Tra i molti film drammatici sul tema delle epidemie, merita una particolare attenzione il lungometraggio statunitense di produzione televisiva And the Band Played On ("E la banda continua a suonare", 1993, durata 141 minuti) di Roger Spottiswoode, trasmesso per la prima volta in Italia da Raitre con il titolo "Il grande gelo" il 2 settembre 1994 e distribuito nel 1996 in vhs da Mi Group col titolo alternativo "Guerra al virus", entrambi titoli purtroppo inadeguati per questa importante opera basata sul saggio giornalistico statunitense And the Band Played On: Politics, People, and the AIDS Epidemic (1987) di Randy Shilts (1951-1994, giornalista omosessuale dichiarato fin dall'età di 20 anni), un libro rimasto inedito in Italia, nonostante la sua rilevanza storica nel ricostruire e raccontare la diffusione dell'AIDS a livello internazionale negli anni '80 e le conseguenti reazioni politiche, sociali, mediatiche e scientifiche all'epidemia.
And the Band Played on su Raitre col titolo "Il grande gelo" La durata reale del film è di 141 minuti Dal Radiocorriere Tv n. 35, settembre 1994 |
Il titolo And the Band Played On ha una doppia valenza: può essere letto come un riferimento allo spettacolo teatrale The Boys in the Band (1968, trasposto al cinema da William Friedkin nel 1970, in un film intitolato in Italia "Festa per il compleanno del caro amico Harold") incentrato su un gruppo di amici quasi tutti omosessuali; oppure, come dichiarato da Randy Shilts, può essere interpretato come un modo di dire che indica il fatto di "lavorare come al solito" ("business as usual"), allusione alla mancanza di provvedimenti rapidi emergenziali presi dal sistema sanitario statunitense per circoscrivere l'epidemia di AIDS nei primi anni '80, preferendo invece seguire i lunghi tempi tradizionali della prassi burocratica oppure scegliendo di disinteressarsi dell'epidemia. È con questo secondo significato che la frase "And the Band Played On" fu usata dai The Temptations all'interno della loro canzone Ball of Confusion (That's What the World Is Today) ["La sfera della confusione - Quello che è il mondo di oggi"] del 1970, alla quale ha attinto Shilts per la scelta del titolo del suo libro.
Copertina del 45 giri della canzone dei The Temptations (fonte) |
Presentazione del film tv Una gelata precoce (1985) Il film era inizialmente previsto per il 27 gennaio 1987, ma fu trasmesso una settimana prima Dal Radiocorriere n. 4, gennaio 1987 |
Prima di And the Band Played On fu proprio la NBC a produrre uno dei primi film sul tema, estremamente delicato negli anni '80, dell'AIDS. Si trattava del film tv Una gelata precoce (An Early Frost, 1985; in quell'anno fu trasmesso l'11 novembre dall'NBC) di John Erman, trasmesso in Italia per la prima volta da Raiuno in prima serata alle 20:30 il 20 gennaio 1987, per poi essere replicato sulla stessa rete e allo stesso orario, il 18 novembre 1988, ottenendo in questo secondo caso la seguente presentazione sul quotidiano La Stampa:
Movie tv vincitore al Premio Italia dell'86 (riconoscimento poi revocato perché la fiction era da un inedito, e la regola voleva l'opera ricavata da un testo pubblicato). È una storia semplice e di violento impatto: un giovane avvocato che convive con un amico si scopre malato di Aids [pronunciato "Eids" nell'edizione italiana del film] e la famiglia - in una ricca villa alle porte di Filadelfia - apprende contemporaneamente che il figlio è malato ed è omosessuale; il padre e la sorella reagiscono in modo rabbioso, la nonna è allibita, solo la madre mantiene la calma e con slancio resta vicino al figlio, lo assiste e lo cura, accetta la relazione dell'amico di lui, accoglie in villa l'amico e riesce a ricomporre la famiglia in un grande abbraccio di comprensione e affetto.
Laserdisc del film Una gelata precoce (fonte) |
Potrebbe nascere il dubbio di un'operazione un po' ruffiana che sfrutta omosessualità e Aids a scopi di sensazionalismo emotivo; comunque il film è condotto in modo impeccabile e con finezza, e gli interpreti sono tutti di eccezionale bravura.
Segue il dibattito condotto da [Sergio] Zavoli su "Droga e Aids". (...) Con filmati e interviste vengono affrontati i temi del traffico internazionale degli stupefacenti, la situazione italiana, la difficoltà di curare gli oltre 300 mila tossicodipendenti.
(cfr. l'articolo Zavoli: il gelo di Aids e droga, di Anonimo, La Stampa, 18/11/1988; come si può notare la trama di Una gelata precoce ha alcuni punti in comune con quella del successivo e più noto film Philadelphia di Jonathan Demme, uscito negli USA nel dicembre 1993)
Replica del film risalente al 30 settembre 1989 Dal Radiocorriere n. 39 del 1989 |
Sempre nel 1985, l'anno della morte dell'attore Rock Hudson, fu prodotto quello che è ritenuto essere, negli USA, il primo film sull'AIDS: Buddies (1985, inedito in Italia), pellicola indipendente diretta da Arthur J. Bressan Jr., che scomparve a causa dell'AIDS poco prima della limitata distribuzione nei cinema americani del film, iniziata a partire dal 12 settembre 1985, secondo IMDb.
Locandina del film Buddies (fonte) |
Fu proprio la mobilitazione massiccia degli attori hollywoodiani a rendere possibile la realizzazione del film tv tratto dal libro And the Band Played On di Randy Shilts - anch'egli omosessuale, scomparso per via dell'AIDS, nel 1994 -, poiché molti furono i celebri interpreti americani a prendervi parte gratuitamente e a impegnarsi per la promozione del film, che incluse la sua presentazione al festival di Cannes nel 1993 (si tratta dell'edizione a cui partecipò il film Lezioni di piano di Jane Campion, trattato in questo articolo del blog), grazie all'impegno di Elizabeth Taylor, Ian McKellen (l'interprete di Gandalf nella trilogia cinematografica Il Signore degli Anelli di Peter Jackson), Phil Collins e di altre persone coinvolte nella produzione del film tv.
Al centro della foto scattata a San Francisco nel 1989, il vero Donald Francis (fonte) |
Il lungometraggio racconta, concedendosi qualche licenza narrativa di finzione, il progressivo diffondersi dell'epidemia di AIDS (provocata dal virus HIV) negli USA dei primi anni '80, seguendo in particolare il punto di vista del ricercatore scientifico statunitense realmente esistente Donald "Don" P. Francis (nato nel 1942 e interpretato da Matthew Modine nel film), in precedenza occupatosi di altre epidemie come la prima legata all'Ebola in Africa Centrale durante il 1976, alla quale è dedicata la sequenza iniziale del film, e sulla quale, per un approfondimento, è disponibile a questo link un'intervista scritta in lingua inglese al vero Don Francis.
Matthew Modine/Don Francis nella sequenza iniziale del film ambientata in Africa centrale |
1976: telegramma del vero Don Francis dal Sudan (fonte) |
Dopo di essa, viene mostrato il ricovero in ospedale a Copenaghen della dottoressa danese Grethe Rask (1930-1977, ammalatasi in Africa), a causa di qualcosa che le ha completamente distrutto il sistema immunitario e che, solo successivamente, si comprenderà essere l'AIDS. Grethe Rask, punto di partenza anche nel libro di Shilts, non era però la "paziente zero" dell'epidemia di AIDS, poiché, come accertato successivamente dalla ricerca scientifica internazionale, altre vittime l'avevano già preceduta, come ad esempio il norvegese Arvid Noe (1946-1976), lo statunitense Robert Rayford (1953-1969), e i numerosi casi avvenuti ad Haiti a partire probabilmente dal 1966, innescati, secondo questo articolo della Reuters, da una persona proveniente dall'Africa Centrale.
Il ricovero di Grethe Rask in Danimarca nel 1977 E' il primo caso di AIDS mostrato nel film And the Band Played On |
In seguito al caso della Rask, nel film, viene mostrato quello di un uomo ricoverato all'ospedale Claude-Bernard di Parigi nel 1978, al quale farà seguito sempre nello stesso ospedale, nei primi anni '80, quello di altre persone (uomini e donne) anch'esse affette da pneumocisti scatenate da una malattia misteriosa dagli esiti mortali. Questi ricoveri vengono seguiti dal dottor Willy Rozembaum, il quale, nel 1982, si rivolge all'Istituto Pasteur di Parigi, dove insieme a un gruppo di ricercatori guidato da Luc Montagnier e Francoise Barré-Sinoussi svolge le ricerche scientifiche atte a stabilire la causa di quella malattia e a isolarne il virus, rendendosi conto di aver individuato una malattia dagli stessi sintomi di quella che in quello stesso periodo si sta manifestando negli USA. Durante le proprie ricerche, il team francese viene a conoscenza dell'orientamento delle ricerche americane rivolte principalmente alle indagini sulle morti degli uomini gay, sottovalutando i rischi per la salute delle donne derivanti da quella stessa malattia. Tale differenza metodologica tra americani e francesi spinge Rozembaum a chiedersi nell'edizione italiana del film: "Non capisco come gli americani abbiano pensato che una malattia possa avere delle preferenze sessuali. Non pensano ad altro gli americani: sesso, sesso, sesso".
Negli USA inizialmente l'AIDS era chiamata il "cancro dei gay" dalla stampa Articolo della rivista mensile americano Mandate Pubblicato nel dicembre 1981. (fonte) |
Passando agli USA e tornando a Don Francis, il film prosegue mostrando gli eventi del giugno 1981, quando Francis, tornato in madrepatria e dedicatosi a delle indagini sull'epatite B contratta da uomini gay, inizia a svolgere, insieme ad altre persone, delle ricerche per conto della sede principale dei "Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie" ("Centers for Disease Control and Prevention", l'abbreviazione è CDC) presente ad Atlanta, sugli uomini gay che a San Francisco, Los Angeles e New York, stanno morendo con il sarcoma di Kaposi, con delle pneumocisti, e con altre complicazioni derivanti da una grave insufficienza del sistema immunitario. Le ricerche americane sulla malattia hanno ufficialmente inizio dopo la pubblicazione avvenuta il 5 giugno 1981 sul report settimanale MMWR (Morbidity and Mortality Weekly Report, "rapporto settimanale sulla morbilità e sulla mortalità") curato dai CDC di Atlanta, di un articolo (ritenuto il primo report sull'AIDS, consultabile a questo link) sul caso del ricovero in ospedale di 5 uomini omosessuali a Los Angeles con gli stessi gravi e misteriosi sintomi, 2 dei quali erano già deceduti. L'articolo era inizialmente previsto per maggio 1981 (come mostrato nel film), ma prima della sua pubblicazione fu richiesta la consulenza scientifica della sede principale dei CDC ad Atlanta, dando così il via alle ricerche sulla malattia.
L'articolo del 5 giugno 1981 pubblicato sul MMWR (fonte) |
L'articolo del 5 giugno 1981 mostrato nel film And the Band Played On |
Attraverso la direzione di James "Jim" Curran, il gruppo di ricercatori di cui fa parte Francis entra in contatto a San Francisco con l'attivista politico omosessuale Bill Kraus (1947-1986, interpretato da Ian McKellen) del Partito Democratico, impegnato nella raccolta dei fondi economici necessari a sostenere le ricerche del gruppo di Francis, poiché è purtroppo necessario confrontarsi con ostacoli burocratici, con il "silenzio" dei mass media principali (senza sensibilizzazione dell'opinione pubblica e della politica non era possibile chiedere un aumento dei fondi per coprire i costi delle ricerche) a cui fa seguito la divulgazione di notizie frammentarie e lacunose dedicate al "cancro dei gay" (cfr. questo articolo dedicato a Keith Haring) nel corso del 1981, con vari problemi politici (in particolare con l'indifferenza del presidente Ronald Reagan, determinato ad aumentare i fondi per il Ministero della Difesa, invece di investire sulla tutela della salute pubblica), con l'imbarazzo nel chiedere ai pazienti della loro attività sessuale, con le difficoltà nel comprendere e far comprendere che si tratta di un'epidemia dovuta a un nuovo virus ancora sconosciuto, con i problemi nel capire come avviene la trasmissione di questa nuova malattia tra le persone, e con l'individuazione di un probabile "paziente zero" attraverso cui ricostruire la rete della diffusione dell'epidemia, avente nei primi anni '80 un tasso di mortalità del 100%.
Matthew Modine/Don Francis (a destra) con il gruppo di ricercatori di Atlanta Foto di scena del film (fonte) |
Foto risalente al 1983 del vero gruppo di ricercatori della sede CDC di Atlanta Don Francis è l'uomo col maglione azzurro sulla sinistra (fonte) |
Nel film viene indicato lo steward franco-canadese Gaëtan Dugas (1953-1984) della compagnia aerea Air Canada come diffusore dell'epidemia negli USA e non come un "paziente zero" vero e proprio che ha dato il via all'epidemia, poiché al gruppo di Francis interessa principalmente stabilire il fatto che si tratti di una malattia sessualmente trasmissibile, dunque i molteplici rapporti sessuali avuti da Dugas con persone infette ne sono la dimostrazione. Lo stesso Dugas, nel film, collabora attivamente con un collega di Francis, William "Bill" Darrow nella ricostruzione della fitta rete delle persone con cui aveva avuto rapporti sessuali.
Il tredicesimo capitolo del libro di Randy Shilts dedicato alla ricerca del "paziente zero" (fonte) |
Inoltre, come risulta da questa intervista scritta in lingua inglese a Darrow, il vero significato del termine inglese "Patient O" non era "paziente zero" ("patient zero", titolo del tredicesimo capitolo del libro di Shilts, dove "patient zero" è presente in modo ricorrente nel corso dell'intero volume), ma "Patient Outside-of-California case", cioè "il caso del paziente che proveniva da fuori la California", poiché Dugas proveniva dal Canada. Anche Randy Shilts, inoltre, a pagina 439 del suo libro precisa l'impossibilità di stabilire che Dugas fosse il vero e proprio "paziente zero" dell'AIDS, preferendo ritenerlo una persona che ha attivamente contribuito a diffondere l'epidemia negli USA, come risulta dal seguente estratto tratto dalla pagina 439.
Le riflessioni di Randy Shilts su Gaetan Dugas provenienti da pag. 439 del suo libro (fonte) |
Tornando al film, esso prosegue giungendo al giugno 1982, mostrando la collaborazione tra il gruppo di Francis e Bill Kraus a San Francisco per la richiesta della chiusura delle saune gay di San Francisco, luogo di ritrovo e di rapporti occasionali della comunità omosessuale americana, scatenando la conseguente protesta dei gestori delle saune e dei loro frequentanti, che ne ritarderanno la chiusura, dato che l'ultima sauna gay a San Francisco chiuderà solo nel 1987, mentre locali simili a New York erano già stati chiusi a partire dal 1985.
Articolo del New York Daily News risalente al 10 novembre 1985 Riporta la notizia della chiusura della saune gay a New York (fonte) |
Nel frattempo, nell'agosto 1982, viene coniato negli USA un nome ufficiale per la malattia, AIDS (SIDA in Francia e in Spagna): Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita, termine sessualmente neutro (valido sia per uomini, sia per donne), non discriminante per gli uomini gay (sostituendo così il precedente termine GRID, Gay-Related Immune Deficiency, utilizzato per un breve periodo dalla stampa americana, lasciando così intendere che la malattia colpisse solo gli uomini gay e che le donne ne fossero immuni), in grado di includere anche tutte le persone che hanno contratto la malattia per trasfusione di sangue o per cause non legate all'attività sessuale, come ad esempio l'iniezione di eroina attraverso siringhe praticata dai tossicodipendenti. Col tempo, inoltre, era divenuto evidente anche ai ricercatori del gruppo di Francis che l'AIDS poteva colpire anche le donne, attraverso rapporti sessuali eterosessuali.
8 agosto 1982: Il termine AIDS viene utilizzato per la prima volta dal New York Times Estratto dall'articolo A disease's spread provokes anxiety di Robin Herman L'articolo è consultabile gratuitamente a questo link del sito web del New York Times |
Il film prosegue mostrando le ricerche del gruppo di Francis sui pericoli derivanti dalla trasfusione di sangue infetto dall'AIDS, il che può comportare anche il contagio di persone emofiliache o di bambini. Il gruppo di Francis finisce così per scontrarsi, in particolare durante un incontro pubblico tenutosi il 4 gennaio 1983 ad Atlanta, con la riluttanza dei responsabili delle "banche del sangue" statunitensi, scettici sui rischi del contagio dovuti alle trasfusioni e sulle modalità (un test per l'Epatite B valido all'88% nel caso sia usato per l'individuazione dell'AIDS) con cui verificare se il sangue dei donatori destinato alle trasfusioni in loro possesso possa essere infettivo oppure no, per evitare di investire soldi inutilmente in analisi e per impedire la perdita economica derivante dalla distruzione di una parte delle scorte di sangue a loro disposizione, fino al punto in cui Francis, nel film, lancia contro di loro le seguenti parole accusatorie: "Quante persone devono morire per giustificare il costo e spingervi a prendere provvedimenti? Centinaia? Migliaia? Dateci un numero, così non vi annoieremo di nuovo finché la somma che avrete dovuto spendere per azioni legali, non avrà reso più conveniente per voi salvare le persone anziché ucciderle". In una scena successiva del film, un funzionario delle "banche del sangue" si chiede: "Se i medici si comportano come uomini d'affari, a chi si rivolgerà la gente per essere curata?".
Mark Hoyle (1972-1986) Contrasse l'AIDS a causa di una trasfusione di sangue infetto nel 1985 La trasfusione gli serviva per via dell'emofilia La sua storia è raccontata in questo articolo inglese del 1986 |
Mentre l'AIDS continua a mietere vittime e nella popolazione statunitense dilagano psicosi e confusione sui modi in cui si può contrarre la malattia - a San Francisco alcuni agenti di polizia indossano mascherine che coprono il volto nel caso in cui debbano soccorrere persone con l'AIDS, mentre alcune infermiere si licenziano dagli ospedali per evitare di assistere i malati di AIDS, e degli impresari di pompe funebri si rifiutano di occuparsi dei corpi di persone decedute a causa dell'AIDS per non rimanerne contagiati -, Francis collabora attivamente con l'Istituto Pasteur di Parigi, allo scopo di isolare il prima possibile il virus responsabile dell'AIDS, per migliorare la conoscenza della malattia e cercare un modo per curarla efficacemente il prima possibile.
L'emarginazione provocata dall'AIDS e dall'ignoranza della popolazione americana sulla malattia Dall'epilogo del film And the Band Played On |
L'AIDS era considerata una condanna a morte per chi la contraeva negli anni '80 Dall'epilogo del film |
"AIDS: Noi abbiamo bisogno di ricerca, non di isteria" Dall'epilogo del film |
Nel film, il momento in cui Don Francis viene a conoscenza del fatto che i francesi abbiano isolato il virus, chiamandolo "LAV" (Lymphadenopathy Associated Virus, cioè "virus associato a linfoadenopatia"), viene datato "ottobre 1983" (secondo questo articolo del New York Times, l'isolamento da parte dei francesi risalirebbe al maggio 1983), ma l'entusiasmo di Francis e dei suoi colleghi CDC per questo risultato non viene condiviso da Robert "Bob" Gallo del National Cancer Institute, studioso di retrovirus come quello che provoca l'AIDS, a cui Francis e CDC avevano chiesto aiuto - secondo il film, a partire dal marzo 1982 - per effettuare delle ricerche sulla malattia. Gallo, nel film, vuole essere il primo a identificare e isolare il virus in modo da ottenere per primo il merito di questa scoperta, anticipando le ricerche del gruppo francese, col quale è comunque in contatto per "collaborare". Ne deriva un conflitto tra Gallo e Francis, oltre che una situazione di stallo tra Gallo e l'Istituto Pasteur, disputa che nel film termina con un accordo di compromesso (datato 4 aprile 1984 nel film) tra Gallo e Montagnier sulla scoperta del virus dell'AIDS, raggiunto con l'estromissione di Francis (ritenuto, nel film, un "inferiore" e un "traditore" da Gallo) dal tavolo delle trattative con i francesi, e con la totale mancata citazione pubblica da parte di Gallo - in una conferenza stampa del 23 aprile 1984, ricostruita nel film e della quale si trova un resoconto in questo articolo del 24 aprile 1984 del New York Times - del contributo dato alle ricerche sull'AIDS da parte di Don Francis, il quale viene successivamente (e forzatamente nel film) trasferito da Atlanta a San Francisco, ignorando la sua volontà di avviare ad Atlanta una nuova fase di attività scientifiche dedicata alla prevenzione, all'educazione e alla cura dell'AIDS.
Uno dei confronti tra Robert Gallo e Don Francis nel film (fonte) |
L'accordo tra Gallo e Montagnier viene raggiunto per intervento del Governo statunitense e francese nel 1987, mentre Francis nel 1992 lascia i CDC trasferendosi alla Genentech di San Francisco, dove prosegue le sue ricerche volte al tentativo di creazione di un vaccino per l'HIV ("Human Immunodeficiency Virus", virus dell'immunodeficienza umana), il nome del virus stabilito da un comitato internazionale di scienziati nel maggio 1986. In un articolo inglese pubblicato dal Los Angeles Times il primo marzo 1993 e consultabile a questo link, è confermata la reale frustrazione del vero Don Francis sui continui problemi burocratici, politici, economici e di altra natura da lui avuti negli anni delle sue ricerche sull'AIDS negli Stati Uniti.
La frustrazione di Don Francis e il suo confronto con Robert Gallo Dall'articolo del Los Angeles Times del primo marzo 1993 (fonte) |
Vhs americana del film risalente al 1994 Una delle frasi promozionali è "Una battaglia per molti, combattuta da pochi" (fonte) |
Il film si conclude mostrando un Francis rimasto solo che cammina a piedi per le strade di San Francisco dopo aver fatto visita in ospedale a Bill Kraus - ricoverato poiché anch'egli ha contratto l'AIDS -, mentre una serie di didascalie (più lunghe, dettagliate e numerose nell'edizione originale inglese, mentre nell'edizione italiana in vhs risultano essere meno accurate e più sintetiche; un'edizione italiana del dvd non è finora mai stata pubblicata) informa lo spettatore del destino di Francis, del proseguimento della controversia tra Robert Gallo e Luc Montagnier riguardo alla scoperta dell'HIV, della morte di Bill Kraus avvenuta l'11 gennaio 1986 (nel film erroneamente datata "25 gennaio 1986"), fornendo poi altre informazioni sull'AIDS. Per via del modo negativo in cui è caratterizzato Gallo e per la forte rilevanza data a Don Francis nel film di Spottiswoode, scaturiscono critiche e proteste contro il lungometraggio, come riassunto in questo articolo inglese del Washington Post, dove sono riportati anche i commenti critici di Randy Shilts e del vero Don Francis al film.
Dall'edizione italiana del film in vhs |
La didascalia sulla controversia tra Robert Gallo e i francesi nell'edizione originale del film |
La didascalia originale sulle critiche rivolte al comportamento di Robert Gallo |
Tornando al film, dopo le sopracitate didascalie c'è un epilogo (visionabile a questo link) in cui le immagini reali relative alle vittime, ai malati e a vari eventi pubblici legati all'AIDS, sono accompagnate dalla canzone The Last Song (1992) di Elton John, realizzata per rendere omaggio alle morti del cantante Freddie Mercury (1946-1991) dei Queen e soprattutto dell'adolescente Ryan Wayne White (1971-1990), entrambi vittime dell'AIDS, la quale fu contratta da White a causa di una trasfusione di sangue infetto. Alla scomparsa di White fu dedicato anche il brano Gone Too Soon (1993) di Michael Jackson, che divenne amico del giovane prima della sua morte, infatti nelle immagini finali di And the Band Played On si può vedere Jackson fare visita alla casa della famiglia di White, il giorno in cui lui morì nel 1990. Il filmato integrale di quella visita, avvenuta insieme a Donald Trump, è visionabile a questo link.
Ryan Wayne White (1971-1990) Dall'epilogo del film And the Band Played On |
Ryan Wayne White e Elton John (fonte) |
1990: Michael Jackson (di spalle) e Donald Trump (a sinistra) si recano dalla famiglia White Dall'epilogo del film |
Come accennato in precedenza, il film And the Band Played On fu presentato al festival di Cannes nel 1993, evento che fu così raccontato dal quotidiano L'Unità:
Se da un lato ci si sente a disagio a parlare di morti in un clima sfolgorante di lustrini, è pur vero che sono queste situazioni a portare nelle case di tutti, problemi che spesso si vorrebbero rimuovere. È quello che ha affermato Ian McKellen, quando ha detto che gli attori dovrebbero dichiarare di essere malati di Aids perché proprio la notorietà che hanno conquistato li rende così importanti nel lanciare il messaggio di solidarietà.
Ian McKellen interpreta il personaggio dell'omosessuale nel film And the Band Played On, che racconta la storia di questi anni di Aids e che è stato interpretato gratuitamente da un cast di stelle di Hollywood, da Richard Gere a Steve Martin, da Lily Tomlin a Phil Collins, Anjelica Huston e tanti altri. "Sono felice di aver accettato quel ruolo, anche perché credo che sia importante riaffermare la libertà per ognuno delle proprie scelte sessuali, e ricordare che l'Aids non è una malattia che colpisce solo alcune persone come tutti vorrebbero far credere". Il film, del quale sono stati mostrati sette minuti, doveva essere pronto in questo periodo, ma ci sono stati ritardi nella lavorazione. Verrà trasmesso in settembre via cavo, poi uscirà nelle sale americane. "È un film molto importante - ha ricordato Liz - anche perché dimostra quanto l'Aids sia diventata una malattia politica". (...) "Hollywood non fa film su questo argomento, perché sono storie che non hanno un lieto fine", ha commentato amaramente l'attrice. No, non sono a lieto fine. E Cannes lo sa. Non a caso la sala delle conferenze della "Quinzaine" è intitolata a Simon Mizrahi, press agent e giornalista francese ucciso l'anno scorso dall'Aids [Mizrahi fu un estimatore e sostenitore di registi italiani come Luigi Comencini e Liliana Cavani].
(cfr. l'articolo Io, una star contro l'Aids, di Matilde Passa, L'Unità, 21/05/1993)
Locandina ufficiale del festival di Cannes 1993 (fonte) |
Anche La Stampa seguì quest'evento a Cannes, parlandone nel seguente modo:
La storia, basata sul libro di Randy Shilts, racconta il primo apparire della malattia e il suo drammatico affermarsi, tra l'indifferenza del governo, dei politici, della stampa. (...)
[Dopo aver parlato del cast del film, l'articolo prosegue citando la seguente dichiarazione di Elizabeth Taylor:] "Il film descrive il dolore che tanti hanno sopportato per tanto tempo. Parla delle lotte politiche e dei contrasti. Ci dice come siamo arrivati a questo punto e indica la strada da seguire per cambiare. Non c'è tempo per combattere e per dividersi: abbiamo solo tempo per lavorare insieme". E la lotta non è facile, neanche per una stella intramontabile come Liz: "Sì, anche io vivo momento di disperazione perché credo che l'umanità non abbia ancora capito bene cosa sta succedendo, non abbia imparato a prendere sul serio questo problema". E anche Hollywood, finora, non si era molto impegnata sul fronte dell'Aids. (...) L'attore Ian McKellen, che in "And the Band Played On" ha il ruolo dell'attivista gay Bill Kraus, è ancora più esplicito: "Hollywoood non ha mai tentato di rappresentare in modo serio e aperto il problema dell'omosessualità, e io sono molto contento di aver potuto interpretare in questo film il ruolo di un gay, il vero eroe della storia".
Liz, invece, non ha tempo per le polemiche: "L'Aids devasta le comunità, l'umana sofferenza aumenta di continuo, perciò noi dobbiamo combattere su tutti i fronti. Solo uno sforzo collettivo ci offrirà la possibilità di trovare una soluzione durevole per quelli che soffrono. Dobbiamo sostenere la ricerca da cui potrà venire una cura per i malati; dobbiamo incoraggiare una chiara e onesta educazione dei giovani; dobbiamo usare tutta la nostra compassionevole attenzione e tutto l'appoggio sociale necessario per quelli stanno soffrendo".
(cfr. l'articolo Liz nostra signora dei disperati, di Fulvia Caprara, La Stampa, 21/05/1993)
Ian McKellen (a destra) nel ruolo di Bill Kraus Dal film And the Band Played On |
Prima della presentazione a Cannes del film, sempre sulle pagine del quotidiano La Stampa, nel 1990, si era parlato dell'importanza del libro di Shilts e dei rischi che si incorrono nell'affrontare la diffusione di un'epidemia, facendo delle considerazioni ancora oggi valide e attuali in un articolo di Virginio Oddone, dal quale si riporta il seguente estratto:
Nella vicenda Aids, accanto al virus (lo Hiv) vi sono altri nemici, prodotti non dalla natura ma dall'uomo, dalla società.
Il primo è la disinformazione "dolosa", cioè derivante non da oggettive difficoltà dell'indagine scientifica, ma da precise carenze evitabili. Ne aveva già trattato Randy Shilts, in un suo libro amaro ma affascinante come un romanzo d'avventure, e che io raccomando a chiunque voglia riconoscere i retroscena dei primi anni dell'"era dell'Aids", inclusa la disputa Gallo-Montagnier. (...) Le cose da allora sono migliorate, ma non sono andate a posto, e lo dimostra la fame intensissima che di notizie sufficientemente solide mostrano tutti, inclusi gli stessi medici. Tant'è che ad un convegno non nazionale ma regionale, e per giunta settoriale, come quello ottimamente organizzato dalla Regione Toscana sul rischio di contagio Aids per l'operatore ospedaliero, si sono iscritti in 1700 da ogni parte d'Italia, con una partecipazione elevatissima.
Il secondo avversario, è la superficialità con cui, nel corso dell'era antibiotica siamo venuti trattando microbi, virus ed infezioni in generale. A tratti è persino sembrato che il rispetto rigido delle regole di sterilità fosse solo indice di zelo eccessivo; con il risultato che a molti sono state "regalate" infezioni (virali e non), che probabilmente potevano essere evitate. Una controprova è data dalla riduzione nell'incidenza in ospedale di molte infezioni "nosocomiali", come conseguenza dell'applicazione di rigide misure profilattiche anti-Aids. Del resto, per passare al "provato", il famoso preservativo non serve solo contro l'Aids, ma anche contro altre forme di contagio (oltre alle classiche sifilide e blenorragia, anche altre "cosette" più o meno fastidiose).
Il terzo problema, è quello dei rapporti etico-giuridici fra il soggetto sieropositivo e chi lo circonda (...). Qui la nebulosità rimane la norma, interrotta di tanto in tanto da "decisionismi", il cui obiettivo non è tanto quello di risolvere dei problemi, ma di far vedere che si è buoni e si sta facendo qualcosa.
(cfr. l'articolo Quanti complici ha questo Aids, di Virginio Oddone, La Stampa, 30/04/1990)
Una parte del cast di attori del film And the Band Played On (fonte) |
"Il modo in cui l'America considera l'omosessualità potrebbe non essere mai più lo stesso", sostiene Randy Shilts, ascoltato giornalista gay e autore di "And the Band Played On", un best seller sulla storia dell'Aids. Quello che c'è di nuovo è l'"outing". Per il movimento gay, una novità che reca spaccature e apre questioni non da poco. Per esempio: viene prima il diritto alla privacy dei gay e delle lesbiche "ricchi e famosi" o, mentre imperversa l'Aids, quello delle giovani generazioni ad avere dei modelli a cui ispirarsi? Lo stesso si ripete nel mondo del giornalismo, dove il diritto alla privacy si scontra con quello all'informazione e alla diffusione della verità.
(cfr. l'articolo Un detective a caccia dei gay più famosi, di Lorenzo Soria, La Stampa, 07/08/1990)
Randy Shilts (fonte) |
Il destino fu crudele con Randy Shilts, poiché proprio nell'anno di pubblicazione del suo libro (si sottopose al test dell'HIV, ma prima di conoscerne l'esito volle completare il suo libro, per non rimanere influenzato dall'esito del test durante la scrittura), il 1987, venne a sapere nel mese di marzo (il giorno stesso in cui completò l'ultima pagina del suo libro) di aver contratto a sua volta l'AIDS, che ne provocò la morte nel 1994. Tuttavia l'importanza del suo lavoro, pur risentendo dell'inevitabile trascorrere del tempo e di imprecisioni ed errori dovuti in parte all'evoluzione delle ricerche sull'AIDS, continua a essere ancora oggi un punto di riferimento importante per chi vuole conoscere e approfondire i primi anni della diffusione dell'AIDS negli USA, tenendo conto dei numerosi risvolti che può avere una nuova malattia per tutti gli ambiti che compongono una società, così come viene mostrato anche dal film di Roger Spottiswoode, e così come è evidente a tutti coloro che stanno seguendo o vivendo in prima persona gli eventi internazionali e italiani provocati dalla diffusione del Coronavirus (COVID-19).
Dall'epilogo del film And the Band Played On |
"Noi ricordiamo" Dall'epilogo del film |
N.B. Per quello che riguarda l'AIDS si segnalano gli articoli del blog dedicati a due vittime della malattia: Howard Ashman (diede un importante contributo ai film d'animazione disneyani La Sirenetta e La Bella e la Bestia) e Keith Haring.
https://alemontosi.blogspot.com/2015/02/howard-ashman-e-il-rinascimento-disney.html
https://alemontosi.blogspot.com/2017/03/francesca-alinovi-e-keith-haring-new.html
Sul tema delle epidemie si segnala invece questo articolo sul documentario statunitense We Heard the Bells: The Influenza of 1918 (2010), dedicato alla pandemia dell'influenza "spagnola":
https://alemontosi.blogspot.com/2020/05/il-documentario-statunitense-we-heard.html
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