Prosegue l'approfondimento dedicato al regista George A. Romero (1940-2017), concentrando l'attenzione sull'impatto che il suo secondo film dedicato ai morti viventi, Zombi (titolo originale: Dawn of the Dead, 1978), ebbe su pubblico, critica e censura negli USA al momento della sua distribuzione cinematografica nel 1979, l'anno seguente al suo debutto in Italia.
Foto di scena del film Dawn of the Dead/Zombi di George A. Romero (fonte) |
Prima di Dawn of the Dead, negli USA Romero era reduce dagli esiti difficili che vari suoi film avevano ottenuto al box-office, spesso scontrandosi con problemi di distribuzione nei circuiti delle sale cinematografiche, in quanto si trattava di film a basso budget prodotti e distribuiti volontariamente in modo indipendente dalle major hollywoodiane, cosa che li ha molto penalizzati, come nel caso de La città verrà distrutta all'alba (The Crazies, 1973, aka "Ecatombe"), opera anticipatrice di Zombi, lanciata in pochissime sale cinematografiche a New York, alla stregua di un film pornografico. Tra i film realizzati in quel periodo, oltre alla commedia There's Always Vanilla (1971, inedito) - ambientata nel mondo della produzione di spot pubblicitari, dove lavorò anche Romero ai suoi esordi; tra i protagonisti c'è Judith Ridley, presente anche nel cast della Notte dei morti viventi (1968) -, e al dramma-horror La stagione della strega (Season of the Witch, 1973, aka "Hungry Wives" e "Jack's Wife") - in Italia arrivato direttamente in vhs edito dalla Mondadori Video nel 1990; in bilico tra realtà, sogno e allucinazioni, racconta la storia di una donna che si interessa alla stregoneria nel tentativo di emanciparsi dalle proprie frustrazioni domestiche e dall'essere considerata solo la "moglie di Jack" dalle persone che frequenta -, merita particolare attenzione Martin (1978, aka "Wampyr"), prodotto grazie al sostegno economico di Richard P. Rubinstein, che resterà al fianco di Romero anche per Zombi e per altre opere come Knightriders - I Cavalieri (1981), Creepshow (1982), Il giorno degli zombi (1985), Creepshow 2 (1987), la serie tv Tales from the Darkside (1984-1988, in Italia nota come "Un salto nel buio" o "Codice mistero") e il film ad essa collegata I delitti del gatto nero (Tales from the Darkside: The Movie, 1990).
Fotobusta d'epoca del film La città verrà distrutta all'alba (The Crazies, 1973) di Romero (fonte) |
Dopo aver proposto con La notte dei morti viventi una rielaborazione concettuale della figura dello zombi haitiano (portata al cinema nel 1932 con L'isola degli zombies e decenni dopo da Wes Craven in Il serpente e l'arcobaleno [1988]), e aver tentato con La stagione della strega una rivisitazione della "strega" associandola alla volontà di emancipazione femminile scaturita dal femminismo, Romero con Martin rivolge la sua attenzione al "vampiro", inserendolo all'interno di un contesto quotidiano americano fatiscente fornito dalla cittadina di Braddock (non molto distante da Pittsburgh), così descritta dal regista, associandola alla personalità disturbata del protagonista, sviluppatasi per via del difficile contesto famigliare e sociale in cui vive:
Adoravo quella sua atmosfera fatiscente (...), pervasa da una certa malinconia. Infatti, molti anni prima, le fabbriche avevano chiuso, ma la gente restava in città nella speranza che riaprissero. Il senso di perdita era incredibile, quasi come se il Sogno Americano fosse crollato.
[Riguardo al "vampirismo" del protagonista:] è solo confuso. Credo che glielo abbiano inculcato a causa delle credenze della famiglia. È stato influenzato dai film che ha visto e dai ricordi di alcuni film.
(cfr. il documentario Making Martin - A recounting, inserito come contenuto extra nell'edizione in dvd del film della Mondo Home Entertainment)
Locandina originale di Martin (fonte) |
Sebbene Martin sia uno dei film prediletti da Romero, in Italia uscì solo in seguito a Zombi, con il titolo "Wampyr" e in un'edizione tagliata, alterata nel montaggio e con l'inserimento di un'invasiva colonna sonora dei Goblin in sostituzione di quella più minimalista ed efficace adottata da Romero. Solo nel 2009, grazie alla pubblicazione in dvd, l'edizione originale del film si è potuta diffondere anche nel nostro paese.
Inserto promozionale per il film romeriano Martin/Wampyr Corriere della Sera, 3/06/1979 |
Malgrado questa pessima esperienza, Romero deve proprio all'Italia e in particolare a Dario Argento molta della sua popolarità internazionale. Ciò che accadde durante i loro primi incontri è stato così raccontato dal regista italiano:
Mi disse che stava addirittura meditando di lasciare il cinema. Gli sembrava di non sentire più gli stimoli giusti, non aveva voglia di scrivere, di pensare a un altro film e così via. Io cercai di incoraggiarlo e passammo diversi giorni insieme, a parlare e a scambiarci le nostre idee su tante cose. Mi accorsi che questo incontro stava influendo positivamente su di lui. Forse aveva solo bisogno di parlare, di sfogarsi e poterlo fare con me, che facevo il suo stesso lavoro e condividevo molti dei suoi interessi, gli fece bene. Fu come se tutto a un tratto avesse riscoperto la possibilità di concedersi ancora fiducia, di credere di nuovo in se stesso. (...)
Romero e l'attrice Christine Forrest, sua moglie fino al 2010, anno del loro divorzio I due lavorarono a lungo insieme e si sposarono nel 1981 Dal documentario The Dead Will Walk (2004) di Perry Martin |
Aveva come una doppia natura. Una molto razionale, pragmatica, tipicamente americana. L'altra era quella del cineasta indipendente, quasi underground, e che quindi prevedeva una certa percentuale di improvvisazione. Lavorava molto con la macchina a mano e spesso manovrava lui la cinepresa. Era un trascinatore, un condottiero che guidava la sua troupe come un piccolo esercito. Aveva anche un forte sentimento morale. Nel gruppo che lavorava con lui trovavano sempre posto persone appartenenti a minoranze etniche, che magari nel mondo del cinema, soprattutto allora, erano in qualche modo discriminate. Oppure faceva lavorare gente con handicap, anche gravi, come nel caso, mi ricordo, di un suo assistente. Era molto, molto sensibile a queste cose. (...) Già nei primi suoi film c'è uno sguardo estremamente limpido su certe questioni, quelle razziali ad esempio. Se in un suo film ci sono personaggi di colore - e ce ne sono sempre - puoi star sicuro che verranno rappresentati al di fuori da qualsiasi stereotipo. È un uomo molto intelligente, con un grande senso di responsabilità.
Foto di gruppo del cast e della troupe di Zombi - Dawn of the Dead Da The Dead Will Walk |
In tanti anni, abbiamo avuto soltanto una volta un piccolo contrasto, per una questione produttiva, quando realizzammo insieme Due occhi diabolici [1990]. Il film era stato prodotto da Achille Manzotti. Mentre il montaggio lo fece Romero, in America, per ragioni di budget si decise di fare l'edizione sonora in Italia. Lui non era d'accordo, ma io, d'altra parte, non potevo farci niente. Comunque, se la prese molto e finì che non ci parlammo per un paio d'anni. Poi George venne in Italia e chiarimmo tutto, ci riconciliammo e tornammo ad essere gli amici di prima.
(cfr. il libro-intervista Nuovo Cinema Inferno - L'opera di Dario Argento, di Daniele Costantini e Francesco Dal Bosco, Nuova Pratiche Editrice, Milano, 1997, pag. 102-103)
Dario Argento cura i preparativi per la proiezione di Zombi a Milano Corriere della Sera, 31/08/1978 |
Edizione dvd americana (2014) del film Due occhi diabolici |
Recensione del film Due occhi diabolici, ad opera di Tullio Kezich Corriere della Sera, 27/01/1990 |
Da parte sua, così Romero ha parlato degli accordi contrattuali con Argento per Dawn of the Dead:
Dario aveva il diritto di cambiare il film, di tagliare, di fare quello che ritenesse più appropriato per il pubblico europeo. Lui non credeva che fossero pronti per le battute, i doppi sensi, lo humour. Lui voleva che fosse un incalzare continuo di colpi di scena e così via. (...) Al tempo ne discutemmo, molto animatamente, tuttavia lui aveva tutti i diritti per farlo e io lo sapevo; mi sono fidato di lui e ha fatto un buon lavoro. E la musica dei Goblin è davvero ottima, solo che non volevo usarla tutta. Sai, noi avevamo il diritto di usare solo quello che ci serviva o anche niente. E quindi è stata un'ottima collaborazione con dei patti molto leali: tu fai tutto quello che vuoi, e questo è quello che voglio fare io. Lui è stato molto leale e loro sono stati molto corretti, non me ne lamento affatto. Loro si perdevano un po' dei... messaggi, si perdevano qualcosa che era nello scopo di tutta l'idea. E il fatto è che in Gran Bretagna quando hanno visto la versione americana con lo humour, hanno fatto un taglio di circa 30 secondi. Quindi ci sono andati molto più pesanti con la versione di Dario.
Dario Argento e George Romero al Monroeville Mall (fonte) |
[In Gran Bretagna volevano tagliare 13 minuti dalla versione di Argento, ma in seguito, dopo aver visionato la versione di Romero nel luglio 1979, la commissione di censura britannica optò per tagliare circa 3 minuti dalla versione romeriana, consentendone la distribuzione nelle sale cinematografiche, avvenuta a partire dal marzo 1980 col titolo "Zombies - Dawn of the Dead", dopo un'anteprima al Film Festival di Londra tenutasi il 16 novembre 1979].
(cfr. il documentario Speak of the Dead, inserito nel dvd del film romeriano Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi [2007], edito da Minerva nel 2010)
Locandina britannica del film realizzata da Tom Chantrell Il film venne distribuito in Gran Bretagna dalla Target International Pictures (fonte) |
Il centro commerciale dove avvenivano le riprese coperto dalla neve
Da The Dead Will Walk
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L'impatto di Dawn of the Dead sul pubblico americano del 1979 viene raccontato da John Skipp e Craig Spector nella loro già citata introduzione a Il libro dei morti viventi (1989, in Italia edito da Bompiani nel 1995), accennando anche al fatto che il film uscì nei cinema statunitensi senza la classificazione da parte della MPAA (Motion Picture Association of America, commissione di censura istituita dalle major hollywoodiane), che nel 1979 era composta dalle seguenti categorie: la G (General Audiences, film per tutti), la GP (Parental Guidance Suggested, visione consigliata in presenza di un genitore o di un adulto), la R (Restricted, obbligo dell'accompagnamento di un adulto per i minori di 17 anni), e la X (divieto assoluto per i minori di 17 anni), quest'ultima solitamente utilizzata per i film pornografici, o per lungometraggi inerenti tematiche a sfondo sessuale come Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy, 1969, incentrato sulla prostituzione maschile), il quale venne poi riclassificato con il declassamento alla categoria "R" nel 1970:
Non ancora soddisfatto, Romero nel 1979 creò Dawn of the Dead, il film che riuscì a transcodificare per sempre la sua concezione del mondo nel sistema nervoso della cultura moderna. Da quel momento, la sua visione di un mondo invaso dai morti viventi divenne ben più di un'ingegnosa invenzione tematica: divenne un vero e proprio mythos contemporaneo, equivalente sotto ogni riguardo a quelli di Lovecraft, se non a quelli degli antichi, ed eternamente litigiosi, greci.
Le riprese all'interno del centro commerciale Monroeville Mall (fonte) |
Dawn of the Dead fu anche il primo film a sfidare la temuta MPAA, rifiutando i tagli che lo avrebbero diluito in una versione classificata R, e rifiutando allo stesso tempo una X, il teschio con tibie che l'avrebbe messo alla pari di [film pornografici come] Gola profonda [Deep Throat, 1972] e di Debbie si fa Dallas [Debbie does Dallas, 1978, in Italia distribuito col titolo di "Giochi maliziosi"]. Fu fatto uscire, invece, senza classificazione, con un netto rifiuto di stare al gioco della censura. Questa scarsa attitudine al compromesso avrebbe condannato un film minore. Ma non c'era mai stato niente di simile alla cavalcata senza sosta di effetti truculenti che Romero scatenò con Dawn of the Dead. Quando il pubblico cinematografico di tutto il mondo impazzì vedendolo, l'epoca dello splatter si poté considerare iniziata...
(cfr. pag. 12-13; dato che ci si riferisce all'edizione romeriana del film, si è scelto di inserire nel testo il titolo originale "Dawn of the Dead")
Un altro momento delle riprese nel centro commerciale (fonte) |
Il fatto della distribuzione nelle sale cinematografiche senza il parere della MPAA viene raccontato anche dallo storico David J. Skal nel suo libro The Monster Show - Storia e cultura dell'horror (Baldini & Castoldi, 1998), dove si accenna anche ai numerosi problemi che i film horror, in particolare quelli prodotti in modo indipendente, hanno da sempre avuto con la MPAA:
Dawn of the Dead, una satira sociale al vetriolo, riempiva un centro commerciale di zombi antropofagi: un'immagine indelebile del consumismo impazzito. Gli effetti speciali erano grottescamente sopra le righe: una testa saltava in aria con un colpo di fucile, un morto-vivente mordeva in prima piano la spalla della moglie, un altro cadavere ambulante subiva una specie di taglio di capelli a zero da una vorticosa lama di elicottero. Il film venne distribuito senza passare la censura preventiva dell'MPAA. (...)
(pag. 271-272; anche in questo caso si è scelto di mantenere il titolo originale "Dawn of the Dead")
Disegno esplicativo per la tecnica usata nella scena del morto vivente colpito dalle pale dell'elicottero |
Foto di scena coi quattro protagonisti, durante una pausa sul set del film (fonte) |
L'MPAA è l'ultima incarnazione di quella MPPDA [Motion Picture Producers and Distributors of America, lett. "produttori e distributori cinematografici d'America"] che tanti grattacapi creò ai creatori di La moglie di Frankenstein [1935] e La figlia di Dracula [1936] negli anni Trenta, e, nel suo cuore ipocrita, non è cambiato nulla. Politicamente incapace di vincere le innumerevoli schermaglie contro i grossi studi che le forniscono i finanziamenti, ma sempre con l'esigenza di apparire responsabile nei confronti del pubblico, la MPAA infligge il proprio metro arbitrario e indecifrabile a film indipendenti e a basso costo, dove trova rifugio la maggior parte dell'horror.
Lo scrittore/produttore Ken Sanders scrisse per [la rivista] "Fangoria" un articolo devastante sui giochi al gatto col topo della MPAA per aver conferito l'importantissima classificazione Restricted al suo film Blood Salvage [inedito in Italia] (t. lett.: Sangue recuperato, 1990, di Tucker Johnston). (Un film privo di classificazione o con una "X" poteva incorrere in una distribuzione zoppicante e in problemi per la pubblicità). Nel racconto di Sanders, un giudizio disattento si era basato sul proiezionista per stimare la potenziale reazione dell'America media al film. Si erano poi utilizzate le risposte orali dell'uomo per richiedere tagli a certa violenza non sanguinolenta, che Sanders riuscì a rintuzzare con successo. Intanto, in un costoso prodotto da studio come La mosca 2 (The Fly II, 1989, di Chris Walas), un gratuito primo piano della testa di un personaggio spappolata da un ascensore non comprometteva in alcun modo il suo imprimatur "R". Fece pure osservare alla MPAA che un film d'azione come Arma Letale 2 (Lethal Weapon 2, 1989, di Richard Donner) conteneva dieci volte la violenza cinematografica di Blood Salvage. I guardiani della moralità non demordevano. "Il suo film è diverso", dissero. Sanders era d'accordo. "Il mio era un film horror a bilancio modesto e produzione indipendente. Non un'enorme produzione di studio con grossi divi e tonnellate di pubblicità preventiva. Ecco quello che l'ha candidato a una rapida esecuzione".
(pag. 289-290)
Riguardo alla decisione di fare uscire Dawn of the Dead nei cinema senza aver ottenuto il giudizio della MPAA, il produttore Richard Rubinstein così si espresse, ricordando le trattative con le società di distribuzione cinematografica, tra le quali venne poi scelta la United Film Distribution Company per lanciare il film nelle sale:
Molte persone ci offrirono cospicue somme di denaro per consegnare un film catalogato R, che significava che dovevano tagliare le scene più forti per ottenere solo un divieto ai minori di 17 anni. Cercammo un distributore che riconoscesse come noi che il corso d'azione economico migliore era di lasciare il film com'era, anche se questo creava altri problemi. Problemi con i quotidiani che potevano rifiutare la pubblicità, con le stazioni televisive che non avrebbero mandato in onda il trailer o con cinema che non avrebbero proiettato il film. Credevano che questi problemi sarebbero costati meno e che avremmo guadagnato di più se il film fosse stato come voleva George. (...)
Per una società tra le più importanti dell'industria, proiettare un film senza divieti rappresenta una grossa opportunità, ed è una cosa lunga e difficile da trovare. Essenzialmente siamo d'accordo con un sistema che etichetta i film e dice alle persone cosa vedranno, però non dovrebbero conseguirne penalizzazioni economiche.
(cfr. il documentario Document of the Dead, di Roy Frumkes, rilasciato originariamente nel 1979 per poi essere rieditato nel 1989 e nel 2012; in Italia venne inserito come contenuto extra all'interno del cofanetto dvd a 5 dischi di Zombi prodotto dalla Alan Young nel 2004)
Richard Rubinstein nel 1979 Da Document of the Dead |
George Romero, nell'agosto 2007, durante un incontro con il pubblico tenutosi in un cinema di Toronto (Canada), ha specificato che "Il distributore accettò di rilasciare il film senza la valutazione della censura, cioè non avremmo potuto farlo da soli, avremmo finito per tagliare, che so, 13 minuti?!" (cfr. il sopracitato documentario Speak of the Dead, inserito nel dvd del film Diary of the Dead).
Il logo della società distributrice negli USA di Dawn of the Dead |
Per ciò che invece riguardò i problemi nell'individuare una società di distribuzione adatta a Dawn of the Dead, Romero si è espresso nel seguente modo, in un'intervista rilasciata poco dopo il successo del film negli USA:
Molti distributori che lo volevano, capendo i problemi per esempio con la MPAA in questo paese, cioè che la MPAA l'avrebbe probabilmente vietato ai minori, sapevano che l'unico modo per avere la R era di tagliarlo. Io resistetti durante le trattative, e fortunatamente Richard mi ha sempre spalleggiato, anche se un paio di volte sarebbe stato più facile finanziariamente concludere un accordo. Sarebbe stato più facile. (...) Ma avendo il sostegno di Richard, mi sono potuto sedere e dire: "Non taglierò il film" quando il distributore si impuntava per farlo uscire senza divieti. Non è che non accettava il divieto assoluto, perché metteva la scritta: "Non entrerà nessun minore di 17 anni, nemmeno con un genitore". Accetta quelle restrizioni, quello che non accetta è il simbolo X, perché la X indica automaticamente alla maggioranza degli americani, che si tratta di un film osceno. (...)
Articolo d'epoca (risalente al 1978 o al 1979) sulla decisione di Romero di rifiutare la X della MPAA Da Document of the Dead |
L'avvertimento per il pubblico inserito nel trailer e nelle locandine di Dawn of the Dead negli USA: "Non c'è sesso esplicito in questo film, tuttavia ci sono scene di violenza che potrebbero risultare scioccanti. Nessun minore di 17 anni sarà ammesso" |
Poi ho combattuto anche... devi sempre combattere per la lunghezza. Di solito il distributore dice: "È bellissimo, mi piace molto, ma riducilo a 90 minuti".
Non c'è nessun segreto, non posso insegnare come ottenere il tipo di controllo che permette di lasciare il film più lungo o di avere quel tipo di montaggio creativo, devi resistere e non vendere finché qualcuno non ti dà ragione. E io sono riuscito a farlo in parte grazie alla mia reputazione, ma in parte solo perché mi sono seduto e ho detto no. Un paio di volte le persone si sono alzate dal tavolo delle trattative e sono andate via. Devi resistere. Sono i momenti più difficili, devi resistere e dire: "d'accordo, speriamo di vedervi domani". Alla fine dicevano: "D'accordo, può essere il tuo montaggio". (...)
Romero (a destra) durante le riprese del talk show televisivo con cui inizia Dawn of the Dead Da The Dead Will Walk |
Pochi registi hanno il controllo totale sul montaggio dei loro film. Quando vi dicono che queste sono le regole del sistema e che non potete fare in un altro modo, si sbagliano. Si può fare in altri modi e si può mantenere il controllo del proprio prodotto. Non bisogna vivere a New York o Hollywood per produrre film e per avere l'attenzione. Penso che noi ne siamo la prova. Vorrei incoraggiare il più possibile le persone a fare tutto ciò che gli altri dicono che non possono fare.
(cfr. il già citato documentario Document of the Dead)
George A. Romero nel 1979 Da Document of the Dead |
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P.S. Si segnala questo video con la presentazione di Dario Argento di Zombi, tenutasi al festival del cinema di Locarno (Svizzera) 2017 per commemorare la scomparsa di Romero. Sempre nell'ambito dell'evento cinematografico svizzero, Argento ha rilasciato questa video-intervista in cui parla delle opere di Romero e di quelle realizzate da Jacques Tourneur, il regista francese autore di Ho camminato con uno zombi (I Walked with a Zombie, 1943). Si consiglia, inoltre, la visione del documentario The American Nightmare (2000) di Adam Simon, che include interviste a George A. Romero e Tom Savini, visionabile a questo link di YouTube.
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