giovedì 5 febbraio 2015

Howard Ashman e il Rinascimento Disney: Broadway, la Sirenetta e l'incombere dell'AIDS



La Sirenetta (1989), La Bella e la Bestia (1991), Aladdin (1992): tre film campioni di incassi che hanno rappresentato la riscossa della Walt Disney nell'ambito del cinema d'animazione, dando origine al periodo ricordato come "Rinascimento Disney" ("Disney Renaissance", 1989-1999), nel quale si è riposta molta attenzione, dopo tanti anni, alla cura e alla preparazione delle colonne sonore e dei testi delle canzoni, affidandone la lavorazione a due artisti dell'Off-Broadway, Alan Menken (per le musiche) e Howard Ashman (per i testi delle canzoni). L'apporto dato da Ashman (1950-1991) a quei film (in particolare a La Sirenetta e a La Bella e la Bestia, per i quali venne accreditato anche come produttore esecutivo), va però ben oltre quello della semplice preparazione dei testi da cantare ed è giunto il momento di cominciare a conoscerlo maggiormente.


Il binomio artistico Ashman/Menken nasce nel 1978, in occasione della preparazione dello spettacolo teatrale musicale God Bless You, Mr. Rosewater, ideato, scritto e diretto da Howard Ashman, basandosi sul romanzo Dio la benedica, Mr. Rosewater o Le perle ai porci (1965) di Kurt Vonnegut (autore di romanzi fanta-sociali come Mattatoio n. 5 e La colazione dei campioni), uno scrittore molto apprezzato dal futuro paroliere disneyano. In quest'occasione Alan Menken viene presentato ad Ashman, il quale gli affida la creazione delle musiche del suo spettacolo, che fa il suo debutto nel maggio 1979 al WPA (Workshop of the Players Art) Theater, facente parte del mondo dei piccoli teatri dell'Off-Off Broadway di New York. Lo spettacolo riscuote un buon successo di critica che consente ai due autori di portare il loro musical all'Entermedia Theater (Off-Broadway), dove ne vengono allestite 49 rappresentazioni, tra l'ottobre e il novembre 1979, a cui fanno seguito delle ulteriori repliche nel 1981, all'Arena Stage di Washington.

Howard Ashman
(fonte)

Il musical teatrale che però consacra la coppia Ashman/Menken all'attenzione di pubblico e critica, è La piccola bottega degli orrori (1982), liberamente ispirato all'omonimo film diretto da Roger Corman nel 1960. Questo nuovo musical, anch'esso debuttante al WPA Theatre per poi passare e durare a lungo nel settore dell'Off-Broadway, consente ad Ashman - nuovamente autore del copione, dei testi delle canzoni e della regia dello spettacolo - di poter esprimere al meglio la sua attitudine per l'umorismo nero e la critica sociale, presentandolo al pubblico come una satira della fantascienza, dei film di serie B, delle commedie musicali e della storia di Faust. Nonostante i risvolti horror e il finale pessimista in cui muoiono tutti i protagonisti positivi, La piccola bottega degli orrori ottiene un successo crescente negli USA, venendo allestita anche in vari paesi esteri, inclusa l'Italia, come si evince dal seguente articolo.


Radiocorriere TV
(n. 42, 1988) 

Nel 1986, il musical è scelto per essere trasposto al cinema con una produzione ad alto budget curata da 
David Geffen (già presente tra i produttori dello spettacolo teatrale di Ashman/Menken) e Warner Bros., che vede alla regia Frank Oz e alla sceneggiatura lo stesso Ashman, il quale, sempre nel 1986, si occupa della creazione di un nuovo musical teatrale, Smile, a cui prende parte l'attrice Jodi Benson (futura doppiatrice di Ariel ne La Sirenetta), la quale, in questo spettacolo portato in scena direttamente a Broadway, interpreta un personaggio che canta una canzone intitolata Disneyland, in cui si esprime il desiderio di poter vivere e stabilirsi nel famoso parco d'intrattenimento disneyano ("I will live in Disneyland/Make my home in Disneyland (...) Someone give me Disneyland/Take me there to Disneyland/And when I get to Disneyland/I'll stay").

Locandina del film di Frank Oz

Malgrado le premesse positive, sia il film di Oz, sia Smile (le cui musiche sono curate da Marvin Hamlisch e non da Menken) vanno incontro ad una sorte avversa: al lungometraggio, in seguito agli esiti disastrosi ottenuti nelle anteprime-test, si decide di cambiarne gli ultimi venti minuti, sostituendone il finale pessimista con uno più ottimista, obbligando Ashman a riscriverlo e a modificarne le canzoni; a sua volta anche Smile non ottiene buoni risultati e viene presto cancellato.



Fortunatamente, sempre nel 1986, il produttore David Geffen segnala Ashman a Jeffrey Katzenberg, in quel periodo dirigente del reparto animazione della Disney, che decide di coinvolgerlo nella preparazione del film Oliver & Company, proponendogli di realizzare il testo di un brano musicale. Ashman accetta e, con la collaborazione di Barry Mann alle musiche, scrive la canzone d'apertura della pellicola, Once upon a time in New York City (lett. "C'era una volta a New York"). Katzenberg coglie inoltre l'occasione per chiedere ad Ashman se può essere interessato ad un maggiore coinvolgimento in una delle prossime produzioni animate disneyane, che, a partire da Oliver & Company (il quale esce nei cinema statunitensi nel novembre 1988), torneranno a investire molto sulla cura delle canzoni e della colonna sonora, nel tentativo di rilanciare il reparto animazione della Disney, in grossa difficoltà per via del flop di Taron e la pentola magica (1985).

Tra i progetti in lavorazione, Ashman si interessa a quello basato sulla fiaba La Sirenetta di Hans Christian Andersen, accettando di prendervi parte sia come autore dei testi delle canzoni, sia come produttore esecutivo, in modo da poter seguire con attenzione la lavorazione della pellicola.

Copertina della prima edizione in vhs

Ashman coinvolge nel progetto Menken, affidandogli la creazione della colonna sonora. Insieme ad esso incide dei demo di tutte le canzoni da inserire nel film e da usare come punti di riferimento per quegli attori che, dopo esser stati scelti da Ashman, dovranno recitare e cantare nel corso del film. Tra gli attori coinvolti nel doppiaggio del film vi è anche Jodi Benson, la quale, dopo aver superato un provino, ottiene il ruolo della protagonista Ariel, venendo poi personalmente diretta da Ashman durante i turni di doppiaggio, come dimostrato dal video (inserito anche nel documentario Il risveglio della magia [2009] di Don Hahn), in cui le fornisce delle precise indicazioni su come interpretare il brano Part of your world ("Parte del tuo mondo", in Italia rititolato "La Sirenetta"), essenziale per trasmettere la caratterizzazione psicologica di Ariel (in pratica, è un suo monologo interiore in forma canora) e per creare la giusta empatia tra il personaggio e il pubblico, innescando una dinamica simile a quella che avviene in Frozen - Il regno di ghiaccio (2013) quando Elsa/Idina Menzel (attrice teatrale che ha anch'essa mosso i primi passi nell'Off-Broadway) canta Let it go.

Elsa canta Let it go in Frozen

Nonostante corra il rischio di essere tagliato durante la produzione della pellicola, Part of your world è il vero e proprio "cuore" della storia, rappresentando, tra le tante cose, il mutamento interiore che avviene in Ariel, la quale, nell'edizione originale del film, passa dal desiderare di essere "parte di quel mondo" ("part of that world") composto da umani che vivono fuori dall'acqua, al dichiarare al ragazzo a cui ha salvato la vita di voler essere "parte del tuo mondo" ("part of your world") durante la "ripresa" (reprise) del brano, comunicando così anche allo spettatore la nascita di un cambiamento interiore all'interno del suo animo (cfr. il verso But I know something's starting right now, lett. "Ma so che ora qualcosa sta iniziando"), in cui ora trova spazio l'amore per quel ragazzo.


Part of that world
Part of your world

Part of your world
, infine, torna 
in versione canora anche nel finale, durante il congedo di Ariel dal padre e la sua partenza con il principe Eric, venendo però cantata da un coro con cui Ashman e Menken si rifanno alla tradizione disneyana dei finali cantati (come nei casi di Biancaneve e Mary Poppins), sancendo la restaurata armonia emotiva tra il padre e Ariel, l'amore tra la ragazza e Eric, ma anche il congedo della protagonista dal mondo marino da cui proviene.

And I can be/Part of your world

Ashman, inoltre, effettua alcune importanti variazioni al progetto originale del film, cambiando nome, nazionalità e personalità del granchio da affiancare ad Ariel, mutandolo da inglese a giamaicano, come ricordato da Alan Menken: "Quando iniziammo a lavorare su Sebastian, all'inizio era Clarence il granchio. Il reggae era molto di moda, e Howard disse: "Facciamo un granchio giamaicano o un granchio caraibico, calypso. Penso a Henry Belafonte [interprete di Day-O (Banana Boat Song), brano celebre per il suo utilizzo nel film Beetlejuice - Spiritello porcello (1988) di Tim Burton], quel tipo di calore" (cfr. il commento audio al film, inserito nell'edizione dvd a 2 dischi de La Sirenetta distribuita nel 2007).


Howard Ashman e Alan Menken
(fonte)

Ed è proprio alle atmosfere caraibiche e al calypso che è ispirata Under the Sea ("In fondo al mar"), cantata dall'attore nero Samuel E. Wright, voce di Sebastian nell'edizione originale del film, il quale, in seguito al successo della pellicola, insieme alla Benson inciderà un album composto da cover di brani calypso e reggae, cantati originalmente da artisti come il sopracitato Belafonte, del quale Benson e Wright riproporranno Day-O. A questo primo album, 
Sebastian From The Little Mermaid (1990), ne seguirà un secondo, Sebastian: Party Gras! (1991), anch'esso composto di cover reggae e calypso ma cantato dal solo Wright, e un terzo, The Little Mermaid: Songs from the Sea (1992), che sarà però un concept album di brani inediti, a cui prenderanno parte anche la Benson e altri doppiatori del film.


L'album del 1990
(fonte)

Sempre riguardo al personaggio di Sebastian, Ashman ne scrive personalmente i dialoghi in tre importanti scene del film (per questa ragione, nei titoli di coda, è accreditato anche come autore di "dialoghi supplementari"): quando il granchio abbandona i suoi propositi di tornare da Re Tritone ("Triton" in originale), restando invece al fianco di un'Ariel senza più voce; quando Sebastian parla ad Ariel prima che la ragazza si addormenti nella stanza che le è stata riservata da Eric; nel finale, quando Tritone parla col granchio, decidendo di trasformare personalmente Ariel in un'umana (in questo caso, anche le battute di Tritone vennero ideate da Ashman).

Ursula

Un ulteriore importante contributo di Ashman al film riguarda il personaggio della strega Ursula. Discutendo nell'estate del 1986 con i registi de La Sirenetta, John Musker e  Ron Clements, Ashman propone l'idea di usare come punto di riferimento per Ursula il personaggio negativo di Alexis Colby (Joan Collins) nella serie tv Dynasty (1981-1991), poiché inizialmente era stato stabilito che Ursula dovesse essere la sorella malvagia di Tritone, dettaglio poi venuto a mancare a causa della drastica riduzione della canzone dei marinai posta all'inizio de La Sirenetta, dove era previsto l'inserimento dei versi in cui raccontare il passato di Ursula.


Oltre a tutto ciò, Ashman parla di quel personaggio anche con il disegnatore Rob Minkoff, fornendogli l'idea di usare come ulteriore punto di riferimento per l'aspetto da dare alla cattiva del film, la drag queen Divine - nome d'arte di Harris Glenn Milstead (1945-1988), reso celebre negli USA dai solitamente bizzarri ruoli interpretati nei film anticonformisti di John Waters, nonché dalla sua attività di cantante dance negli anni '80 -. Minkoff ne abbozza l'aspetto e l'idea di rifarsi a Divine ottiene l'approvazione anche di altri animatori che, come qui dimostrato, per perfezionare graficamente Ursula si rifanno al look usato da Divine nel film Pink Flamingos (1972) di Waters, autentico cult del "cattivo gusto" cinematografico, che ebbe successo nel circuito dei "film di mezzanotte" a New York, composto da opere come Rocky Horror Picture Show, El Topo, Bambi meets Godzilla e Eraserhead - La mente che cancella (cfr. il documentario Midnight Movies: From the Margin to the Mainstream, diretto nel 2005 da Stuart Samuels).


A sostegno della scelta dello staff disneyano di rifarsi a Divine, va inoltre ricordato come, nel finale di Multiple Maniacs (1970), Divine venisse aggredito da una gigantesca aragosta; il mondo delle creature marine non era dunque del tutto estraneo alla sua carriera cinematografica.
Al di là dell'aspetto grottesco, Divine, come ricordato da Waters, era però "un attore serio che non vuole niente di più che lavorare ogni giorno. (...) Se ingaggiato, darà tutto se stesso senza alcuna obiezione morale alla sceneggiatura. (...) Ha rischiato di essere arrestato per essere comparso nei miei film, ma non l'ho visto fare una scenata da star neanche una volta" (cfr. l'articolo Il fascino ciccione di Divine di Marco Cacioppo, Nocturno Cinema n. 99, novembre 2010).
In merito alla scelta di rifarsi a Divine, va infine aggiunto che Ashman, Waters e Divine sono stati tutti e tre residenti a Baltimora, tanto che Ashman conosceva personalmente Waters, del quale apprezzava soprattutto il film Female Trouble (1974), avente come protagonista proprio Divine, icona gay la cui importanza era ben nota ad Ashman, in quanto anch'egli omosessuale.



Mentre la lavorazione de La Sirenetta prosegue in vista del debutto cinematografico previsto per la fine del 1989 negli USA, Ashman è però costretto a saltarne alcune fasi perché nei primi mesi del 1988, anno in cui inizia già a lavorare alla storia e alle canzoni per un nuovo progetto animato disneyano ispirato a "La lampada di Aladino", scopre di aver contratto l'AIDS, malattia destinata a condizionare fortemente la successiva lavorazione de La Bella e la Bestia, a incidere sul carattere di Ashman rendendolo più fragile e irascibile, consapevole di dover continuamente fare i conti con l'incessante scorrere del tempo e il progressivo, irreversibile peggioramento delle proprie condizioni di salute, che ne decretano la morte quando ancora La Bella e la Bestia non è del tutto completato.

Tuttavia Ashman continuò a lavorare finché gli fu possibile, lasciando una preziosa eredità ai suoi colleghi disneyani, i quali per rendergli un doveroso tributo postumo, aggiunsero il seguente epitaffio al termine dei titoli di coda de La Bella e la Bestia: "Al nostro amico, Howard, che ha donato a una sirenetta la sua voce e a una bestia la sua anima. Gli saremo per sempre grati".


Aggiornamento del 12/11/2020: Nel 2018 è stato realizzato un documentario dedicato alla vita di Howard Ashman, prodotto dalla Walt Disney. Figura chiave di questa operazione è Don Hahn, che lo ha sceneggiato e diretto, partecipando anche alla produzione. Hahn conobbe personalmente Ashman, curando la produzione del film d'animazione La Bella e la Bestia e occupandosi successivamente della produzione esecutiva della trasposizione in live-action di quel film, realizzata nel 2017, con Bill Condon alla regia e l'attrice Emma Watson nel ruolo di Belle.

Il documentario dedicato a Howard Ashman si intitola "Howard" e ha come frase di lancio sulla propria locandina, la citazione dell'epitaffio presente al termine dei titoli di coda del film d'animazione La Bella e La Bestia: "Lui diede a una sirenetta la sua voce e a una bestia la sua anima". Il trailer del film è disponibile a questo link di YouTube.

La locandina originale del documentario
(fonte)

In Italia il documentario è arrivato il 7 agosto 2020, con il titolo "Howard - La vita, le parole", direttamente sulla piattaforma streaming Disney+, dove è reperibile a questo link. Alcuni articoli italiani sul film sono reperibili on-line su Tom's Hardware (di Mabelle Sasso), su Taxi Drivers (di Simona Grisolia) e su Cinefilos (di Chiara Guida), mentre su Badtaste.it si trova un'intervista a Don Hahn realizzata da Andrea Bedeschi.

La locandina italiana
(fonte)

N.B. Per informazioni sull'epidemia di AIDS negli anni '80 si rimanda a questo articolo del blog. Si segnala inoltre la presenza sul blog (a questo link) di un approfondimento sull'artista Keith Haring, anch'esso vittima dell'AIDS.

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