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giovedì 14 febbraio 2019

"La volpe con nove code" (1968) di Shinichi Yagi - Il film d'animazione giapponese trasmesso dalla Rai nel 1972



Nel 1972, su Raiuno (allora nota come "Programma Nazionale" e successivamente come "Rete 1"), viene trasmesso il misterioso film d'animazione giapponese La volpe con nove code (1968) di Shinichi Yagi, sul quale si fornisce una raccolta di informazioni attualmente reperibili attraverso il web, dalle quali emergono i molti spunti di interesse offerti dalla pellicola, purtroppo finora mai pubblicata in home video in Italia e, in base alle attuali conoscenze, nemmeno all'estero.

mercoledì 24 dicembre 2014

Biancaneve, Disney e l'horror: tra le critiche degli adulti e gli elogi di Federico Fellini



In occasione del ventennale dell'epocale prima edizione in home video del primo lungometraggio disneyano, Biancaneve e i sette nani (1937) di David Hand, è importante ricordare come esso fu spesso fonte di critiche nel corso dei decenni perché colpevole di contenere scene ritenute troppo spaventose e inadatte ai bambini, un'accusa che venne rivolta da un gruppo di genitori statunitensi persino alla fiaba dei fratelli Grimm su cui il film è basato. Gli elementi macabri, gotici e spaventosi presenti nella pellicola, erano infatti coerenti con la tradizione europea della fiaba, venendo pubblicamente elogiati da un illustre ammiratore del film, Federico Fellini.

martedì 8 luglio 2014

Isao Takahata, Toulouse-Lautrec e Émile Cohl, il pioniere del cinema d'animazione


Tra le tante persone che hanno fatto la storia del cinema d'animazione internazionale e che purtroppo, col passare del tempo, sono andate dimenticate o non hanno mai ottenuto la dovuta attenzione, vi è senza dubbio Émile Cohl (pseudonimo di Émile Courtet, 1857-1938), considerato il creatore del cinema a disegni animati. A Cohl è dedicato un accurato volume francese dal titolo Émile Cohl - L'inventeur du dessin animé (pubblicato da Omniscience nel 2008, inedito in Italia), realizzato da Pierre Courtet-Cohl (1932-2008, nipote di Émile, purtroppo scomparso poco prima che avvenisse la pubblicazione del libro) e da Bernard Génin, che può vantare una prestigiosa prefazione scritta dal regista giapponese Isao Takahata, noto per il suo sodalizio artistico e produttivo con Hayao Miyazaki, nonché direttore di serie tv come Heidi (1974) e Anna dai capelli rossi (1979), ma anche di importanti film d'animazione come Hols il principe del sole (1968, aka "La grande avventura del piccolo principe Valiant") e Una tomba per le lucciole (1988).

martedì 20 maggio 2014

L'animazione giapponese in un libro italiano del 1960



"Il Giappone, vivaio di raffinatissimi artisti come Hokusai (...), di pittori frenetici di movimento, non poteva non essere sedotto dal Disegno Animato. Il temperamento minuzioso, osservatore, sereno dei disegnatori nipponici racchiudeva in sé già gli elementi fondamentali per dar vita ad ottimi cartoonists". Così ha inizio il primo accertato approfondimento italiano sull'animazione giapponese, contenuto in Storia del cartone animato (Omnia Editore, 1960) di Enrico Gianeri (1900-1984) che lo firma con lo pseudonimo di Gec. Questo libro rappresenta il primo caso italiano di studio della storia del cinema d'animazione internazionale, dalle origini alle informazioni più recenti disponibili nel periodo in cui venne pubblicato. In esso trova appunto spazio anche l'animazione giapponese, trattata molto positivamente da Gianeri, il quale, sempre all'interno di questo volume, effettua un'importante precisazione sul diverso modo di intendere l'animazione in USA e in Europa, dal quale emerge chiaramente come l'evoluzione del disegno animato in Giappone sia maggiormente compatibile con la concezione dell'animazione in Europa.

sabato 10 maggio 2014

Pinocchio di Noburo Ofuji - Sulle tracce di un film perduto



Noburo Ofuji (1900-1961, a volte indicato come "Ohfuji") è un regista estremamente importante all'interno della cinematografia nipponica e internazionale, sebbene le sue opere siano attualmente molto difficili da vedere e pressoché sconosciute in Italia. Alcune di esse, purtroppo, si teme siano andate irrimediabilmente perdute, come il suo adattamento cinematografico di Pinocchio (1929-1932), che rappresentò il primo caso al mondo di opera composta da disegni animati, dedicata al burattino di Collodi. All'interno della critica italiana, ci fu addirittura chi la apprezzò maggiormente del Pinocchio disneyano.