A quarant'anni dalla tragica vicenda di Vermicino (frazione del comune di Frascati), avvenuta dal 10 al 13 giugno 1981, in seguito alla caduta in un pozzo artesiano di un bambino di 6 anni - Alfredo Rampi, detto "Alfredino" -, morto per via del fallimento dei vari tentativi di salvarlo, sotto gli occhi di milioni di italiani che seguirono quell'evento nel corso di un'estenuante e controversa diretta televisiva della Rai, si coglie l'occasione per spiegare che fu a causa di quella circostanza che il fumettista giapponese Go Nagai - secondo quanto riportato in una sua intervista italiana risalente al 2013 -, venne per la prima volta a conoscenza dell'arrivo in Italia delle serie animate con protagonisti i suoi personaggi (Atlas Ufo Robot - Goldrake, Il Grande Mazinga, Jeeg Robot d'Acciaio, Mazinga Z, ecc..).
Si coglie, inoltre, l'occasione per parlare di due vicende accadute negli USA con vari punti in comune con quella di Vermicino: si tratta dei casi di Floyd Collins (1925) e di Kathy Fiscus (1949), due delle principali fonti di ispirazione per il film L'asso nella manica (1951, titolo originale: "Ace in the Hole") di Billy Wilder.
Cartina geografica da Google Maps, con l'indicazione di Vermicino |
L'intervista in cui Go Nagai fa riferimento alla vicenda di Vermicino è stata pubblicata sul numero della rivista mensile la Repubblica XL risalente a maggio 2013, dal quale si riporta il seguente estratto:
Tutti coloro che in Giappone hanno vissuto l'infanzia e l'adolescenza negli anni 70-80 sono cresciuti con i suoi manga e anime. Ma è stato così anche in Italia. Lei lo sapeva?
"Ho saputo che la popolarità delle mie opere in Italia stava diventando qualcosa di smisurato solo quando hanno iniziato a cercarmi i media".
Gli telefonarono dall'Italia per avere la sua opinione su un fatto di cronaca: la tragedia di Vermicino del 1981. Alfredino, un bambino di sei anni, era caduto in un pozzo. Rimase lì tre giorni e tutti i tentativi di salvarlo furono vani. Per tutto il tempo Alfredino pregò Goldrake di andarlo a salvare:"Mi chiesero un commento, era come se mi accusassero. Ma mica era colpa mia se Goldrake non arrivava. Se pregate Gesù e lui non arriva, mica ve la prendete con Gesù, giusto? Quindi ho detto solo che mi dispiaceva. Comunque, fu così che seppi che le mie opere erano conosciute anche in Italia".
(cfr. l'articolo intervista Cuore e Acciaio, di Naoko Okada, la Repubblica XL, maggio 2013)
Dall'intervista a Go Nagai pubblicata su Repubblica XL nel maggio 2013 |
Hideyuki Kitaba, studioso di manga e anime, parla del legame tra Go Nagai e Vermicino (fonte) |
Dall'edizione Rai della sigla di testa italiana di Mazinga Z Oltre al nome di Nagai, è presente quello della sua azienda, Dynamic Productions, fondata nel 1969 |
In mezzo a questo caos, il nome di Go Nagai - dopo essere stato segnalato insieme a quello del suo collaboratore Ken Ishikawa nei titoli di testa del film Mazinga contro gli Ufo Robot, come risulta dal video a questo link - fu però inserito nella sigla di testa italiana di Mazinga Z, serie trasmessa nel nostro paese a partire dal 21 gennaio 1980 su Raiuno, mentre nelle edicole italiane a partire dal novembre 1979, fu distribuito il fumetto giapponese del Grande Mazinga realizzato da Gosaku Ota con la supervisione di Go Nagai, pubblicato da Fabbri Editori, prima col titolo "Il Grande Mazinga", successivamente cambiato in "Il Grande Mazinger", rendendolo così coerente con quello utilizzato per l'edizione italiana della serie tv del Grande Mazinga, trasmessa nel nostro paese da delle tv private nel 1979, il che ha fatto sì che in Italia si diffondesse l'abitudine di utilizzare il termine "Mazinga" per indicare "Il Grande Mazinga", oppure per riferirsi indistintamente sia al Grande Mazinga, sia a Mazinga Z.
Il primo numero dell'edizione italiana del fumetto giapponese di Gosaku Ota e Go Nagai Pubblicato da Fabbri Editori |
Mazinga Z e il Grande Mazinga si stringono la mano Dall'ultima puntata della serie Il Grande Mazinga |
Lo sa che a Vermicino, un posto lontanissimo dal Giappone, un bambino è morto sepolto vivo aspettando fiducioso che il suo Mazinga arrivasse a salvarlo? Dovevo dirglielo, ma mi pento subito. Agita le manine da geisha, scuote il gran ciuffo, e poi nasconde la faccia mormorando: "Che tristezza, che tristezza. Posso dire a lei e agli italiani che mi dispiace enormemente, che mi sento colpevole. Come avrei potuto immaginare, sapere...".Guardi, signor Mazinga padre, lasci stare. Ha ragione lui: come poteva sapere. È il Barnum italiano [riferimento all'imprenditore circense statunitense Phineas Taylor Barnum], non certo il suo robot, il colpevole.(cfr. l'articolo-intervista La parola al papà di Mazinga, di Vittorio Zucconi, La Stampa, 16/06/1982)
Da La Stampa del 16/06/1982 |
In rosso è indicata la sezione dell'articolo in cui si parla di Vermicino Il robot presente nell'articolo è il Grande Mazinga Da La Stampa del 16/06/1982 |
Da tenere presente che in Giappone la prima lunga diretta televisiva di un fatto di cronaca - noto come "Asama-Sanso Incident" - avvenne nel febbraio 1972 da parte dell'NHK (l'equivalente nipponico della Rai, affiancata dalle emittenti private giapponesi), e riguardava l'assedio delle forze dell'ordine a una piccola pensione dove un gruppo di 5 persone appartenenti a un gruppo terroristico di estrema sinistra (Rengo Sekigun), aveva preso in ostaggio una donna. Come nel caso di Vermicino, anche in Giappone questa interminabile diretta della durata di oltre 10 ore, provocò numerose critiche e accuse all'NHK, suscitando un dibattito nell'opinione pubblica nipponica sul ruolo sociale ricoperto dai mass media e sul loro modo di agire. Lo stesso Mazinga Z (il primo robot ideato da Go Nagai, al quale l'autore è maggiormente legato), creato in Giappone nel 1972, ha come nucleo fondante il concetto del libero arbitrio umano applicato alla tecnologia e alla scienza, le quali, come i mass media, si possono utilizzare per fare del bene o del male al prossimo; "Con Mazinga Z potrai essere come un dio o come un demonio, questo dipenderà soltanto da te", è la frase rappresentante la base concettuale di Mazinga Z.
Approfondimento in lingua inglese sulla diretta tv dell'NHK risalente al 1972 (fonte) |
Per quello che riguarda il caso di Vermicino fu in particolare la ripetuta trasmissione televisiva della voce di Alfredo Rampi (resa possibile grazie a un microfono calato nel pozzo), a turbare molti degli spettatori che assistettero alla diretta, nonché a provocare le successive proteste da parte dei famigliari del bambino, al punto da impedire che i filmati della diretta contenenti la voce di Alfredo fossero nuovamente trasmessi in televisione. Ma andiamo con ordine, per raccontare con più chiarezza ciò che è accaduto.
Nel corso della trasmissione televisiva Rai nel giugno 1981 fu mostrato il dialogo tra il vigile del fuoco Nando Broglio e Alfredo, con Nando che cercò di rassicurarlo in vari modi, parlandogli anche di vari cartoni animati come "Mazinga" (non è chiaro se si trattasse del Grande Mazinga o di Mazinga Z, mentre nella miniserie televisiva Alfredino - Una storia italiana [2021] diretta da Marco Pontecorvo, è presente principalmente il Grande Mazinga, mentre Mazinga Z appare fugacemente in un disegno appeso sopra il letto del bambino). A questo dialogo si accenna in vari articoli che vennero pubblicati sui quotidiani in quei giorni del 1981, come ad esempio nel seguente resoconto tratto da un articolo apparso su L'Unità:
Giocare, parlare, raccontare storie, immagini, promesse. Tutto serve in queste ore angosciose per non fare crollare il bambino che è laggiù. Nando Broglio, il vigile che ha fatto amicizia con Alfredo e che è rimasto ininterrottamente sul pozzo per comunicare con il bambino, gli ha raccontato che i vigili avevano mezzi come quelli di Mazinga e che li stavano usando tutti per tirarlo fuori. Poi gli ha chiesto di essere pure lui forte come gli eroi dei cartoni animati. Prima di scendere i vigili glielo hanno annunciato: "Guarda che adesso veniamo sotto pure noi. Non ti spaventare se senti un martello".
(cfr. l'articolo Tanti modi per dire: "Siamo con te", di Marina Maresca, L'Unità, 13/06/1981)
Da L'Unità del 13/06/1981 |
L'albo dell'edizione italiana del Grande Mazinga dove era allegato il poster mostrato in Alfredino Si tratta dell'albo n. 13 del manga di Gosaku Ota e Go Nagai |
L'illustrazione di Mazinga Z presente sopra il letto del bambino in Alfredino (foto personale) |
Altri riferimenti a quel dialogo che coinvolse i robot di Go Nagai, si possono trovare nei due seguenti articoli, risalenti al 13 giugno 1981:
Articolo di Rocco Di Blasi pubblicato su L'Unità del 13/06/1981 Il titolo dell'articolo si riferisce al terremoto in Irpinia del novembre 1980 |
Frammento di un articolo di Luigi Cancrini tratto da L'Unità del 13/06/1981 |
L'importanza di quella conversazione tra il vigile del fuoco Nando Broglio e Alfredo è inoltre sottolineata in un'intervista rilasciata dai genitori del bambino al Corriere della Sera, pubblicata il 15 giugno 1981, dove la madre, Franca Rampi, ha così ricordato quei momenti vissuti da suo figlio e da Nando Broglio:
Con lui aveva stretto un rapporto speciale. Quell'uomo meraviglioso, sempre in quella posizione che neppure io, sua madre, avrei avuto la forza di resistere. Gli parlava di Mazinga che stava scendendo, gli cantava anche le canzoncine, ha fatto di tutto per confortarlo, povero figlio mio.
(cfr. l'articolo-intervista "Che non accada mai più!", di Angelo Falvo, Corriere della Sera, 15/06/1981)
Dal Corriere della Sera del 15/06/1981 |
Tuttavia, come già accennato, l'estenuante diretta televisiva e la trasmissione della voce del bambino generarono aspre critiche fin da subito:
Da L'Unità del 12/06/1981 |
Da L'Unità del 14/06/1981 |
Articolo del regista Luigi Comencini Da L'Unità del 16/06/1981 |
Da L'Unità del 17/06/1981 Confronto tra la vicenda di Vermicino e la morte di due bambini caduti in un pozzo a Siracusa La notizia della morte dei due fratellini fu data il 13/06/1981, senza clamore mediatico |
Nel 1995, in seguito alla pubblicazione di una videocassetta - "Grandi Emozioni TV '81", pubblicata dal Gruppo Editoriale Bramante in collaborazione con VideoRai, facente parte di una serie videocassette distribuite in edicola nel periodo della messa in onda del programma televisivo "Emozioni Tv", su Raidue, che dedicò una puntata agli eventi del 1981, come risulta a questo link -, contenente alcuni minuti della diretta televisiva del 1981 dove erano presenti le urla di Alfredo Rampi, la sua famiglia ricorse alle vie legali:
Da L'Unità del 06/05/1995 |
Da L'Unità del 07/05/1995 |
Intervista alla madre del bambino Da L'Unità del 07/05/1995 |
Dal quotidiano La Stampa del 13/05/1995 |
Fin dal 1981, il modo con cui i mass media italiani (in particolare la televisione) gestirono la vicenda di Vermicino, provocando l'afflusso di migliaia di persone curiose di andare a vedere personalmente quanto stava accadendo in quella zona, nonché lo scatenarsi degli speculatori che colsero l'occasione per vendere cibi e bevande alle persone lì presenti, fece sì che si parlò di una situazione simile a quella mostrata nel film L'asso nella manica (1951) di Billy Wilder, che a sua volta attinse a una reale vicenda avvenuta nell'aprile 1949 negli USA, quando a San Marino (California) una bambina di 3 anni, Kathy Fiscus, cadde in un pozzo e le operazioni di soccorso per trarla in salvo furono trasmessi in una lunga e traumatica diretta radiofonica e - per la prima volta negli USA - televisiva (trasmessa in tv da KTLA per circa 27 ore e mezza), conclusasi con la notizia della morte della bambina.
La notizia della vicenda di Kathy Fiscus sulla prima pagina del Los Angeles Times nel 1949 (fonte) |
(fonte) |
Articolo del 1989 dedicato alla vicenda di Kathy Fiscus (fonte) |
La folla accorsa per vedere le operazioni per salvare Kathy Fiscus (fonte) |
La storia di Floyd Collins in Italia |
Un uomo è peggio che un centinaio. Non te lo hanno insegnato? (...) La reazione del pubblico: tu compri un giornale e leggi la morte di 120 uomini, o di 200, o di 500, o di un milione di uomini come nelle carestie in Cina. Tu leggi, ma resti indifferente. Un uomo solo è diverso, vuoi sapere tutto di lui; questa è la reazione del pubblico. Un uomo solo è in pericolo, come [Charles] Lindberg che attraversa l'Atlantico, o Floyd Collins. Non ti dice niente questo nome? (...) Non ti ricordi di Floyd Collins? Nel '25, nel Kentucky, quel poveraccio chiuso in una caverna. Uno dei più grossi fatti di cronaca del mondo. Per mesi ha tenuto la prima pagina di tutti i giornali. (...) E allora sappi che un ignoto reporter di Louisville si precipitò sulla faccenda, la sfruttò e ci vinse il premio Pulitzer.
[Il discorso è tratto dall'edizione italiana del film di Billy Wilder]
Charles Tatum (Kirk Douglas) parla alla folla radunatasi sul luogo dei soccorsi Dal film L'asso nella manica di Billy Wilder |
Servizio di un Cinegiornale del 1925 dedicato a Floyd Collins (fonte) |
Da L'Unità del 30/06/1981 |
La città di Roma per te, Alfredo, affinché la tua storia continui a insegnare e a trasmettere i valori della legalità, della solidarietà e l'importanza delle competenze.
Grazie a te è nata la Protezione Civile, oggi al fianco di tutte e tutti noi con incessante impegno.
Grazie Alfredo
Mazinga Z accanto al nome di Alfredo Rampi (fonte) |
Ero piccolo ma me lo ricordo bene. Fu la scoperta, terribile, che purtroppo anche un bambino della mia età poteva morire e che nonostante tutte le tecnologie messe a disposizione potevamo essere impotenti in un'operazione di salvataggio.
RispondiEliminaIgnoravo invece il tentativo della rai di farne una videocassetta per il mercato mediatico, che vergogna, fa il paio con il video della tragedia del Mottarone diffuso in questi giorni. Sciacallaggio mediatico disgustoso.
Che sciacalli.
RispondiEliminaInoltre a Go Nagai le solite domande del cavolo che abbondano sempre in situazioni come questa: "cosa ne pensa?" Ma uno secondo loro cosa dovrebbe pensare, cosa ti dovrebbe rispondere? Deficienti.
Di altrettanto opinabile ci fu anche la satira de Il Male sul fattaccio. Poi sbaglierò, ma c'è una puntata dei Simpson in cui Bart finisce in un pozzo
RispondiEliminaSì, esiste quella puntata dei Simpson. Si tratta dell'episodio "Radio Bart", il tredicesimo della terza stagione, dove Bart mette un registratore in un pozzo per fingere che in esso sia caduto un bambino. L'episodio si dice che sia ispirato al film "L'asso nella manica" (1951) di Billy Wilder e quindi di conseguenza a quanto accaduto a Kathy Fiscus nel 1949.
EliminaEsiste una pagina wikipedia inglese appositamente dedicata alla puntata "Radio Bart":
https://en.wikipedia.org/wiki/Radio_Bart