In Irlanda, dal 15 marzo al 3 giugno 2018 si è tenuta al The LAB Gallery (Dublin City Arts Office) di Dublino la mostra intitolata Illusions of Love Dyed by Sunset ("Illusioni d'amore tinte dal tramonto") dell'artista visivo iracheno Bassam Al-Sabah (24 anni), al cui interno era rappresentata anche la passione di Bassam per serie animate giapponesi come UFO Robot Grendizer (1975-1977, nota in Francia come "Goldorak" e in Italia come "Atlas Ufo Robot", "Ufo Robot Goldrake", o più semplicemente "Goldrake"), la quale è molto popolare nei paesi arabi con il titolo "Grendizer", come già raccontato in questo articolo del blog, e in occasione dell'intervista al gruppo di artisti libanesi ASHEKMAN, la cui edizione inglese è stata inserita come fonte bibliografica all'interno del testo di presentazione della mostra di Bassam sul sito del LAB Gallery.
Per conoscere Bassam, la sua mostra e la sua attività artistica, lo abbiamo intervistato in modo da dargli la possibilità di parlare del suo lavoro, del suo passato in Iraq (abitava a Baghdad, come raccontato in questo articolo che gli ha dedicato il The Irish Times nel dicembre 2016), e del suo rapporto con l'animazione giapponese, in particolare con Goldrake.
Bassam Al-Sabah |
1) Puoi presentarti brevemente al pubblico italiano?
Mi chiamo Bassam Al-Sabah, sono un artista visivo che vive a Dublino, in Irlanda. Sono nato in Iraq e, dopo la guerra [iniziata nel 2003], mi sono trasferito in Irlanda nel 2004.
Statua gonfiabile di Goldrake a Baghdad (Iraq) nel 2012 (fonte) |
2) Quando hai conosciuto Goldrake per la prima volta in Iraq? Come mai ci sei particolarmente legato?
Penso che ci sia una sorta di connessione collettiva con Goldrake nel mondo arabo. E questa connessione persiste attraverso le generazioni. È stato trasmesso in televisione continuamente per circa 30 anni, infatti anche mio padre, suo fratello e sua sorella ricordano di averlo visto da adolescenti. Suppongo che si tratti di un legame così forte poiché non c'erano molti altri cartoni animati o fumetti quando sono cresciuto. C'erano circa solo 10 o 12 cartoni in tv, che venivano trasmessi di continuo.
Goldrake in Siria (fonte) |
Credo che il legame collettivo sia molto più forte con Ufo Robot Goldrake per via dei parallelismi tra la vicenda raccontata nella serie animata e quello che stava accadendo in Iraq in quel periodo. Questa storia dell'invasione da parte di qualcuno proveniente da un altro pianeta e le tematiche della guerra e della violenza, probabilmente hanno molto colpito me e gli altri bambini perché noi stavamo vivendo esperienze che avvertivamo simili a quelle della storia narrata nel cartone.
L'invasione aliena e la guerra in Ufo Robot Goldrake Immagine tratta dall'ep. 15, non trasmesso dalla Rai nel 1978 |
3) Puoi parlarci della tua mostra "Illusions of Love Dyed" presentata al The Lab Gallery? Come hai rielaborato la figura di Goldrake?
Molte delle opere che hanno composto la mia mostra al The LAB Gallery prendevano ispirazione dalle edizioni arabe delle serie animate giapponesi, che sono state trasmesse in Medio-Oriente a partire dagli anni '80. Affrontando argomenti come la rivoluzione, la guerra e l'esilio, la mia mostra proietta un significato politico su questi cartoni, che sono strettamente connessi con un'identità multi-generazionale, condivisa da persone arabe ormai adulte. Rivolgendo l'attenzione a un aspetto solitamente trascurato della globalizzazione mediatica, la mostra si occupa dell'impatto dell'animazione giapponese e dei suoi contenuti sulla cultura araba popolare.
All'interno della mia installazione, ho anche proiettato un mio nuovo filmato in computer grafica (CGI) che presenta una ricostruzione della mia vecchia casa in Iraq, a cui la mia famiglia non può più fare ritorno. Quando il filmato comincia a muoversi attraverso la casa, delle immagini digitali iniziano a fuoriuscire dalla tv dimenticata e dagli schermi dei computer, per poi materializzarsi in forme viventi. A quel punto si sente una voce narrante in lingua araba che appartiene a mia nonna, la quale descrive il rogo degli oggetti di valore affettivo nella casa prima di essere fuggita via, e le raffigurazioni digitali di questi oggetti appaiono per poi essere disintegrate.
Credo che la visione del filmato generi un'inquietudine mista a una sorta di incoerenza cronologica dovuta alla nostalgia per le prospettive future perdute.
4) Tra le opere presenti nel tuo sito web mi ha colpito quella chiamata "Soon after came the drums" ("Poco dopo il battere dei colpi"), dove hai fatto un parallelo tra infanzia, guerra e animazione giapponese. Puoi parlarcene?
Molte delle opere che hanno composto la mia mostra al The LAB Gallery prendevano ispirazione dalle edizioni arabe delle serie animate giapponesi, che sono state trasmesse in Medio-Oriente a partire dagli anni '80. Affrontando argomenti come la rivoluzione, la guerra e l'esilio, la mia mostra proietta un significato politico su questi cartoni, che sono strettamente connessi con un'identità multi-generazionale, condivisa da persone arabe ormai adulte. Rivolgendo l'attenzione a un aspetto solitamente trascurato della globalizzazione mediatica, la mostra si occupa dell'impatto dell'animazione giapponese e dei suoi contenuti sulla cultura araba popolare.
All'interno della mia installazione, ho anche proiettato un mio nuovo filmato in computer grafica (CGI) che presenta una ricostruzione della mia vecchia casa in Iraq, a cui la mia famiglia non può più fare ritorno. Quando il filmato comincia a muoversi attraverso la casa, delle immagini digitali iniziano a fuoriuscire dalla tv dimenticata e dagli schermi dei computer, per poi materializzarsi in forme viventi. A quel punto si sente una voce narrante in lingua araba che appartiene a mia nonna, la quale descrive il rogo degli oggetti di valore affettivo nella casa prima di essere fuggita via, e le raffigurazioni digitali di questi oggetti appaiono per poi essere disintegrate.
Credo che la visione del filmato generi un'inquietudine mista a una sorta di incoerenza cronologica dovuta alla nostalgia per le prospettive future perdute.
Il retaggio dei robot dell'animazione giapponese, rielaborati da Bassam |
Ricordi famigliari mescolati all'influenza dell'animazione nipponica. Per comprendere meglio l'immagine, si consiglia di usare lo zoom. |
Estratto del filmato in computer grafica realizzato da Bassam |
Un altro estratto del filmato di Bassam |
Ultimo estratto dal filmato di Bassam |
4) Tra le opere presenti nel tuo sito web mi ha colpito quella chiamata "Soon after came the drums" ("Poco dopo il battere dei colpi"), dove hai fatto un parallelo tra infanzia, guerra e animazione giapponese. Puoi parlarcene?
"Soon after came the drums" I ricordi personali uniti all'animazione giapponese |
Spaesamento, nostalgia e mitologia personale ricoprono un ruolo significativo all'interno di questa installazione, come se si volesse tentare di effettuare una nuova collezione che però non è fissata, ma che è più che altro un amalgama di varie narrazioni allo stesso tempo false e vere, che sono collassate l'una nell'altra provocando così la sensazione di una memoria falsificata e di un trauma.
Un robot dall'aspetto deformato ispirato all'animazione giapponese. Foto relativa alla sopra citata installazione di Bassam, realizzata nel settembre 2017. Per ulteriori informazioni si rimanda a questo link. |
5) Oltre a Goldrake ci puoi parlare brevemente degli altri cartoni giapponesi a cui sei maggiormente affezionato?
Ce ne sono alcuni di quando ero un ragazzino, cartoni come Conan - Il ragazzo del futuro [1978, diretto da Hayao Miyazaki e Isao Takahata], Combattler V [1976-1977] e Shirab, il ragazzo di Bagdad [1975-1976, titolo internazionale: "Arabian Nights: Sinbad's Adventures"], che erano trasmessi in televisione continuamente. Quando la mia famiglia si è trasferita in Irlanda, dove un intero nuovo mondo di cartoni e programmi erano disponibili per me, io ero ancora realmente molto interessato agli anime al punto da vederne molti più di quando ero un bambino in Iraq. Ho cominciato guardando Neon Genesis Evangelion e Ghost in the Shell.
Conan - Il ragazzo del futuro Copertina di una pubblicazione nipponica dedicata alla serie animata (fonte) |
Shirab, il ragazzo di Bagdad, serie arrivata in Italia nel 1981 (dal 20 maggio) su Raiuno In Italia, al protagonista è stato cambiato il nome "Sinbad" in "Shirab". Dal Radiocorriere TV n. 20, 1981 |
Ricordo anche di avere avuto un emulatore del Super Nintendo sul nostro computer in Iraq, dove noi usavamo molti videogames derivanti dai cartoni giapponesi. Così, quando siamo arrivati in Irlanda, ho iniziato a guardarli tutti come se fossi un ragazzino per via del fattore nostalgia. Ero stato introdotto a cartoni come Sailor Moon o Yu Yu Hakusho [aka "Yu degli spettri"] dai videogiochi che usavo quando ero bambino, e quindi da adolescente avevo voglia di guardarli per la prima volta.
Videogioco di Sailor Moon per Super Nintendo, prodotto nel 1993 La copertina è quella dell'edizione francese edita nel 1994 (fonte) |
Videogioco di Yu Yu Hakusho per Super Nintendo, prodotto nel 1994 Il titolo del gioco è "Yu Yu Hakusho 2: Kakutou no Sho" (fonte) |
P. S. Per la realizzazione di questa intervista un ringraziamento speciale va a Sheena Barrett del The LAB Gallery di Dublino. Grazie anche a Daria e Piero per la loro collaborazione.
Sito web ufficiale del The LAB Gallery (Dublin City Arts Office) di Dublino:
http://www.dublincityartsoffice.ie/
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