falso" di prospettare le cose, i nostri ragazzi non l'accettano più.
Di qui la necessità di introdurre nuove rubriche e nuove trasmissioni, affidate a persone che, quanto meno, hanno l'abitudine di parlare ai ragazzi nel modo che i ragazzi mostrano di ascoltare più volentieri. Le iniziative sono molte: alcune già sperimentate, altre soltanto all'inizio, ed altre ancora in via di realizzazione. (...)
Radiocorriere n. 20 (1970) |
In un'epoca in cui le imprese della scienza e della tecnica, ma anche del coraggio e dell'abnegazione, le riuscite come le meno fortunate, superano largamente l'immaginazione e la fantasia, diventa una necessità rendere partecipi i nostri ragazzi della realtà d'oggi. I ragazzi costituiscono un pubblico ancora fresco di studi scolastici, più ricco di interessi e quindi potenzialmente più "desto", più attento: la condizione ideale, cioè, per tentare addirittura spettacoli d'avanguardia, come il Don Chisciotte di Lerici e Quartucci, di cui ancora oggi si discute con estrema partecipazione.
[Si tratta del programma La fantastica storia di Don Chisciotte della Mancia, spettacolo teatrale in 5 puntate curato da Roberto Lerici e diretto da Carlo Quartucci, interpretato da Gigi Proietti, con musiche di Giorgio Gaslini; il programma prevedeva il coinvolgimento di un pubblico di ragazzi nella rappresentazione teatrale dell'opera di Miguel De Cervantes; a questo link è possibile visionarne del materiale fotografico; per ulteriori informazioni cfr. la rubrica della "TV dei ragazzi" sul Radiocorriere n. 15 del 1970, pag. 59]
Gigi Proietti interpreta Don Chisciotte, dal Radiocorriere n. 15 (aprile 1970) |
Oltre al teatro si decide di prestare molta attenzione anche al mondo della musica, poiché: "Purtroppo la cultura musicale, in Italia, è spaventosamente bassa. Siamo addirittura al terz'ultimo posto nella graduatoria mondiale, preceduti da Paesi con tradizioni musicali assai meno nobili delle nostre. I ragazzi e la musica non propone l'argomento così com'è, ma lo sollecita, lo arricchisce, lo rende accettabile e interessante, proprio perché nel ragazzo d'oggi l'atteggiamento di fronte alla musica seria è quello di "uffa, che barba!". Il ciclo, che si rivolge ai ragazzi dai 9 agli 11 anni e di cui essi stessi saranno i protagonisti, avrà un taglio giornalistico, cioè rapido e spettacolare, gradevole e interessante. Sarà già un grosso traguardo se i ragazzi, alla fine, non diranno più "uffa, che barba", e sapranno di musica quel tanto che basta a distinguere Beethoven dai Beatles" (cfr. pag. 43/44).
È proprio al mondo della musica, e in particolare a quello dei giovani cantautori italiani, che si attinge per la preparazione e la produzione di due importanti programmi dedicati al mondo dell'animazione: Gli eroi di cartone e Mille e una sera. Figura chiave dell'ideazione e realizzazione di quei programmi è il bolognese Luciano Pinelli, proveniente dal mondo del cinema d'autore, avendo ricoperto il ruolo di aiuto-regista dei fratelli Taviani per il film I sovversivi (1967), nel quale è presente tra gli attori principali Lucio Dalla, la cui interpretazione risulta essere molto apprezzata nel Dizionario dei film curato dal critico Morando Morandini.
Luciano Pinelli nei titoli di testa del film I sovversivi, diretto dai fratelli Taviani |
In seguito a questa collaborazione, Pinelli sceglie Dalla per la conduzione di Gli eroi di cartone (titolo di lavorazione: "Ciclo critico del film d'animazione"), affidandogli anche il compito di creare la sigla del programma, Fumetto, visionabile a questo link. Con l'apporto di Nicola "Nico" Garrone ai testi e con la regia di Pinelli, Gli eroi di cartone esordisce sul Programma Nazionale (l'attuale Raiuno) martedì 7 aprile 1970, venendo così presentato sulle pagine del Radiocorriere:
Radiocorriere n. 25 (1971) |
Luciano Pinelli e Nicola Garrone hanno allestito, con la collaborazione di Gianni Rondolino, un ciclo sul cinema di animazione. Si tratta di una serie di 23 trasmissioni di 30 minuti ciascuna, in onda ogni martedì e venerdì alle ore 18:15 nel programma dedicato ai ragazzi. Come presentatore è stato scelto Lucio Dalla, il quale, assieme a Sergio Bardotti, è l'autore della sigla della trasmissione. Le riprese in studio avranno la funzione di legare tra di loro i vari cartoni animati con corrispondenze dall'estero e interviste realizzate in Italia.
La serie che apre il ciclo sul cinema d'animazione intende svolgere un discorso critico sui suoi più noti "characters". Le ventitré trasmissioni sono dedicate ad illustrare i personaggi già conosciuti in Italia e quelli che si sono inseriti con successo nella produzione artistica estera. Questo primo ciclo è iniziato la scorsa settimana dall'ultimo arrivato nel mondo degli eroi disegnati, cioè il celebre Charlie Brown di Schulz (...), per poi risalire ai primissimi personaggi di cartoni animati americani: Little Nemo, Crazy Cat, Arcibaldo e Petronilla, Felix, Koko il clown.
(cfr. l'articolo Eroi disegnati, inserito nella pagina della "TV dei ragazzi" a cura di Carlo Bressan, Radiocorriere n. 15, aprile 1970, pag. 59).
La scelta di iniziare Gli eroi di cartone trasmettendo la versione animata dei Peanuts di Charles M. Schulz, rende inoltre il programma perfettamente allineato con l'interessamento accademico e critico verso il mondo del fumetto, avviato nel 1965 dal Salone internazionale dei Comics di Bordighera e dalla nascita della rivista mensile Linus (cfr. questo articolo del blog).
Linus, n. 1 (aprile 1965) |
Oreste Del Buono e Lucio Dalla parlano dei Peanuts di Charles Schulz Dal programma Gli eroi di cartone |
I cartoons dei Peanuts continuarono a essere trasmessi all'interno di Gli eroi di cartone anche nel 1973. In questo caso si tratta dell'edizione italiana dello special tv del 1971 intitolato "Play It Again, Charlie Brown". |
Alberto Cavallone si occupò dei dialoghi italiani del cartoon dei Peanuts intitolato "Preferisco Beethoven" ("Play It Again, Charlie Brown") |
Oltre a Gli eroi di cartone, Pinelli si occupa della preparazione di un altro programma dedicato all'animazione, Mille e una sera, ideato per la fascia della prima serata del Secondo Programma (Raidue) e rivolto al mondo delle produzioni d'autore, debuttando sabato 10 ottobre 1970 con un ciclo di 5 puntate settimanali dedicate al cineasta cecoslovacco Karel Zeman, autore di importanti adattamenti cinematografici dei romanzi di Jules Verne (come Viaggio nella preistoria [1955], La diabolica invenzione [1958] e I ragazzi del capitano Nemo [1967]), e artista molto influente su Jan Švankmajer (regista di Alice [1988, aka "Qualcosa di Alice"], realizzato unendo riprese dal vivo con l'animazione in stop-motion) e Terry Gilliam (membro dei Monty Python, coi quali creò la serie tv Il circo volante dei Monty Python, e regista di film come Brazil del 1985).
La creazione della sigla di Mille e una sera viene affidata a I Nomadi, gruppo che nel 1967 fu bersaglio di censure e polemiche per via della canzone Dio è morto scritta da Francesco Guccini.
Questa la presentazione di Mille e una sera sul Radiocorriere:
In seguito, Gli eroi di cartone e Mille e una sera vengono rispettivamente affidati alla coppia Nicoletta Artom/Sergio Trinchero e a Mario Accolti Gil (scomparso il 21 aprile 2017), portando avanti un approccio al mondo dell'animazione internazionale volto ad emanciparsi dalle popolari opere umoristiche della tradizione disneyana, come ben evidenziato da queste parole di Pietro Pintus:
Sotto la direzione di Mario Accolti Gil viene coinvolto il cantautore e cabarettista Enzo Jannacci come presentatore del secondo ciclo di Mille e una sera, al cui interno è inserito l'importante film d'animazione giapponese La leggenda del serpente bianco (1958, titolo originale: "Hakujaden"), prodotto dalla Toei e diretto da Taiji Yabushita e Kazuhiko Okabe, trasmesso in prima serata sul Secondo Canale il 12 dicembre 1970, doppiato in italiano come reso noto il 12 febbraio 2018 dalla Dynit con un post sulla propria pagina facebook e come risulta dall'edizione in dvd del film curata dalla stessa Dynit:
Proprio il Giappone fu il primo paese estero al centro di un'importante iniziativa della Rai nell'autunno del 1970, così descritta da Giuseppe Bocconetti nel suo sopracitato articolo:
In quei giorni di programmazione, si parlò anche del fumettista, regista e animatore Osamu Tezuka, figura cardine del mondo del fumetto e dell'animazione in Giappone, mostrando inoltre un esempio di telefilm fantascientifico con attori ("tokusatsu"), Ultraseven (1967-1968):
Accanto a Il giro del mondo in 7 televisioni, in quella stessa settimana, sempre sul Programma Nazionale, fa il suo esordio la trasmissione Sapere, che dedica la sua puntata del lunedì alla prima parte di un approfondimento giornalistico e documentaristico sul Giappone:
Tutto ciò, unito alla sopra illustrata linea editoriale della "TV dei ragazzi", rende evidente quanta cura venisse riposta sia nei programmi rivolti al pubblico giovanile, sia nel trattare culture diverse dalla nostra, dimostrando così una professionalità e una volontà di approfondimento che purtroppo sono via via scomparse nel corso dei decenni successivi, in cui censure, superficialità, semplificazione e riduzione dello spazio, si sono abbattute sui programmi per ragazzi della Rai e delle altre emittenti nazionali, spesso sottovalutando le capacità di apprendimento e di comprensione del pubblico più giovane, limitandosi a offrire ad esso prodotti di evasione e di facile intrattenimento.
P. S. Si ringrazia Luciano Pinelli per la sua disponibilità e per le preziose informazioni relative alla creazione del suo programma Gli eroi di cartone.
Karel Zeman (fonte) |
La creazione della sigla di Mille e una sera viene affidata a I Nomadi, gruppo che nel 1967 fu bersaglio di censure e polemiche per via della canzone Dio è morto scritta da Francesco Guccini.
Questa la presentazione di Mille e una sera sul Radiocorriere:
Il programma è stato curato da Luciano Pinelli con la consulenza di Gianni Rondolino. Pinelli è stato anche a Gottwaldov [oggi chiamata Zlín] a filmare una lunga intervista col grande regista che ha esposto le sue idee sul tema del cinema d'animazione, sui problemi del film per ragazzi e didattico in genere, sull'impegno culturale e civile di autori e pubblico. Le dichiarazioni di Zeman saranno suddivise nelle cinque trasmissioni, ognuna delle quali, oltre allo spettacolo cinematografico vero e proprio, si propone di fornire allo spettatore gli elementi essenziali per comporre una sorta di "scheda" dell'opera presentata.
(cfr. l'articolo Il meraviglioso che aiuta a vivere di S. G. Biamonte, Radiocorriere n. 40, pag. 136).
Dal Radiocorriere n. 44 (novembre 1970) |
In seguito, Gli eroi di cartone e Mille e una sera vengono rispettivamente affidati alla coppia Nicoletta Artom/Sergio Trinchero e a Mario Accolti Gil (scomparso il 21 aprile 2017), portando avanti un approccio al mondo dell'animazione internazionale volto ad emanciparsi dalle popolari opere umoristiche della tradizione disneyana, come ben evidenziato da queste parole di Pietro Pintus:
Diciamolo francamente, a questo proposito: ancora oggi, l'idea del cinema d'animazione quasi fatalmente si collega con l'immagine di platee giovanissime, con quella dei cartoni animati e, in definitiva, con le "silhou[e]ttes" familiari dei molti eroi (e comparse) usciti dagli studi di Walt Disney. Condizioni oggettive e pigrizia culturale del mercato cinematografico, e non solo di quello, hanno fatto sì che la gran massa degli spettatori finisse con l'identificare il cortometraggio a disegni animati, creato a scopo di intrattenimento per lo più, con un tipo di cinema diverso da quello narrativo e da quello documentario, ma affine alle vecchie comiche del cinema muto; trascurando e mettendo da parte quanto in quel difficile territorio dell' "immagine in movimento" si stava facendo da più parti, e nel campo del cinema sperimentale vero e proprio e in quello più tradizionale del cinema favolistico.
Le due rubriche, Mille e una sera e Gli eroi di cartone, si ripropongono all'attenzione dei telespettatori (...) con il proposito di chiarire ancora una volta gli equivoci e di informare in modo esauriente, forti delle esperienze passate, ormai quadriennali.
Le avventure del principe Achmed (1926) di Lotte Reiniger, programmato all'interno di Mille e una sera |
Da un lato Mille e una sera (che è curata da Mario Accolti Gil, con le presentazioni critiche di Gianni Rondolino) rivolge la propria attenzione - come per le trascorse edizioni - al cinema d'animazione d'autore, cioè a quanto è stato fatto, e si sta facendo da più parti, per portare avanti un discorso che prescinde dalle mode, dagli interessi mercantili e dalle facilità spettacolari; mettendo a profitto le qualità peculiari del mezzo cinematografico, con una vivacità e varietà d'interventi - spesso stoici e ancor più spesso fanaticamente disinteressati, i quali sembrano contraddire clamorosamente il mondo opulento e dissipatore dell'avventura cinematografica - che danno testimonianza dell'inesauribile miniera costituita da questo settore del cinema che saremmo tentati di definire "puro".
Da un altro lato Gli eroi di cartone (a cura di Nicoletta Artom) articola le proprie trasmissioni puntando su un personaggio del disegno animato divenuto popolare, o in qualche modo pungente e significativo: enucleandone le caratteristiche, i tic, i riferimenti precisi all'attualità; facendo insomma opera di divulgazione critica e nello stesso tempo non dimenticando mai che il programma è dedicato soprattutto a un pubblico giovanile, di bambini e ragazzi (anche se gli spettatori adulti, secondo un calcolo del Servizio Opinioni, non sono inferiori ai tre milioni in quell'ora di ascolto, il martedì pomeriggio alle 18). (...)
Vignetta di Roberto Galve su Gli eroi di cartone, dal libro Vita col fumetto (1983) di Sergio Trinchero |
Da una parte il terreno d'autore e sperimentale, sistematicamente rivisitato, di Mille e una sera: e dall'altra la galleria di "divi" animati, entrati nella mitologia popolare, spesso trasferiti dalla pagina dell'albo a fumetti nel fotogramma della pellicola impressionata, e che costituisce la struttura portante de Gli eroi di cartone.
(cfr. l'articolo Il cinema puro e i divi animati di Pietro Pintus, Radiocorriere n. 41 dell'ottobre 1972, pag. 100/101).
Sotto la direzione di Mario Accolti Gil viene coinvolto il cantautore e cabarettista Enzo Jannacci come presentatore del secondo ciclo di Mille e una sera, al cui interno è inserito l'importante film d'animazione giapponese La leggenda del serpente bianco (1958, titolo originale: "Hakujaden"), prodotto dalla Toei e diretto da Taiji Yabushita e Kazuhiko Okabe, trasmesso in prima serata sul Secondo Canale il 12 dicembre 1970, doppiato in italiano come reso noto il 12 febbraio 2018 dalla Dynit con un post sulla propria pagina facebook e come risulta dall'edizione in dvd del film curata dalla stessa Dynit:
Radiocorriere n. 49 (dicembre 1970) |
Copertina dell'edizione dvd edita da Dynit nel 2018 |
Proprio il Giappone fu il primo paese estero al centro di un'importante iniziativa della Rai nell'autunno del 1970, così descritta da Giuseppe Bocconetti nel suo sopracitato articolo:
Assolutamente nuova è l'iniziativa di far trascorrere ai nostri ragazzi, ogni settimana, un'ora con la "TV dei ragazzi" di altri Paesi: cosa vedono, di che cosa si interessano, come vengono preparati i programmi, dove, e in quale tipo di società nascono: Il giro del mondo in 7 televisioni. Con l'inizio dell'autunno andrà in onda la TV dei ragazzi in Giappone. (cfr. Radiocorriere n. 20, pag. 45).Questa iniziativa, che occupò la settimana da lunedì 26 a sabato 31 ottobre sul Programma Nazionale, venne maggiormente approfondita sul n. 43 del Radiocorriere, nella pagina del settimanale dedicata alla "TV dei ragazzi":
In quei giorni di programmazione, si parlò anche del fumettista, regista e animatore Osamu Tezuka, figura cardine del mondo del fumetto e dell'animazione in Giappone, mostrando inoltre un esempio di telefilm fantascientifico con attori ("tokusatsu"), Ultraseven (1967-1968):
Giovedì 29 ottobre 1970 |
Mercoledì 28 ottobre 1970 |
Accanto a Il giro del mondo in 7 televisioni, in quella stessa settimana, sempre sul Programma Nazionale, fa il suo esordio la trasmissione Sapere, che dedica la sua puntata del lunedì alla prima parte di un approfondimento giornalistico e documentaristico sul Giappone:
Questa sera, nella prima puntata di Sapere, avrà inizio il ciclo dedicato a Vita in Giappone e Gianfranco Piazzesi introdurrà il tema seguendo la nuova strutturazione informativo-educativa della rubrica, cioè partendo da precisazioni di carattere geografico e individuando progressivamente diversi fattori di natura storica, sociale, economica e politica, oltre che culturale, che servono a dare una immagine più vera e attuale e del Giappone.
(cfr. Radiocorriere n. 43, 1970, pag. 85; il testo della presentazione è anonimo).
Vita in Giappone cerca di cogliere questo grande Paese asiatico e modernissimo in tutte le sue complesse e contraddittorie manifestazioni. Si parla così del sovraffollamento di Tokio e della strenua volontà di lavorare dei giapponesi; della sopravvivenza di alcune arcaiche tradizioni (come la notevole diffusione delle sensali di matrimonio, dato che la maggioranza dei giapponesi sono ancora favorevoli ai matrimoni combinati) e del travolgente sviluppo industriale e agricolo; della grande varietà e ricchezza dei movimenti politici e religiosi e del prodigioso fenomeno letterario; del rapido progredire della scuola e dell'affermazione su scala mondiale dell'architettura giapponese (Kenzo Tange ed i suoi discepoli). Qui la parte spettacolare sostiene adeguatamente il contenuto informativo, caricando di suggestione un ciclo che è di per se stesso interessante.
(cfr. l'articolo Le esperienze e la saggezza dell'uomo di Antonino Fugardi, Radiocorriere n. 43, pag. 37).Come se non bastasse, sempre in quella settimana, mercoledì 28 ottobre in prima serata sul Secondo Canale va in onda Il trono di sangue (1957) di Akira Kurosawa, rilettura nipponica del Macbeth di William Shakespeare, testimoniando ulteriormente quanta attenzione viene rivolta in quei giorni al paese del Sol Levante.
Radiocorriere 43, 1970 |
Tutto ciò, unito alla sopra illustrata linea editoriale della "TV dei ragazzi", rende evidente quanta cura venisse riposta sia nei programmi rivolti al pubblico giovanile, sia nel trattare culture diverse dalla nostra, dimostrando così una professionalità e una volontà di approfondimento che purtroppo sono via via scomparse nel corso dei decenni successivi, in cui censure, superficialità, semplificazione e riduzione dello spazio, si sono abbattute sui programmi per ragazzi della Rai e delle altre emittenti nazionali, spesso sottovalutando le capacità di apprendimento e di comprensione del pubblico più giovane, limitandosi a offrire ad esso prodotti di evasione e di facile intrattenimento.
P. S. Si ringrazia Luciano Pinelli per la sua disponibilità e per le preziose informazioni relative alla creazione del suo programma Gli eroi di cartone.
Per ulteriori informazioni sui legami tra la Rai e il Giappone nei primi anni '70, si rimanda all'approfondimento sul film d'animazione nipponico La volpe con nove code (1968), trasmesso nel febbraio 1972 su Raiuno e forse da allora mai più replicato. L'articolo è reperibile a questo link.
Sempre nel 1972, alcune scene censurate dalla Rai del film La volpe con nove code furono mostrate nel corso di una puntata del programma Spazio - Il settimanale dei più giovani (a cura di Mario Maffucci e condotto da Enza Sampò) dedicata alla "violenza" nei fumetti e nei cartoni animati. Un resoconto della puntata di quel programma si trova a questo link.
Luciano Pinelli, nato a Bologna, è scomparso a Roma il 6 agosto 2023. La notizia della sua morte è stata diffusa da testate giornalistiche come Sky Tg24 e Il Resto del Carlino.
=================================================
N. B. (Aggiornamento del 22/02/2016): Si riporta una breve presentazione biografica e professionale di Luciano Pinelli, tratta dall'articolo Gli antenati di Charlie Brown di S. G. Biamonte (cfr. Radiocorriere n. 38 del 1970):
Sempre nel 1972, alcune scene censurate dalla Rai del film La volpe con nove code furono mostrate nel corso di una puntata del programma Spazio - Il settimanale dei più giovani (a cura di Mario Maffucci e condotto da Enza Sampò) dedicata alla "violenza" nei fumetti e nei cartoni animati. Un resoconto della puntata di quel programma si trova a questo link.
Luciano Pinelli, nato a Bologna, è scomparso a Roma il 6 agosto 2023. La notizia della sua morte è stata diffusa da testate giornalistiche come Sky Tg24 e Il Resto del Carlino.
=================================================
N. B. (Aggiornamento del 22/02/2016): Si riporta una breve presentazione biografica e professionale di Luciano Pinelli, tratta dall'articolo Gli antenati di Charlie Brown di S. G. Biamonte (cfr. Radiocorriere n. 38 del 1970):
Pinelli, 34 anni, bolognese, già aiuto-regista nel cinema (con i fratelli Taviani, Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo), collabora ai programmi televisivi dal 1965 (Giovani, Europa Giovani, Cordialmente, ecc...) ed è uno dei direttori della Mostra del cinema libero di Porretta Terme. Appassionato di disegni animati, ha trovato nei libri dedicati all'argomento una miniera di aneddoti e fatti singolari che ora vuole far raccontare agli spettatori degli Eroi di cartone.
stupendo come sempre
RispondiEliminaGrazie! :)
EliminaIl tuo Blog è semplicemente... indispensabile!
RispondiEliminaGrazie per il tuo splendido lavoro!
Orlando
Prego Orlando, grazie a te per apprezzarlo così tanto!
EliminaHo appena terminato la lettura dei tuoi articoli in merito alla Tv dei Ragazzi e a Nicoletta Artom (un nome che io, quarantenne tuttora appassionato di animazione, porto nel cuore): sono articoli interessantissimi e dettagliati, li ho apprezzati davvero tanto e volevo ringraziarti per il tuo lavoro.
RispondiEliminaMi spiace essere venuto a conoscenze del tuo blog solo ora, ma un po' alla volta mi dedicherò alla scoperta e alla lettura degli altri articoli.
Grazie di nuovo.