Sebbene il suo nome possa suonare sconosciuto a tante persone e la sua attività professionale sia avvolta da una fitta nube di mistero, Nicoletta Artom (1941-2018) è la figura di maggiore importanza per ciò che concerne la tv dei ragazzi in Italia, della quale si è lungamente occupata riscuotendo un notevole successo di pubblico e di critica internazionale nel corso degli anni '70, culminato con la sua decisione di trasmettere in Rai la serie animata Atlas Ufo Robot (oggi meglio nota come Ufo Robot Goldrake), dando il via allo sbarco dell'animazione giapponese nel nostro paese. Grazie agli archivi storici on-line di quotidiani e settimanali, è giunto finalmente il momento di conoscere meglio questa donna così importante per il nostro paese.
Martedì 16/11/1971, prima puntata curata da Nicoletta Artom |
Le prime notizie che la riguardano e che sono reperibili all'interno degli archivi on-line del quotidiano L'Unità e del settimanale Radiocorriere TV (rivista ufficiale della Rai dal 1925 al 1995), risalgono al 30 ottobre 1971, quando viene rese noto che, per la terza stagione del programma Gli eroi di cartone trasmesso sul Programma Nazionale Televisivo (l'attuale Raiuno), la Artom, che aveva già collaborato in un ruolo secondario alle precedenti edizioni di quella trasmissione, viene promossa al rango di curatrice de Gli eroi di cartone, sostituendo Luciano Pinelli e Nicola Garrone, e avvalendosi della consulenza di Sergio Trinchero, profondo conoscitore del fumetto internazionale. La notizia viene rilanciata con un maggior approfondimento il 16 novembre 1971 su L'Unità - in cui, in un articolo anonimo si critica l'avvenuto cambiamento alla guida del programma: "Il cambio della guardia avviene purtroppo sotto il segno di un negativo intervento della direzione aziendale che rifiuta la precedente formula che univa alla trasmissione dei 'cartoni' anche chiacchierate critiche. Queste ultime, infatti, sono adesso sostituite da più parsimoniose e meno impegnative presentazioni recitate dall'attore [Francesco] Mulè -, e soprattutto sul n. 46 (novembre 1971) del Radiocorriere TV (cfr. l'articolo 22 eroi di cartone alla TV, di F. S., pag. 36-38), dove (oltre a spiegare che questa terza edizione sarà composta da 22 puntate di circa 30 minuti, trasmesse ogni martedì alle 18:15) viene descritta la struttura e l'evoluzione de Gli eroi di cartone:
La prima serie, 25 puntate, partiva dalla frattura avvenuta nel gruppo Disney nel 1941. Walt Disney non accettando le proposte innovatrici del gruppo migliore dei suoi collaboratori, li licenziò prendendo a pretesto una vertenza sindacale. Si formò così una 'ditta' che prese il nome di 'Upa'. Nacque un nuovo genere animato che si distaccava profondamente e sostanzialmente dal perbenismo e dal moralismo disneyano. In primo piano la satira, la demistificazione. (...) Il mondo non era affatto a tinte rosa come la tradizionale favola alla Disney voleva dimostrare. Esisteva ben altro e tale discorso venne condotto avanti dai vari autori con felici invenzioni e un serio e rigoroso impegno critico. Nel primo ciclo de Gli eroi di cartone (...) vennero presentati anche alcuni eroi europei come Asterix il gallico, (...) come il signor Rossi. Il tutto accompagnato da dibattiti e interviste su temi di grandi attualità: la violenza nel cinema, l'ideologia del superman, le tecniche dell'umorismo, la struttura della fiaba nel cartone animato, ecc. Tema del secondo ciclo fu il "character" nel disegno animato americano dalle origini alla seconda guerra mondiale. Una vera e propria storia del cinema d'animazione che partiva dal passaggio del fumetto dalla pagina dei giornali allo schermo. Tra i temi dibattuti nelle varie interviste-incontro che accompagnavano i film: la struttura della 'gag', la nascita di due nuovi generi fumetto e cartoni animati, il divismo e l'emancipazione femminile, l'humour nero, ecc. La terza serie continua il discorso storico (...). Appariranno sul video gli eroi del 1930, del 1940, degli inizi degli anni '50. Personaggi simpatici e divertenti come Porky Pig, (...), come il supertopo Mighty Mouse dalle avventure mirabolanti e Droopy il segugio che parla con perfetto accento oxfordiano (...), come Daffy Duck che prende il nome dal fratello del famoso giocatore di baseball Dizzy Dean, e come il gatto Silvestro inventato dal grande Friz Freleng, lo stesso che disegnò la Pantera Rosa.
Radiocorriere n. 5, febbraio 1972
Paul Grimault (fonte) |
La messa in onda del terzo ciclo di Gli eroi di cartone si svolge in parallelo con un altro programma dedicato all'animazione, che ha però come target un pubblico più interessato alle opere animate d'autore: si tratta di Mille e una sera, curato da Mario Accolti Gil e presentato dal critico Gianni Rondolino, trasmesso il sabato sera in prima serata (alle 21:15 sul Secondo Canale TV, l'attuale Raidue).
La trasmissione in parallelo di Gli eroi di cartone e Mille e una sera, si ripete anche nella seguente stagione televisiva (1972/1973). Giunto alla sua quarta edizione, Gli eroi di cartone si pone l'obiettivo di mettere in rilievo le interdipendenze e le ascendenze, soprattutto le fasi di trapasso dalla pagina disegnata all'immagine in movimento; e le relazioni che molti disegni animati hanno con le 'comiche' cinematografiche dell'epoca (cfr. l'articolo Il cinema puro e i divi animati, di Pietro Pintus, in Radiocorriere n. 41, ottobre 1972, pag. 102), includendo le Avventure di Bibì e Bibò dello statunitense Rudolph Dirks (ispirate alle gesta dei personaggi Max e Moritz, creati nel 1885, dal tedesco Wilhelm Busch), le strisce de Il piccolo re di Otto Soglow e George Stalling (cartoon proibito in Italia dalla censura fascista negli anni '30), le quali anticipano Il Re di Id creato da Hart e Parker. Mille e una sera, invece, punta su figure più autoriali come Alexander Alexeieff (celebre per aver creato il prologo del film Il processo di Orson Welles), Lotte Reiniger, Oskar Fischinger, Henri Gruel (autore di un sarcastico cortometraggio sulla Gioconda, distribuito nei cinema italiani nel 1960, all'interno del film di montaggio Notte e Nebbia), e soprattutto sul regista francese Paul Grimault (citato a pag. 102 del n. 41, ottobre 1972, del Radiocorriere, come autore de Il soldatino, La fanciulla e il violoncellista, L'arca di Noè), figura fortemente influente sull'animazione giapponese (in particolare sui registi Isao Takahata e Hayao Miyazaki) e che, proprio per questa ragione, sarebbe stata perfettamente coerente con l'analisi delle ascendenze tra opere di diverse nazionalità, ideata dalla Artom per Gli eroi di cartone. Sebbene quei tempi fossero ancora troppo prematuri per trattare i legami tra Grimault e l'animazione giapponese, la Artom, alcuni anni dopo, si interessò personalmente al lavoro del regista francese (ne aveva molto probabilmente compreso il valore e l'importanza), proponendone alcune opere all'interno di un nuovo programma da lei curato, Drops (1976).
Quarta edizione de Gli eroi di cartone, Radiocorriere n. 42, ottobre 1972 |
Tornando alla quarta edizione de Gli eroi di cartone, a pag. 102 del n. 16 (aprile 1973) del Radiocorriere, all'interno dell'articolo Beniamino nuovo eroe di cartone di Antonio Lubrano, ci viene fornita questa dirompente presentazione biografica della Artom, accompagnata da una vignetta satirica che la ritrae insieme a Roberto Galve (disegnatore, animatore, attore e regista argentino), conduttore del quarto ciclo de Gli eroi di cartone:
Laureata in legge, sposata, un figlio (Mercuzio di tre anni e mezzo), di statura mini, 40 sigarette al giorno, la Artom ha lavorato per cinque anni nel cinema come segretaria di edizione e aiuto regista. Dopo oltre cento puntate di Gli eroi di cartone ritiene di poter individuare con sufficiente precisione i gusti e le preferenze attuali dei ragazzi. I personaggi più amati, per esempio: Speedy Gonzales e Gatto Silvestro innanzitutto, ma subito a ruota Reed Richard, Susie l'Invisibile, Johnny la Torcia e Ben Grimm, i Fantastici Quattro di Hanna e Barbera.
Roberto Galve e Nicoletta Artom La vignetta fu realizzata da Galve Proviene dal Radiocorriere n. 16 (aprile 1973) |
La quarta stagione di Gli eroi di cartone segna il trionfo e la consacrazione del programma presso il pubblico: "durante quest'ultimo ciclo la redazione (...) ha ricevuto oltre diecimila lettere di ragazzi dai dieci ai tredici anni. Per la gran parte i giovanissimi corrispondenti si rivolgono al presentatore, l'argentino Roberto Galve (...) che piace sia per il suo italiano esotico sia per i disegni che fa all'inizio di ciascuna puntata. Un indice di gradimento pari a 74, tre milioni di ascoltatori adulti e forse altrettanti ragazzi (forse perché i sondaggi finora effettuati non hanno consentito di stabilire la consistenza effettiva del pubblico di minorenni)" (cfr. il sopracitato articolo di Antonio Lubrano).
Radiocorriere n. 41, ottobre 1972 |
Anche all'estero mostrano interesse per questo programma e per la Artom: La televisione francese (...) vorrebbe acquistare la formula [cioè il format] del programma. La NBC, una stazione televisiva americana, ha chiesto di realizzare un servizio filmato a colori sull'équipe italiana di Gli eroi, con una intervista alla curatrice. Ed è significativo che la proposta venga dalla patria dei fumetti, delle strisce dei 'cartoons'. Negli Stati Uniti infatti non esiste una trasmissione critica sui cartoni animati, analoga a quella italiana (cfr. il sopracitato articolo di Antonio Lubrano).
Radiocorriere n. 7, febbraio 1973 |
Perfino la critica italiana e francese, assegnano dei riconoscimenti a Gli eroi di cartone, nel corso della quarta stagione. Sul n. 22 (aprile 1973) del Radiocorriere si legge: "La rubrica Gli eroi di cartone (...) riceverà a Parigi, al palazzo del Louvre, il premio Phénix '72 per gli 'sforzi fatti', come si legge nella motivazione, 'per far conoscere in Italia i pionieri dell'animazione'. Nel corso della cerimonia, alla quale interverranno la curatrice del programma, Nicoletta Artom, e il consulente Sergio Trinchero, verranno proiettati cartoni animati inediti per il pubblico francese ma già conosciuti ai telespettatori italiani. Questo riconoscimento (...) si aggiunge al premio che Gli eroi di cartone hanno ottenuto recentemente [per la divulgazione del cartone animato] alla 'Tre giornate del fumetto' svoltesi a Genova. (cfr. pag. 23, dove è presente la rubrica "Linea Diretta" curata da Ernesto Baldo; del premio di Genova, se ne accenna anche a pag. 77 del n. 42, ottobre 1972, del Radiocorriere).
Radiocorriere n. 29, luglio 1975 |
Dopo aver ottenuto questo trionfo di critica e di pubblico, Nicoletta Artom lascia momentaneamente il mondo dei cartoni e del fumetto, per tornare ad occuparsi di cinema in Rai, curando, dal 3 luglio 1975 (dopo un primo annuncio che la dava in partenza a febbraio dello stesso anno), la rassegna cinematografica "America Anni Venti" (in cinque serate settimanali), dedicata all'attrice Mary Pickford (diva canadese soprannominata "la fidanzata d'America", una delle più grandi star del cinema muto) e presentata da Enzo Biagi sul primo canale Rai in prima serata (ore 21:15), a cui fa seguito un'ulteriore rassegna cinematografica in cinque puntate, dal 4 settembre dello stesso anno, realizzata stavolta per la seconda serata del Secondo Canale Rai.
Radiocorriere n. 36, settembre 1975 |
Intitolata "Anni Quaranta", essa viene sviluppata in collaborazione con Ghigo De Chiara e dedicata al cinema italiano degli anni '40, per indagare i mutamenti avvenuti nella nostra cinematografia documentaria durante il difficile momento di transizione dagli ultimi anni del fascismo all'avvento del neorealismo fino al 1950, programmando rare opere di grandi autori come Roberto Rossellini (Fantasia sottomarina, 1939), Michelangelo Antonioni (Gente del Po, 1943), Luchino Visconti (Giorni di Gloria, 1945, co-diretto con Giuseppe De Santis e Marcello Pagliero, prodotto in parte dall'ANPI), Florestano Vancini (Delta Padano, 1951), Luigi Comencini (Bambini in città, 1946), e Dino Risi (Barboni, 1946).
Radiocorriere n. 43, ottobre 1976 |
Nel 1976, cura una nuova edizione de Gli eroi di cartone e, soprattutto, si occupa della creazione di un nuovo programma dedicato all'animazione, avvalendosi sempre della collaborazione di Trinchero, ma stavolta dando al programma un taglio più insolito, analitico e adulto, unito ad una durata maggiore, di circa un'ora. Si tratta del già citato Drops (iniziato il 7 settembre 1976 sulla Seconda Rete), così presentato dalla sua ideatrice: "Personaggi o eroi come Topolino, Paperino, Mio Mao [Felix il gatto], Bibì e Bobò sono figure che abitano un mondo ormai un po' vecchio; si muovono e vivono in un ambiente in cui gli adulti e i bambini non si ritrovano e riconoscono più come nel passato. (...) C'è oltretutto da dire che la maggior parte dei 'cartoonist' americani, essendo legati e condizionati soprattutto alle esigenze commerciali, non hanno finora cambiato molto il contenuto e lo spirito dei loro prodotti, a differenza di molti autori europei che hanno realizzato un cinema d'animazione più vicino alla realtà del mondo odierno e quindi anche più intelligente" (cfr. l'articolo Questa volta gli eroi li mettiamo in un angolo, di Maurizio Adriani, in Radiocorriere n. 37, settembre 1976, pag. 22).
Dalla sigla di testa del programma Drops (1976) |
Dalla sigla di testa di Drops (1976) Il nome di Nicoletta Artom sovraimpresso a un'immagine di Batman |
La volontà della Artom di sperimentare nuovi percorsi, programmare opere nuove e progressiste da un punto di vista contenutistico, la porterà a continuare a cercare nuove strade, entusiasmandosi di fronte alle immagini di una serie animata giapponese di fantascienza, Goldrake, destinata a cambiare per sempre e in modo irreversibile la televisione e la società italiana...
N.B. Un approfondimento su Nicoletta Artom e Goldrake è disponibile al seguente link:
http://alemontosi.blogspot.it/2014/03/nicoletta-artom-e-goldrake-dai-ricordi.html
Ulteriori informazioni biografiche su di essa e sulla sua famiglia ebraica, sono invece disponibili qui:
http://alemontosi.blogspot.com/2016/02/nicoletta-artom-nuove-notizie.html
Un approfondimento sul periodo in cui il programma Gli eroi di cartone venne gestito da Nicoletta Artom e Sergio Trinchero è disponibile al seguente indirizzo:
https://alemontosi.blogspot.it/2017/04/gli-eroi-di-cartone-1971-1976-di.html
La scomparsa di Nicoletta Artom è avvenuta l'8 maggio 2018:
https://alemontosi.blogspot.it/2018/05/8-maggio-2018-addio-nicoletta-artom-la.html
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N. B. (Aggiornamento del 16/02/2017): Ai programmi a cui ha preso parte Nicoletta Artom nel corso degli anni '70, si aggiunge il documentario Vedrai che cambierà di Paolo Poeti, realizzato nel 1977 in occasione del decimo anniversario della scomparsa del cantautore Luigi Tenco (1938-1967). Del programma e del coinvolgimento della Artom se ne parla nell'articolo Tenco, ovvero l'estrema rivolta di Renato Marengo - pubblicato sul quotidiano L'Unità in data 25/06/1977 -, dal quale se ne riporta il seguente estratto:
In realtà, nei titoli di coda del documentario, trasmesso alle 21:50 su Rete 2 in data 21/12/1977, la Artom è accreditata solo come "delegata alla produzione" insieme a Sylvia Del Papa, mentre nei titoli di testa non figura il suo nome tra gli autori della sceneggiatura.
Sceneggiato da Giancarlo Governi, Leoncarlo Settimelli, Paolo Poeti e Nicoletta Artom, grazie alle ricerche fatte in archivio o per mezzo di interviste e di testimonianze, raccolte appunto tra gli amici, i colleghi, i discografici da Silvia del Papa, si analizza la personalità di Tenco, il suo modo di intervenire sui problemi sociali, umani, il suo approccio con gli altri. La macchina da presa interpreta lui stesso, attraverso i suoi "occhi" vengono rivisti o ricostruiti i momenti più significativi della sua esistenza.
Presentazione di Vedrai che cambierà. Radiocorriere n. 51, dicembre 1977 |
In realtà, nei titoli di coda del documentario, trasmesso alle 21:50 su Rete 2 in data 21/12/1977, la Artom è accreditata solo come "delegata alla produzione" insieme a Sylvia Del Papa, mentre nei titoli di testa non figura il suo nome tra gli autori della sceneggiatura.
Radiocorriere 51, dicembre 1977 |
Ancora un post decisamente approfondito come tutti i precedenti, sempre puntuali, precisi e ricchi di fonti. Ho scoperto il tuo blog grazie all'intervento su Luigi Bernardi e da allora lo seguo con interesse. Un saluto.
RispondiEliminaGrazie Andrea!
EliminaCiao Ale, io ho scoperto questo spazio grazie al tuo post sul gruppo "storia del cinema" di FB e devo dire che in questo articolo da te pubblicato ho scoperto cose che non sapevo: Un caro saluto ed a presto!!!
RispondiEliminaCiao Mike, grazie per averlo letto!! Mi fa piacere averti fatto scoprire cose che non conoscevi!
EliminaA presto, ciao!!
Davvero interessante! Anche perché ripercorre i miei pomeriggi in TV (sono del 1971), complimenti! Io sono molto digiuno di Manga, ma non certo di cartoni animati giapponesi che come immaginerai almeno fino ad oltre la metà degli anni ottanta hanno accompagnato i miei pomeriggi e come scrivevo come chiosa ad un mio post recente, mi occupo di viaggi e cultura giapponese, ma forse lo sai, visto che frequentiamo il web nipponico ed abbiamo in Biblioteca Giapponese un'amicizia in comune, ricordo bene la diffidenza verso i cartoni animati del Sol Levante da parte delle generazioni precedenti cresciute con Tex e Gatto Silvestro...sarebbe davvero interessante scoprire come è stata l'accoglienza in RAI di questi cambiamenti in un Italia che pur piccolino ricordo più seria e molto lontana dal Giappone ... Ciao e grazie!
RispondiEliminaCiao Danilo, prego e grazie a te per i complimenti! Mi fa piacere che anche tu conosci e segui Biblioteca Giapponese, e che anche tu ti occupi di Giappone.
RispondiEliminaA breve dovrei riuscire a pubblicare altri articoli dedicati alla Rai di quel periodo e al suo rapporto con l'animazione giapponese, in modo da approfondire ulteriormente l'argomento. Ho trovato molto materiale interessante in proposito e, un po' per volta, lo posterò tutto qui sul blog!!!
A presto, ciao!!!
Grazie, Alessandro, di ricordarci che è esistita una stagione in cui valeva la pena pagare il canone! Erano tempi in cui gli autori sapevano spaziare, esplorare e inventare con coraggio, attenti alle novità e agli apporti dall'estero. Un'epoca in cui il servizio pubblico era davvero sinonimo di cultura. Gli anni di grigio appiattimento sul format copia-e-incolla erano ancora lontani...
RispondiEliminaPrego Barbara e grazie a te per il commento!! Già, la Rai degli anni '70 ha saputo fare tante cose interessanti e all'avanguardia, che meritano di essere ricordate e approfondite!
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