giovedì 12 maggio 2022

Christiane F. - La "generazione perduta" dello Zoo di Berlino: Intervista con la regista Claire Laborey

 


Intervista con Claire Laborey, sceneggiatrice e regista del documentario Christiane F. - Una generazione tossica (2021, titolo originale francese: "Moi, Christiane F., 13 ans, droguée, prostituée... - Une génération perdue", aka "Wir Kinder vom Bahnhof Zoo - Lost Generation", "Zoo Station: The Story of Christiane F."), prodotto da ARTE France e Squawk.


1) Puoi presentarti ai lettori italiani?

Sono una documentarista e lavoro tra Parigi e Berlino.

Claire Laborey
(fonte)

2) Come sceneggiatrice e regista di documentari, quali sono gli autori e i film che hanno influenzato le tue opere? Guardando i tuoi documentari su Toni Morrison (Toni Morrison e i fantasmi dell'America, 2020) e su Christiane F., ho pensato ai lavori di Yann Le Masson, in particolare a Kashima Paradise (1973, inedito in Italia) per il suo approccio antropologico nella descrizione di una società e dei suoi mutamenti.

È un bellissimo accostamento.

Quel film mi ha tanto impressionata.

Il ritmo del film è molto potente, mescolando le trasformazioni e i mali di un territorio alle lotte di un corpo sociale allo stesso tempo compatto ed eterogeneo, illustrando i misteri di un impeto collettivo. I rapporti di forza sono raccontati sia sottilmente in profondità, sia attraverso scene di scontri diretti.

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Uno dei film determinanti, essenziali, l'ho scoperto a 20 anni al cinema. Si tratta di Middle of the moment, un film di Nicolas Humbert e Werner Penzel, che per me ha rappresentato l'incontro con una forma poetica, associativa, che oltrepassa tutti i discorsi teorici possibili, permettendo di compiere un viaggio che è allo stesso tempo estetico, umano, sensoriale e filosofico. Da appassionata di fotografia, ne ho dedotto che i campi di sperimentazione del genere documentario potessero essere molto, molto vasti e disponibili alle innovazioni.

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Poi, tra gli altri, sicuramente c'è Chris Marker e il suo Sans Soleil, ma anche i film di Andres Veiel, che ho scoperto quando abitavo a Berlino, e tutto il cinema di Harun Farocki...

C'è anche un film semi-documentaristico di un allievo kirghiso di 
Tarkovskij, Marat Sarulu. Si tratta di Altyn Kyrghol, scoperto alla Berlinale, un film con una fotografia in bianco e nero di una grande purezza, e con un modo quasi silenzioso di riprendere l'infanzia, la transiberiana, i paesaggi kirghisi, che mi ha lasciata stupefatta.

Altyn Kyrghol - Le Faisan d'or (aka "My Brother Silk Road") 
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3) Come hai scoperto per la prima volta la storia di Christiane F.? Com'è nata l'idea di un documentario su Christiane F.?

È un libro che ho letto da molto giovane, a 10 anni, trovandolo nella biblioteca del mio quartiere. Ho mostrato la sua copertina assai fieramente sull'autobus. Ero affascinata dal testo, inghiottita dalla sensazione che essere adolescente potesse essere proprio quello: esplorare i limiti, essere liberi di fare delle proprie scelte, anche quelle più distruttive e pericolose.

Durante il lockdown del 2020, ho riflettuto sulla proposta di creare un film per una serie che è stata lanciata da ARTE. La serie si chiama "Avant/après" [lett. "Prima/dopo"] e il suo obiettivo è di comprendere le problematiche legate all'impatto di un libro, di un film, di un oggetto artistico, su di una società, cogliendone le risonanze fino a oggi. Così mi sono ricordata della storia di questo libro. Avevo appena incontrato a Berlino anche il curatore del secondo libro autobiografico di Christiane F., pubblicato nel 2013, che mi aveva fatto ricordare fino a che punto Christiane F. fosse un fenomeno oltre-Reno.

1981: Prima edizione francese del libro di Christiane F.
(fonte)

4) Nei tuoi documentari su Christiane e su Toni Morrison, è presente l'importanza del dialogo tra le vecchie e le nuove generazioni, poiché l'assenza di questo tipo di dialogo è fonte di conseguenze negative per le persone e per la società. È una coincidenza o si tratta di un argomento che ti interessa?

I due film si assomigliano forse perché tentano entrambi di cogliere quanto un libro - una testimonianza autobiografica in un caso, un romanzo, Beloved [titolo italiano: "Amatissima"], nell'altro -, possa segnare una società e sconvolgerne le sue rappresentazioni.

Amatissima, edizione francese del libro di Toni Morrison
(fonte)

Con il film su Beloved e sull'opera di Toni Morrison, abbiamo organizzato delle riprese d'urgenza, dal momento in cui sono scoppiate le rivolte negli Stati Uniti in seguito alla morte di George Floyd nel giugno 2020. Era evidente che il romanzo avesse ancora oggi un'eco molto forte all'interno dei movimenti di rivolta come, tra gli altri, il Black Lives Matter, e che gli scritti di Toni Morrison entrassero in diretta risonanza con le rivendicazioni delle generazioni più giovani.

Black Lives Matter nel documentario di Claire Laborey su Toni Morrison

Con Christiane F. - Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino c'è la storia di una Germania Ovest bloccata su se stessa, rigida, controllante, dopo il 1968. La storia di Christiane F. e del suo gruppo mostra un silenzioso atto di rivolta contro questa società mortifera. Dal punto di vista degli adolescenti, il testo può risuonare di un fascino senza tempo, per via del desiderio di fuggire e di ribellarsi contro una società che ha poco da offrire loro. Discutendo di questo testo con degli adolescenti parigini, ho avvertito che la forza identificativa di questa testimonianza fosse valida ancora oggi e che funzionasse in modo molto tenace: la persistenza della mancanza di speranza, la sensazione di reclusione, le prospettive anguste... all'interno di un contesto diverso da quello della vita di Christiane nel quartiere di Gropiusstadt, formato da una gioventù bloccata a casa, catturata dagli schermi e da una pandemia che le ha impedito di vivere liberamente.

Dal documentario di Claire Laborey su Christiane F.

5) Guardando il tuo documentario su Christiane, sono stato piacevolmente sorpreso dalla presenza della storia della RAF e dell'intervista a Ulrike Meinhof - indispensabili per comprendere il contesto storico tedesco di fine anni '70/inizio anni '80 -, poiché in Italia poche persone conoscono (o ricordano) la relazione tra la RAF e la storia di Christiane. È stato difficile scrivere e realizzare questo segmento del documentario sulla RAF?

Per me era una parte essenziale del film, forse quella che mi ha attirato di più all'inizio. Si trattava per me di individuare quelle che fossero le molle scatenanti della rivolta, in quel periodo storico, per questa gioventù alla deriva. I riferimenti alle azioni della RAF non erano assenti nel testo e se ne capisce bene l'indulgenza da parte di Christiane e dei suoi amici, sebbene fosse una rivolta condotta attraverso degli atti silenziosi quella che era stata scelta, da questa "generazione perduta".

Ulrike Meinhof nel documentario di Claire Laborey su Christiane F.

6) Conosci il documentario Children of the Revolution (2010, di Shane O'Sullivan) sulle vite e sulle figlie di Ulrike Meinhof e di Fusako Shigenobu?

Di nome, solamente e sfortunatamente; mi piacerebbe molto vederlo. E tu hai visto il magistrale
 Une jeunesse allemande di Jean-Gabriel Périot?

No, non conoscevo questo film di Périot. Grazie mille per avermene parlato!

7) Ci sono degli altri elementi della storia di Christiane F. che avresti voluto includere nel documentario? Penso, per esempio, al secondo libro di Christiane, La mia seconda vita (2013).

È stata una scelta quella di non parlare di questa seconda testimonianza, soffermandosi su quella della giovane ragazza e del trattamento mediatico che le è stato riservato nel corso dei decenni.

Sicuramente, la vasta questione di contorno del film... si poteva dire di più sulle violenze intrafamigliari non riconosciute all'epoca, sul ruolo della madre, Madre Coraggio che ha sempre sostenuto sua figlia, a differenza degli uomini, il padre, il suo nuovo compagno, che sono stati a volte assenti, a volte violenti, a volte entrambe le cose.

Le esperienze amorose di Christiane, l'intensità delle sue amicizie avrebbero potuto essere anch'esse degli altri campi da trattare.

Babette "Babsi" Döge, la migliore amica di Christiane F.
Dal documentario di Claire Laborey

E anche il ruolo degli educatori a Gropiusstadt, poiché non ve ne sono che degli allusioni all'interno del libro. Il pastore protestante e l'educatore (Manfred Kappeler, che ho incontrato) hanno tentato delle esperienze educative in seno a Gropiusstadt che erano molto innovatrici nella rigida Germania Ovest di quel periodo. Manfred Kappeler era anche molto amico con Ulrike Meinhof ed è stato vittima dell'interdizione dall'esercitare funzioni pubbliche. Vale a dire che lui ha dovuto lasciare il suo lavoro di ricercatore e di professore universitario a causa delle sue conoscenze politiche con l'estrema sinistra, ritrovandosi così a Gropiusstadt, questa cella di cemento che aveva dimenticato i suoi giovani, tentando di fare del suo meglio per coinvolgerli nella vita di quel quartiere che si era lasciato travolgere dall'arrivo degli spacciatori.

Manfred Kappeler nel documentario di Claire Laborey su Christiane F.

Uno dei libri di Manfred Kappeler

La pagina di Claire Laborey su IMDb:

https://www.imdb.com/name/nm2422236/

La biografia di Claire Laborey:

https://festival-resistances.fr/2021/claire-laborey/.html

Il documentario 
Christiane F. - Una generazione tossica di Claire Laborey:

https://www.arte.tv/it/videos/104808-000-A/christiane-f-una-generazione-tossica/

Il mio articolo dedicato ai documentari di Claire Laborey su Christiane F. e Toni Morrison:


Vera Christiane Felscherinow ("Christiane F.") nel 1978
Dal documentario di Claire Laborey

L'elenco dei miei articoli dedicati a Christiane F. disponibili sul mio blog:

- Confronto tra il libro e il film dei ragazzi dello Zoo di Berlino:

http://alemontosi.blogspot.com/2013/07/noi-i-ragazzi-dello-zoo-di-berlino.html

- La genesi del libro e del film dedicati a Christiane:

http://alemontosi.blogspot.it/2014/04/christiane-f-1981-di-uli-edel-la.html

- L'intervista italiana a Christiane pubblicata sul quotidiano La Repubblica nel 1981:

http://alemontosi.blogspot.it/2014/05/christiane-f-lintervista-italiana-del.html

- L'impatto dell'uscita italiana del film di Christiane sul pubblico e sulla critica cinematografica del nostro paese:

http://alemontosi.blogspot.it/2015/11/christiane-f-reazioni-del-pubblico-e.html

- La raccolta delle foto presenti nell'edizione tedesca del libro Christiane F. - Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino, purtroppo assenti nell'edizione italiana del libro:

https://alemontosi.blogspot.com/2018/09/christiane-f-ledizione-tedesca-del.html

- La storia di Babette "Babsi" Döge:

https://alemontosi.blogspot.com/2021/05/christiane-f-la-storia-di-babsi-e.html

Poster francese del film di Uli Edel
(fonte)


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