domenica 29 giugno 2014

Twin Peaks - Dal successo alla prematura rivelazione dell'assassino



Malgrado i grandi ascolti e l'enorme interesse ottenuti dalle prime puntate negli USA, i creatori di Twin Peaks, David Lynch e Mark Frost, dovettero fare i conti con i numerosi problemi sorti durante la seconda stagione della serie, che finirono per condizionarla fortemente, costringendoli a rivelare, molto prima del previsto, l'identità dell'assassino di Laura Palmer.


"Twin Peaks non ha neppure una chance di successo" (cfr. l'articolo 8 aprile 1990: "Questo telefilm sarà un fiasco", senza firma, L'Unità, 6/01/1991; la stroncatura è riportata anche nella pagina inglese di Wikipedia dedicata alla serie), così scrisse sul quotidiano USA Today Paul Schulman, esperto di mass media, dopo la visione in anteprima dell'episodio pilota del telefilm. Tuttavia, a dispetto del parere di Shulman, le 8 puntate (incluso il pilot) che compongono la prima serie di Twin Peaks (trasmesse nel 1990 al giovedì sera, dall'8 aprile al 23 maggio, tranne la prima che venne trasmessa di domenica e l'ultima che venne mandata in onda di mercoledì), raggiunsero picchi di ascolto di oltre 30 milioni di spettatori negli USA, conquistando il parere favorevole della critica televisiva che la considerò tecnicamente e artisticamente rivoluzionaria, elogiando il talento di Lynch - il quale, ad ottobre del 1990, finì anche sulla copertina di un numero del settimanale Time e dei suoi collaboratori, facendo sì che a maggio del 1990 la ABC (network produttore e artefice della messa in onda di Twin Peaks negli USA) annunciasse ufficialmente la preparazione di una seconda serie del telefilm.

Time,  01/10/1990

Per Lynch il 1990, durante il quale vinse la Palma d'oro al festival di Cannes con il film Cuore Selvaggio, fu l'anno in cui ottenne i suoi maggiori e più ampi consensi internazionali di critica e di pubblico, che ha così ricordato nel libro-intervista Lynch secondo Lynch di Chris Rodley (Baldini & Castoldi, 
1998): "Per me è stata una sorpresa sapere quanta gente seguiva quel programma: una sorpresa davvero piacevole. (...) È bello che un tuo lavoro venga molto apprezzato dal pubblico, ma è un po' come l'amore: sembra inevitabile che a un certo punto la gente ne abbia abbastanza di te e si appassioni a qualcos'altro. Non puoi far nulla per controllare questo processo, e questa consapevolezza è come una sofferenza sorda. Non un dolore acuto, ma una specie di leggero mal di cuore" (cfr. pag. 247-248).


Preceduta dalla pubblicazione del libro Il diario segreto di Laura Palmer 
(edito in Italia da Sperling & Kupfer nel 1991) scritto da Jennifer Lynch (figlia del regista), la prima puntata della seconda stagione di Twin Peaks esordì negli USA domenica 30 settembre 1990, mentre la seconda puntata venne mandata in onda di sabato sera (il 6 ottobre), la nuova collocazione settimanale scelta dalla ABC per trasmettere le nuove puntate della serie, collegando a questo cambiamento nel palinsesto, un ironico spot in cui si ripropose una delle più bizzarre tecniche di investigazione dell'agente Dale Cooper (Kyle MacLachlan) - usata nel terzo episodio della prima stagione -, per informare gli spettatori dello spostamento di Twin Peaks al sabato sera.


L'interesse per il diario di Laura Palmer in Italia
Corriere della Sera, 11/01/1991

Questo passaggio dal giovedì sera (giorno usato per quasi tutte le puntate della prima serie) al sabato, non fu per nulla gradito da Lynch, che indisse anche una conferenza stampa per protestare contro quella decisione dell'ABC, e che con queste parole, nel sopracitato libro di Rodley, ha ricordato quegli eventi:

"I dirigenti della ABC cambiarono il giorno di programmazione. Twin Peaks era iniziato di giovedì, che era la serata ideale. Era importante che fosse un giorno feriale, poiché il giorno dopo la gente ne avrebbe parlato al lavoro. Era perfetto. Poi spostarono la programmazione al sabato sera, che è troppo lontano dal lunedì. Non era la stessa cosa. Non credo che i dirigenti siano altrettanto fedeli a un programma di quanto lo siano all'insieme della propria rete in competizione con le altre. Quello che fecero mi lasciò senza parole, perché secondo me non aveva un briciolo di senso. So soltanto che, cambiando la programmazione, uccisero la serie. Con la conferenza stampa mi proponevo di sottolineare questo punto, e di chiedere se fosse possibile fare pressione sulla rete affinché si tornasse a una collocazione di palinsesto ragionevole". (cfr. pag. 255).
Come se non bastasse, il coinvolgimento di Lynch diminuì fortemente nel corso della preparazione e delle riprese degli episodi della seconda serie, affidandone la lavorazione ad altri sceneggiatori e registi (tra i quali ricordiamo Tim Hunter, Diane Keaton e Uli Edel, il regista di Christiane F. - Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino), come confessato dallo stesso cineasta:
"Nella seconda stagione ero, come dire?, un po' distaccato. Sebbene l'idea di una storia a episodi mi attirasse moltissimo, quelle storie dovevano pur essere sceneggiate, e ogni settimana c'era un nuovo programma da mettere in piedi. Ben presto tutto si accavalla, e scopri di non avere tempo sufficiente per dedicarti a ciò che ci si aspetta da te. E allora ti ritrovi davanti a qualcosa che non hai veramente voglia di fare. (...)
Se Mark [Frost] e io avessimo lavorato insieme le cose avrebbero preso un'altra piega. Ma non è stato così, perciò è andata com'è andata. Ho partecipato a un paio di riunioni con gli sceneggiatori, ma a meno che tu non ci sia dentro davvero... Una delle cose frustranti, quando si lavora per la televisione, è che ci sono altri registi, altri sceneggiatori, altri fattori che intervengono. Il risultato può anche essere buono, ma non è mai quello che avevi in mente". (cfr. pag. 254).

David Lynch sul set di Twin Peaks

A rendere ulteriormente difficile la lavorazione delle nuove puntate contribuì, inoltre, il fatto che una larga fetta degli spettatori iniziò a spazientirsi e a pretendere che venisse rivelata l'identità dell'assassino di Laura Palmer, protestando per il continuo protrarsi di questo mistero. Oltre alle critiche del pubblico nei confronti 
di Lynch e degli altri autori del serial, ebbe inizio anche un progressivo calo negli ascolti. Visto quanto stava accadendo, i dirigenti dell'ABC iniziarono a fare pressione su Frost e Lynch per porre fine alla ricerca dell'assassino. Così Lynch, nel libro di Rodley, ha ricordato quei momenti: "ci costrinsero in tutti i modi ad arrivare all'assassino di Laura. Non fu tutta colpa loro. La gente insisteva, voleva sapere chi aveva ucciso Laura Palmer: reclamava l'assassino. Di conseguenza la pressione fu tale per cui l'omicidio non poté più rimanere un semplice elemento di sfondo. L'avvicinamento progressivo alla soluzione, che nonostante ciò rimaneva sospesa, fu ciò che ci fece conoscere veramente gli abitanti di Twin Peaks, il modo in cui tutti circondavano Laura e interagivano tra loro. Tutti i misteri che li riguardavano. Ma fu deciso diversamente. Non poteva andare così, il desiderio di sapere era troppo forte. Tuttavia era il mistero l'ingrediente magico: avrebbe fatto vivere Twin Peaks molto più a lungo". (cfr. pag. 252).


Il forte interesse per Twin Peaks e per il diario di Laura Palmer in Italia nel 1991
Corriere della Sera, 13/02/1991

L'intenzione originaria di Lynch era infatti di svelare l'identità dell'assassino solo alla fine della serie, seguendo una tecnica narrativa analoga a precedenti telefilm statunitensi come Il fuggiasco (composto da 4 stagioni trasmesse tra il 1963 e il 1967 dalla ABC; ad esso è inoltre ispirato il film Il fuggitivo, 1993, di Andrew Davis), serie apprezzata dal cineasta e da lui omaggiata proprio nell'episodio pilota di Twin Peaks, con la comparsa di un uomo con un solo braccio - il cui inserimento in Twin Peaks, come dichiarato da Lynch, doveva limitarsi ad essere un circoscritto omaggio a quel telefilm -. In Il fuggiasco, infatti, il protagonista è alla ricerca di un uomo con un braccio solo, presunto artefice dell'omicidio della moglie del protagonista, il quale è invece ingiustamente accusato dalla polizia di essere l'assassino. Per evitare l'arresto, il protagonista è quindi costretto a darsi alla fuga e a divenire un latitante fino al momento in cui riuscirà a trovare quell'uomo con un braccio solo, per scagionarsi e far emergere la verità sul delitto.



Dal telefilm Il fuggiasco
(fonte)

È
 lo stesso Lynch, nel libro di Rodley, a esplicitare la sua volontà di rifarsi a Il fuggiasco per Twin Peaks: "Lo stesso era accaduto per Il fuggitivo [Il fuggiasco]: dov'era l'uomo con un braccio solo? Ogni settimana sfioravano a malapena l'argomento, ed era proprio lì che stava il bello. Ti chiedevi continuamente: "Quand'è che troverà quell'uomo e rimetterà tutto a posto?" Allora però avresti saputo che era giunta la fine". (cfr. pag. 252). Va inoltre ricordato che una tecnica narrativa simile a quella de Il fuggiasco, era in precedenza stata usata anche nel telefilm L'incredibile Hulk (1977-1982), in cui il protagonista, David Banner, vaga per l'intera durata della serie attraverso gli USA nascondendo la propria identità (egli è stato dato per morto), alla ricerca di una cura per la propria condizione di vita, perennemente braccato da un giornalista che lo ritiene un pericoloso mostro omicida, e dalle forze dell'ordine.

Laura/Sheryl Lee e il "suo" diario,
(Radiocorriere TV n. 4, gennaio/febbraio 1991)

Tornando a Twin Peaks, Lynch e Frost, costretti dalla ABC, decisero quindi di rivelare l'identità dell'assassino di Laura Palmer nel settimo episodio della seconda serie (trasmesso il 10 novembre 1990 negli USA), ma Lynch (che firmò la regia della puntata) ne girò appositamente due versioni alternative, con due diversi attori del cast, in modo da depistare eventuali fughe di notizie sui mass media. I due attori scelti per girare queste due versioni furono Ray Wise e Richard Beymer, rispettivamente interpreti di Leland Palmer, il padre di Laura nonché suo vero carnefice, e di Benjamin Horne: "Molti credevano che l'assassino di Laura fosse Benjamin Horne. Il primo giorno della settimana in cui dovevamo girare quella sequenza chiamammo Ben e Leland e filmammo due volte la stessa scena, prima con l'uno e poi con l'altro. Quindi nessuno, nemmeno la troupe, sapeva chi dei due sarebbe stato il colpevole, poiché girammo davvero, con Killer Bob e tutto il resto. Devo dire che Richard Be[y]mer fu veramente grande, dato che sapeva già che l'assassino non era lui. Glielo avevamo detto prima, ma lui recitò come se lo fosse davvero". (cfr. pag. 252-253).

Come facilmente prevedibile, dopo la rivelazione dell'identità del colpevole, gli ascolti calarono inesorabilmente - "Le cifre erano sfavorevoli. Non che fossero pessime, ma erano sfavorevoli perché l'assassino di Laura Palmer era stato scoperto!", così ne ha parlato Lynch nel libro di Rodley, a pag. 256 -, e il telefilm, di cui era stata annunciata una terza stagione della quale era già stata effettuata anche la prevendita dei diritti tv all'estero (cfr. l'articolo Montecarlo senza feste, senza divi e con pochi affari, di Maria Novella Oppo, L'Unità, 13/02/1991), andò incontro ad un amaro destino...


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N. B. Link agli articoli su Twin Peaks presenti in questo blog:

http://alemontosi.blogspot.it/2014/06/david-lynch-e-lideazione-di-twin-peaks.html 


http://alemontosi.blogspot.it/2014/06/david-lynch-twin-peaks-e-il-giappone.html

http://alemontosi.blogspot.com/2014/07/fuoco-cammina-con-me-1992-il.html

http://alemontosi.blogspot.com/2014/07/twin-peaks-la-scelta-di-sheryl-lee-il.html


https://alemontosi.blogspot.it/2016/06/twin-peaks-julee-cruise-la-misteriosa.html

https://alemontosi.blogspot.it/2017/07/rod-serling-e-david-lynch-da-ai-confini.html

https://alemontosi.blogspot.it/2017/09/twin-peaks-lanteprima-del-primo.html

2 commenti:

  1. Non sapevo questa cosa delle forti richieste del pubblico! Sempre interessanti questi retroscena!

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