martedì 7 ottobre 2014

La Storia Infinita - Il Nulla secondo Wolfgang Petersen




Come già ampiamente spiegato negli articoli dedicati all'origine del romanzo La Storia Infinita (1979) di Michael Ende e al confronto con l'adattamento cinematografico diretto da Wolfgang Petersen nel 1984, sono numerose le differenze esistenti tra il film e l'opera letteraria. Tra di esse vi è anche la rappresentazione del Nulla nel lungometraggio, sulla quale viene fatta chiarezza tecnica e semantica nel corso del documentario 60 Millionen für Phantásien (1984) di Wilhelm Bittorf e Ulli Pfau, dedicato alla lavorazione del film.


Prima di riportare quanto viene detto nel documentario sul Nulla, è interessante visionare il trailer tedesco del film di Petersen, relativo all'edizione della pellicola distribuita in Germania Ovest che, come spiegato in quest'articolo, differisce in numerosi elementi (durata, colonna sonora, montaggio, ecc...) dall'edizione internazionale inglese (dalla quale deriva la nostra edizione). Nel trailer tedesco si sottolineano maggiormente gli aspetti più drammatici e cupi del film, in linea con la tradizione europea delle fiabe (Perrault, i fratelli Grimm, Andersen) e della letteratura per ragazzi (Roald Dahl), spesso molto gotiche, crude e, in vari casi, prive di lieto fine.

Anche l'inizio del film, nell'edizione tedesca, è più cupo e misterioso rispetto all'edizione internazionale, poiché in esso è assente la canzone pop inglese The NeverEnding Story di Limahl, sostituita da un brano strumentale di Klaus Doldinger che accompagna lo schermo nero su cui scorrono i titoli di testa (mentre nell'altra versione i titoli di testa sono accompagnati dalle immagini di un cielo nuvoloso), dando tutt'altro effetto all'incipit della pellicola e creando un collegamento con le prime battute del dialogo tra Bastian e l'Imperatrice nel finale ("All'inizio è sempre buio", dice la sovrana di Fantàsia). L'inizio dell'edizione tedesca è visionabile a questo link.

Locandina tedesca del film
(fonte)

Tutta questa cupezza è invece assente nel trailer inglese (visionabile qui), dove si mostrano gli elementi fantasy (personaggi, ambienti) e avventurosi del film, uniti alle domande sui misteri del libro letto da Bastian, evitando di presentare la minaccia del Nulla e risultando quindi meno drammatico rispetto al trailer tedesco, il che è indicativo di due diversi tipi di approccio (uno più avventuroso, l'altro più drammatico) con cui ci si può accostare al film.

Gli effetti devastanti del Nulla

Tornando al trailer tedesco, in esso si pone molta attenzione alle parole che Gmork rivolge ad Atréju, relative alla minaccia che il Nulla rappresenta per Fantàsia e ai legami di quest'ultima con il mondo degli umani. Il Nulla, nel trailer come nella sequenza dell'incontro tra Gmork e Atréju (più lunga nell'edizione tedesca del film), è mostrato come un fenomeno correlato a un cielo coperto da oscure nubi e gremito di fulmini, capace di devastare l'ambiente, sradicare gli alberi, sgretolare il terreno e le rocce, uccidere tutti gli esseri viventi, rendendo impossibile la vita dopo il suo passaggio, paragonabile quindi a una sorta di gigantesco fall-out nucleare generato dall'esplosione di uno o più ordigni bellici, simile alle immagini dei test che mostrano gli effetti dello scoppio di una bomba atomica sull'ambiente circostante, destinato a essere contaminato dalle radiazioni, divenendo un luogo inadeguato ad ospitare esseri viventi. A dimostrazione di quanto uno scenario di quel genere fosse oggetto di pubblica discussione nei primi anni '80 (specie in seguito al progetto della Strategic Defense Initiative del presidente degli USA Ronald Reagan, nel 1983), si rammenta la pubblicazione, nel dicembre 1983 sul n. 23 della rivista Science, di alcuni articoli dedicati a degli studi sulle probabili conseguenze di una guerra nucleare, tra cui The Nuclear Winter (reperibile quidi Carl Sagan, incentrato sulla descrizione della teoria dell'inverno nucleare.
Si tenga inoltre presente come, in seguito alla sua pubblicazione, La Storia Infinita di Ende venne da molti interpretata e adottata, in Germania Ovest, come un simbolo dell'attivismo contrario al nucleare.

È proprio all'accostamento Nulla/devastazione nucleare che fa riferimento la voce narrante del documentario sulla lavorazione del film:
Il Nulla è il "non essere". È lo sterminio totale. Esso sta cancellando tutto ciò che vive. È qualcosa di inimmaginabile, come il momento della nostra morte. Comunque i realizzatori del film hanno provato a rappresentare il Nulla che, anche se non è visibile, è perlomeno presumibile. Loro hanno versato delle vernici liquide in una cisterna d'acqua fabbricata in plastica acrilica, un materiale usato per gli acquari. Le vernici fluttuano nell'acqua assumendo l'aspetto, davanti alla cinepresa, di sinistri fenomeni celesti. Immagini di un cielo ostile e letale, che aspira, divora e contamina tutto ciò che incontra. Un cielo derivante da una guerra nucleare.
Il Nulla
Ma anche Michael Ende pensò al Nulla in questo modo? Il creatore del libro, nel suo giardino, aveva pensato a un film dimesso. Secondo lui, il regno di Fantàsia che rischia di estinguersi, si dissolve mitemente nel Nulla, come lo svanire di un sogno, come una speranza perduta. A causa di tutto ciò, lo scontro [tra autore e realizzatori del film] era prevedibile. Il conflitto alla base della produzione, tra Michael Ende e l'ambizioso produttore del film, Bernd Eichinger [artefice di Christiane F. - Noi i ragazzi dello Zoo di Berlino nel 1981], derivò dal fatto che quest'ultimo voleva creare una grande e fragorosa opera cinematografica, che potesse competere, in tutto il mondo, con le super produzioni di Hollywood. Questa è la ragione della sua ossessione per La Storia Infinita. E ha rischiato molto per essa. (...)
Il Nulla appare nel film di Petersen e Eichinger come un potere puramente esterno. Esso distrugge Fantàsia come un uragano nucleare. Meno facile comprendere cosa Michael Ende intendesse con il "suo" Nulla: probabilmente la miseria dell'animo umano, la mancanza di speranza e la rassegnazione delle persone. Ciò che rende possibile la distruzione dell'ambiente e l'auto-distruzione del genere umano.
Il Nulla

Per quello che riguarda la rappresentazione del Nulla e i rapporti tra Ende, Petersen e Eichinger, vanno inoltre aggiunte alcune annotazioni. In primis che Ende, come indicato in questo articolo (risalente al 1984) del settimanale Der Spiegel, avrebbe voluto affidare la regia del film a Akira Kurosawa - da lui apprezzato fin dagli anni '50 - o al polacco Andrzej Wajda - autore di Dottor Korczak (1990), film dedicato alla vita del pedagogo Janusz Korczak (morto in un campo di sterminio nazista), al quale è intitolato un prestigioso premio letterario assegnato a Ende nel 1981 -, ma al loro posto venne scelto da Eichinger il tedesco Helmut Dietl, a sua volta (qui le indicazioni sulle fasi di lavorazione del film) sostituito da Wolfgang Petersen, che aveva già lavorato con Eichinger alla pellicola U-Boot 96 (1981).


Wolfgang Petersen (in basso a sinistra) durante le riprese del film

È
 lo stesso Petersen a raccontare, nel seguente estratto dall'articolo "Storia senza fine" - S'inizia la polemica di F. C. (La Stampa, 16/12/1984), il suo controverso rapporto con Ende:
"La storia tra me e Ende è infinita (...). Nella fase di preparazione della sceneggiatura abbiamo lavorato insieme stupendamente, con grande rispetto reciproco. Insieme abbiamo consegnato ai produttori la prima stesura del film: e con loro siamo stati a discutere per tre giorni di seguito a Monaco. Poi Ende è tornato a Roma, lasciando a me l'incarico di apportare le modifiche concordate (...) Col passare dei giorni, continuando a lavorare sulla sceneggiatura, ho introdotto ulteriori cambiamenti (...) sicuro che i rapporti tra me e Ende fossero tali da permettermi questa libertà(...)
L'unica vera novità che ho introdotto nella storia è nel finale (...) quando il protagonista Bastian, prima di ripartire per il mondo di Fantàsia, insegue i tre ragazzini che sulla terra gli avevano dato tanto filo da torcere".
In un primo tempo Wolfgang Petersen aveva anche immaginato un personaggio che nel libro non esisteun gigante che, risucchiato a poco a poco dal Nulla, diventa un uomo piccolissimo. "All'autore non è piaciuto - precisa - e quindi ho deciso di non inserirlo nella storia: questo però non è bastato a farlo contento".
Bastian/Barret Oliver e Petersen 

La scheda informativa del film sul sito web della Biennale di Venezia
Il film partecipò fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 1984
(fonte)

A fare chiarezza sulle intenzioni di Eichinger e Petersen, sintetizzando inoltre le differenze tra libro e film, ci pensò il giornalista Michele Anselmi nell'articolo Bastiano contro E. T. (L'Unità, 01/09/1984, pubblicato in occasione della proiezione in anteprima del film alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il film aveva il titolo italiano "Storia senza fine"), all'interno del quale, oltre a definire il libro di Ende una sorta di "Vangelo del movimento pacifista in Germania", scrisse:

Il quarantenne regista Wolfgang Petersen (quello di U-Boot 96) e il giovanissimo produttore Bernd Eichinger si sono affrettati a definire il loro film una specie di esperimento pilota, la dimostrazione che in Germania è possibile realizzare un cinema intelligentemente commerciale in grado di contrastare il predominio hollywoodiano. (...)
Mentre infatti la storia narrata da Ende, attingendo ora ai simboli della cultura occidentale, ora alle ricette della saggezza asiatica, si concludeva con il faticoso ritorno di Bastian (il piccolo protagonista della vicenda) al mondo reale, il film di Petersen diventa una specie di sinfonia dell'immaginazione, dove la fantasia, la speranza, la fiaba hanno la meglio sulla mediocre realtà quotidiana. "Sognate altrimenti sarete sommersi dal Nulla": è questo il messaggio non proprio originale che il cineasta tedesco affida al suo eroe in calzoncini corti, che ha voluto ovviamente simile all'Elliott di E. T. [1982, di Steven Spielberg] e non al Bastian goffo, grassoccio, sgraziato (e quindi complessato) del romanzo. (...)
Perfetta la materializzazione del Nulla che minaccia "Fantàsia", visto come una specie di onda d'urto atomica (una strizzata d'occhio ai "verdi"?) che tutto distrugge e cancella. Davvero terrificante.
Eliott (Henry Thomas)
in "E. T."
Bastian (Barret Oliver)
in "La Storia Infinita"

Riguardo al Nulla interpretato come allusione al disastro nucleare, va aggiunto che nell'edizione internazionale della pellicola sono state inserite, all'inizio, delle ulteriori immagini del Nulla incarnato in un cielo oscuro e minaccioso, dal quale emerge, in alcuni istanti, anche un forte colore arancione (accostabile, ad esempio, ai filmati del test atomico "Castle Bravo", effettuato dagli USA nell'atollo Bikini nel 1954), ma esse scorrono accompagnate dalla canzone di Limahl, la quale, col suo ritmo allegro e con un testo in cui si parla di nuvole e arcobaleni, stempera e altera l'originaria natura inquietante di quel cielo, la cui apparizione sul grande schermo 
precedette di circa 2 anni la "nube radioattiva" di Chernobyl.

L'inizio del film
(edizione internazionale)
L'inizio del film: la forma delle nube ricorda un "fungo atomico"
(edizione internazionale)
L'esplosione atomica di Castle Bravo (fonte)

Ad alludere ulteriormente al pericolo rappresentato da un olocausto nucleare, nell'edizione tedesca, contribuisce il nome del "fortunadrago" 
Fuchur (cambiato in "Falkor" nell'edizione internazionale), simile alla parola giapponese "fukuryu" che, tra i suoi vari significati, può assumere anche quello di "drago della fortuna", come nel caso del peschereccio "Daigo Fukuryu Maru" (traducibile come "Drago Fortunato n. 5"), noto a livello internazionale poiché rimase coinvolto nel sopracitato test atomico "Castle Bravo", le cui radiazioni ne colpirono tutti i membri dell'equipaggio, provocando, in seguito, la morte di uno di essi (cfr. questo articolo del blog). A quest'evento venne dedicato il film Lucky Dragon No. 5 (1959, inedito in Italia) di Kaneto Shindo, dopo aver ispirato, in precedenza, anche Godzilla (1954) di Ishiro Honda. Come spiegato in questo articolo del blog, Michael Ende era molto interessato alla cultura nipponica, tanto da visitare il Giappone già prima di scrivere La Storia Infinita. A loro volta, come qui spiegato, anche studiosi e lettori giapponesi nutrivano una grande stima nei confronti di Ende.

Michael Ende

Sebbene "fukuryu" possa essere, in apparenza, un termine legato solo alla mitologia cino-giapponese (nel folklore cinese un drago che vola tra le nubi è simbolo di buon auspicio), esso divenne anche il nome di una "speciale" divisione dell'esercito nipponico durante la seconda guerra mondiale, composta da soldati pronti a commettere attacchi suicidi subacquei. L'esercito imperiale si era quindi appropriato del mito del "drago" per i propri scopi bellici, effettuando la manipolazione di una figura fantastica, cioè quell'atteggiamento incarnato dal Nulla nel romanzo di Ende.

Le riprese del finale del film

Ciò che si auspica, in conclusione, è un'edizione italiana in dvd o blu-ray del film che possa contenere entrambe le versioni del lungometraggio (tedesca e internazionale), il documentario di Bittorf e Pfau (nel quale si esplicita come il film sia una costosissima opera promozionale per la lettura dei libri), e altri contenuti extra come il commento del regista, in modo da offrire la possibilità di avere una conoscenza più approfondita di questa pellicola che ancora oggi continua a fornire importanti spunti di riflessione ai suoi spettatori, nonché a rappresentare una preziosa testimonianza del contesto storico (segnato dalla "guerra fredda") in cui venne realizzata.

P. S. Grazie a Daria e Piero per l'aiuto nelle ricerche sulla parola "fukuryu".


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N. B. (Aggiornamento del 28/03/2016): La rappresentazione del Nulla simile a un "uragano nucleare" venne rinnegata da Ende nell'articolo-intervista Ende, la via fantastica alla realtà, di Antonio Debenedetti (Corriere della Sera, 22/12/1984):
La perfezione tecnica non può, non deve sostituire quello che nel libro è affidato esclusivamente alla fantasia del lettore. C'è un'altra cosa: io non ho scritto, non ho voluto scrivere nulla di simile o di vicino a "The Day After" [film tv ad alto budget, diretto da Nicholas Meyer nel 1983, incentrato sull'esplosione di una bomba atomica negli Stati Uniti].
Vhs italiana della Domovideo

Ende espresse ulteriori critiche nei confronti della raffigurazione del Nulla (ritenendola "non necessaria") nel film di Petersen, nel corso dell'articolo-intervista Uscite dal mio labirinto di Cesare Medail (Corriere della Sera, 05/03/1986):
Per dare la percezione dell'avanzare del Nulla distruttore di Storia infinita sarebbe bastato riprendere i volti degli attori senza ricorrere ad alcun effetto speciale. Loro, invece, hanno voluto farlo perché nel cinema regna l'idea imbecille di visualizzare tutto.

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