Oltre a Christiane F. - Una generazione tossica (titolo originale francese: "Moi, Christiane F., 13 ans, droguée, prostituée... - Une génération perdue", 2021) di Claire Laborey dedicato al libro dei ragazzi dello Zoo di Berlino, nel 2022 il gruppo franco-tedesco ARTE ha prodotto un secondo documentario dedicato alla vicenda di Christiane F., in questo caso principalmente incentrato sul film tedesco del 1981 diretto da Ulrich "Uli" Edel. Si tratta di Christiane F. - Telle est l'histoire (titolo tedesco: "Kino Im Rausch - Die Kinder Von Bahnhof Zoo"), realizzato dalla regista Silvia Palmigiano, attualmente ancora inedito in Italia.
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Foto di scena del film Christiane F. - Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino Alle loro spalle c'è l'ingresso della discoteca Sound |
Il documentario realizzato da Palmigiano offre allo spettatore la possibilità di ascoltare delle nuove e preziose interviste, girate in bianco e nero, a figure chiave come il regista Uli Edel, lo sceneggiatore del film Herman Weigel, Thomas Austen (l'interprete di Detlef nel film), e come i giornalisti Kai Hermann e Horst Rieck dal cui incontro con l'adolescente Vera Christiane Felscherinow (nata il 20 maggio 1962), scaturì nel 1978 il libro Christiane F. - Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino (titolo originale: "Christiane F. - Wir Kinder vom Bahnhof Zoo"), pubblicato per la prima volta in Italia tre anni dopo, in contemporanea con l'arrivo del film nel nostro paese.
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Copertina della prima edizione italiana del libro pubblicata nel 1981 La ragazza nella foto è l'attrice Natja Brunckhorst, la protagonista del film di Uli Edel |
Accanto a queste interviste realizzate appositamente per il documentario, viene offerta allo spettatore un'affascinante selezione di materiale d'epoca d'archivio a colori, quasi interamente sconosciuto al pubblico italiano, composto dai filmati delle prove per il casting del film svoltosi nel 1980, dalle interviste televisive realizzate nel 1981 ai giovani spettatori tedeschi del film all'uscita dalle sale cinematografiche, e soprattutto da brevi estratti dalla lunga conversazione tra i giornalisti e l'adolescente Vera Christiane Felscherinow, che, come noto, fu registrata su nastro divenendo la base per la preparazione del libro, in cui a Vera fu dato il soprannome di "Christiane F.".
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1980: Natja Brunckhorst durante un provino per il casting del film. Dal documentario di Silvia Palmigiano. |
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Vera Christiane Felscherinow ("Christiane F.") all'età di 15 anni nel febbraio 1978. La foto è stata scattata da Jürgen Müller-Schneck. |
Come precisato nel corso del documentario di Silvia Palmigiano, fu Horst Rieck a incontrare per primo Christiane nel febbraio 1978, quando lei fu coinvolta a 15 anni in una vicenda giudiziaria, partecipando come principale testimone al processo contro un uomo ("Heinz G.") che forniva eroina a tossicodipendenti minorenni in cambio di prestazioni sessuali, circostanza raccontata dalla stessa Christiane nel 1981, quando venne in Italia e fu intervistata dal quotidiano La Repubblica, come riportato in questo articolo del blog.
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Horst Rieck Dal documentario di Silvia Palmigiano. |
Rieck decise di intervistarla, ottenendo la disponibilità della ragazza, per poi comprendere come lei potesse essere la persona più adatta a raccontare quanto stesse accadendo in quel periodo alla stazione ferroviaria di Bahnhof Zoo a Berlino.
Di seguito, si riporta la traduzione dell'inizio dell'intervista audio di Horst Rieck a Christiane, presente nel documentario, il quale offre pertanto la preziosa possibilità di ascoltare l'autentica voce di Christiane, quando a 15 anni decise di parlare della sua esperienza di vita come tossicodipendente ("junkie"):
Horst Rieck: Quando ti ho detto che sto facendo un articolo sulla prostituzione dei minori, tu mi hai risposto: 'Ti racconterò tutto'. Cos'è che ti ha motivato a rivelare tutto? Per mettere in guardia?
Christiane: Io vorrei semplicemente che tutte le persone che non sanno niente, o che non la vedano neanche, comprendano quanto è perversa. E vorrei informarli.
Sono andata alla stazione di Bahnhof Zoo e ho visto la miseria per la prima volta: dei vecchi senzatetto che dormivano nel loro vomito. Fu qui che ebbe inizio la mia vita di tossicodipendente.
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Vera Christiane Felscherinow ("Christiane F.") nel febbraio 1978, all'età di 15 anni. Fotografia di Jürgen Müller-Schneck. |
Questa libertà che provavo in città era davvero pazzesca, al punto che a volte ne ero dipendente. Questa possibilità di essere anonima in mezzo alla folla. (...)
Un tossicodipendente in crisi di astinenza trova sempre un modo di farsi una dose. Non c'è niente che un junkie non possa fare. Sarebbe disposto a buttarsi dal secondo piano per potersi procurare la sua dose. Un tossico fa di tutto per quella.
Si era in collera contro il Governo incapace di arrestare il traffico di droga. Non era così difficile trovarne le fonti. Bisogna andare al cuore della droga per fermarla completamente.
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Settembre 1978: Vera Christiane Felscherinow sulla copertina di un numero della rivista tedesca Stern. Si tratta della rivista per cui lavoravano i giornalisti Horst Rieck e Kai Hermann. |
Nel documentario, agli estratti audio dell'intervista originaria fanno da contrappunto dei brevi frammenti tratti da una successiva intervista audiovisiva a Christiane F., realizzata nel 1983, che la mostrano ventenne insieme a sua sorella Anette Felscherinow e da sola, quando iniziò a confrontarsi con la fama internazionale scaturita dalla pubblicazione del libro e dalla produzione del film, conservando la propria traumatica consapevolezza nei confronti di quel mondo degli adulti che aveva conosciuto in precedenza:
Christiane: Dopo una certa età, gli adulti sono tutti dei mostri. Loro sono sempre ingiusti con noi, anche se vediamo le cose in modo diverso.
Anette Felscherinow: Ancora oggi, quando dei giovani divengono tossicomani, i genitori sono a chilometri di distanza dalla vita dei figli. I genitori hanno la propria vita, così anche i bambini se ne costruiscono una. I genitori sono assenti.
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1983: Vera Christiane Felscherinow e sua sorella Anette Felscherinow. Dal documentario di Silvia Palmigiano. |
Christiane: Non saprei come raccontarmi e non voglio, non voglio descrivermi. Ho la sensazione di conoscermi molto bene, ma quello che so di me stessa non voglio condividerlo con tutti, perché ovviamente ho paura che qualcuno approfitti di questa mia debolezza [la tossicodipendenza] per intrappolarmi, visto che tutti ne sono al corrente. (...)
Ho molta paura di perdere l'equilibrio. Di sentirmi completamente inutile, un giorno, perché non ho lavorato. E che le cose di cui ho bisogno come essere umano, non siano più accessibili per me.
Ho paura di ritrovarmi un giorno a chiedermi: 'Tu a cosa servi? A niente, infatti, e niente di tutto questo ha alcun senso'. Ho paura che tutto ciò possa farmi ricadere [nella droga].
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Vera Christiane Felscherinow nel 1983 Dal documentario di Silvia Palmigiano |
Come ricordato nel corso da varie persone intervistate nel corso del documentario, la storia della vita di Christiane ha però avuto un effetto spartiacque nel raccontare il mondo della tossicodipendenza giovanile, contribuendo a sensibilizzare fortemente l'opinione pubblica globale su queste tematiche, strappando quel velo di superficialità, di silenzio, di omertà e di indifferenza che avvolgeva le vittime più giovani della droga. La sua vita ha dunque già trovato un significato importante e prezioso, lanciando un messaggio universale destinato a perdurare ancora a lungo nel tempo, che non deve andare mai dimenticato.
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Edizione italiana del disco 33 giri contenente la colonna sonora del film |
Il documentario Christiane F. - Telle est l'histoire è dunque un'occasione estremamente preziosa per ricordare quanto vissuto da Christiane e il significato che quel film tedesco realizzato nel 1981 - impreziosito dalla partecipazione di David Bowie che diede un contributo meticoloso al film, rimanendo soddisfatto dal risultato finale -, ha avuto per tante persone in tutto il mondo, divenendo un'opera imprescindibile sul tema della droga, entrando a far parte in modo dirompente della Storia del Cinema, traendo ispirazione da una storia il cui significato, ad oggi, non è purtroppo ancora stato compreso e approfondito pienamente in Italia, dove si preferisce evitare di riporre l'attenzione sulle molteplici sfaccettature di questa drammatica vicenda umana avvenuta in Germania.
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Natja Brunckhorst e David Bowie in una foto di scena del film del 1981 |
L'elenco dei miei articoli dedicati a Christiane F. disponibili sul mio blog:
http://alemontosi.blogspot.com/2013/07/noi-i-ragazzi-dello-zoo-di-berlino.html
- La genesi del libro e del film dedicati a Christiane:
http://alemontosi.blogspot.it/2014/04/christiane-f-1981-di-uli-edel-la.html
- L'intervista italiana a Christiane pubblicata sul quotidiano La Repubblica nel 1981:
http://alemontosi.blogspot.it/2014/05/christiane-f-lintervista-italiana-del.html
- L'impatto dell'uscita italiana del film di Christiane sul pubblico e sulla critica cinematografica del nostro paese:
http://alemontosi.blogspot.it/2015/11/christiane-f-reazioni-del-pubblico-e.html
https://alemontosi.blogspot.com/2018/09/christiane-f-ledizione-tedesca-del.html
https://alemontosi.blogspot.com/2021/05/christiane-f-la-storia-di-babsi-e.html
https://alemontosi.blogspot.com/2022/05/christiane-f-e-toni-morrison-dai.html
- La mia intervista alla regista Claire Laborey si trova al seguente link:
https://alemontosi.blogspot.com/2022/05/christiane-f-la-generazione-perduta.html
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