Nel corso degli anni ’80, in Italia, non sono solo le serie animate giapponesi a conquistare l’interesse e l’entusiasmo dei bambini. Numerose, infatti, sono le serie tv statunitensi ad essere trasmesse con successo nel nostro paese, dando origine alla vasta diffusione del merchandising (giocattoli, astucci, quaderni, zaini, ecc...) correlato a queste opere. Tra di esse vi sono il fantasy-avventuroso He-Man e i Dominatori dell'Universo (da cui deriva lo spin-off She-Ra, la principessa del potere) prodotto dalla Filmation nel 1983/1984, la serie animata legata al film Ghostbusters (1984) di Ivan Reitman chiamata “The Real Ghostbusters” per distinguerla da un’altra serie prodotta dalla Filmation e chiamata semplicemente “Ghostbusters” con protagonisti due ragazzi e un gorilla, e soprattutto la serie tv Tartarughe Ninja alla riscossa (Teenage Mutant Ninja Turtles in originale), prodotta dalla Murakami Wolf Swenson tra il 1987 e il 1996, per un totale di 10 stagioni e 193 episodi.
Nonostante un esordio
quasi in sordina a fine anni ’80 e il continuo cambio di rete degli anni
successivi (la serie viene prima trasmessa da Italia 7 per alcune puntate, per
poi passare, negli anni successivi, su Canale 5, Rete 4 e Italia 1), le Tartarughe riescono a fare breccia nei
cuori dei bambini italiani, divenendo uno dei cartoni più popolari tra la fine degli anni ‘80 e l'inizio degli anni ’90, scatenando la diffusione di un vasto merchandising, comprendente articoli per la scuola, costumi da carnevale, album
di figurine e videogiochi destinati ad alcune delle prime consolle create dalla
Nintendo (NES a 8 bit, il primo Game Boy e il Super Nintendo a 16 bit) e dalla
SEGA (il Mega Drive a 16 bit).
La popolarità internazionale di questo cartoon è
tale che, tra il 1990 e il 1992, vengono realizzati anche tre film per il
grande schermo (Tartarughe Ninja alla
riscossa, ‘90 di Steve Barron; Tartarughe
Ninja II: Il segreto di Ooze, ’91, di Michael Pressman; Tartarughe Ninja III, ’92, di Stuart
Gillard) dove le Tartarughe vengono interpretate da quattro attori con indosso
dei costumi. Tuttavia è proprio con l’arrivo nel nostro paese del primo film (il
migliore dei tre prodotti negli anni ‘90), che nel pubblico italiano iniziano a
nascere numerosi interrogativi e dubbi sul perché esistano così tante differenze
tra la serie animata e quel lungometraggio. La ragione di tutto ciò risiede in un diverso approccio con l'incarnazione originale delle Tartarughe: il fumetto indipendente creato nel
1984 da Kevin Eastman e Peter Laird, pubblicato negli USA dall'etichetta Mirage Studios.
Nella prima serie tv delle Tartarughe, infatti, si
racconta la storia di Hamato Yoshi, maestro di arti marziali e amante
dell’arte, capo del clan ninja chiamato “Il Piede” e direttore di una palestra
in Giappone. Uno dei suoi allievi più promettenti, Oroku Saki, è però
intenzionato a prenderne il posto con ogni mezzo. Con uno stratagemma, Saki, durante
la visita alla palestra di un anziano maestro sensei, riesce a far credere che
Yoshi voglia uccidere l’anziano, scatenando così le ire del sensei che ordina
di cacciare Yoshi dal Piede e di mandarlo in esilio. Giunto a New York e senza
soldi, Yoshi si ritrova a vivere nelle fogne della città, con la sola compagnia
di alcuni topi e di quattro piccole tartarughe, cadute nelle fogne in seguito alla
rottura accidentale del vaso in cui si trovavano. Un giorno, Yoshi trova le
tartarughe a contatto con uno strano liquido luminoso. Le raccoglie e le
pulisce, ma esse improvvisamente iniziano ad assumere un aspetto antropomorfo,
che le rende simili a quattro esseri umani, dotandole di un maggiore
intelletto, della capacità di parlare e di camminare erette su due gambe. Il
liquido era infatti una potente sostanza mutagena, in grado di dare a chi ne
viene bagnato, l’aspetto dell’ultimo animale con cui si era venuti a contatto.
Le tartarughe, essendo state a contatto con Yoshi, assumono un aspetto
antropomorfo, mentre l’uomo, che era stato a contatto con i topi, si trasforma
a in un gigantesco topo, conservando però il dono della parola e la capacità di
camminare su due gambe.
Shredder, nel fumetto di Eastman-Laird |
Non si tratta però di un evento casuale, ma bensì
organizzato da Saki che, nel tentativo di liberarsi per sempre del suo rivale
Yoshi, aveva sparso quel liquido misterioso per cercare di renderlo
inoffensivo. Saki (nascosto dietro il nome di Shredder) era giunto a New York
dopo aver assunto la guida del Piede e trasformato il suo clan in un gruppo
criminale con sede nella città statunitense, per soddisfare la
sua sete di potere e di denaro. Yoshi non si fa prendere dalla
disperazione, addestrando le sue quattro tartarughe per farne dei valorosi guerrieri ninja. A ciascuno di essi, assegna un nome ispirato agli
artisti del Rinascimento italiano, una cintura con al centro l’iniziale del nome, un’arma specifica ed un colore distintivo:
- Leonardo: fascia azzurra, esperto nell’uso della Katana e con la lettera L sulla cintura, è il componente più razionale e leader del gruppo. Il suo nome deriva da Leonardo Da Vinci;
- Michelangelo: fascia arancione, combatte usando i Nunchaku, è il più simpatico e goloso di pizza dei quattro. Il suo nome, inizialmente storpiato in "Michaelangelo" da Eastman e Laird, discende da Michelangelo Buonarroti;
- Donatello: il suo colore è il viola, la sua arma è il Bo, un potente bastone; ha vaste conoscenze scientifiche ed è lui a progettare i mezzi e gli apparecchi tecnologici usati dai suoi compagni. Il suo nome è ispirato al fiorentino Donato di Niccolò di Betto Bardi, noto come Donatello;
- Raffaello: colore rosso, abile nell’uso del Sai, pugnale a tre punte; ama sdrammatizzare con le sue battute i momenti più drammatici. Il suo nome proviene da Raffaello Sanzio, pittore e architetto nato a Urbino.
Le quattro tartarughe decidono di chiamare “Splinter” il loro maestro, cercando, nel corso della serie tv, di trovare un rimedio per farlo tornare un essere umano. Ad aiutare le Tartarughe nella lotta contro Shredder e i suoi perfidi alleati (tra cui Krang, alieno esiliato dalla Dimensione X, padrone del gigantesco mezzo da guerra Tecnodromo e dalle evolute conoscenze scientifiche, ma del cui corpo originale è rimasta solo la testa; i mutanti Rocksteady e Bebop; e i soldati-robot del Piede), troviamo la giovane giornalista televisiva April O’Neil e un bizzarro vigilante chiamato Casey Jones, il cui volto è nascosto dietro ad una maschera da hockey e le cui armi predilette sono mazze da baseball, da golf e da cricket.
- Leonardo: fascia azzurra, esperto nell’uso della Katana e con la lettera L sulla cintura, è il componente più razionale e leader del gruppo. Il suo nome deriva da Leonardo Da Vinci;
- Michelangelo: fascia arancione, combatte usando i Nunchaku, è il più simpatico e goloso di pizza dei quattro. Il suo nome, inizialmente storpiato in "Michaelangelo" da Eastman e Laird, discende da Michelangelo Buonarroti;
- Donatello: il suo colore è il viola, la sua arma è il Bo, un potente bastone; ha vaste conoscenze scientifiche ed è lui a progettare i mezzi e gli apparecchi tecnologici usati dai suoi compagni. Il suo nome è ispirato al fiorentino Donato di Niccolò di Betto Bardi, noto come Donatello;
- Raffaello: colore rosso, abile nell’uso del Sai, pugnale a tre punte; ama sdrammatizzare con le sue battute i momenti più drammatici. Il suo nome proviene da Raffaello Sanzio, pittore e architetto nato a Urbino.
Le quattro tartarughe decidono di chiamare “Splinter” il loro maestro, cercando, nel corso della serie tv, di trovare un rimedio per farlo tornare un essere umano. Ad aiutare le Tartarughe nella lotta contro Shredder e i suoi perfidi alleati (tra cui Krang, alieno esiliato dalla Dimensione X, padrone del gigantesco mezzo da guerra Tecnodromo e dalle evolute conoscenze scientifiche, ma del cui corpo originale è rimasta solo la testa; i mutanti Rocksteady e Bebop; e i soldati-robot del Piede), troviamo la giovane giornalista televisiva April O’Neil e un bizzarro vigilante chiamato Casey Jones, il cui volto è nascosto dietro ad una maschera da hockey e le cui armi predilette sono mazze da baseball, da golf e da cricket.
Essendo la serie
animata rivolta ad un pubblico di bambini, lo staff produttivo, in accordo con la Playmates Toys (ditta
responsabile del merchandising della serie), decide di prendere le distanze dal
fumetto di Eastman e Laird (destinato ad un pubblico adolescenziale e non ai
bambini), operando numerose modifiche ai personaggi e alla trama, attenuando la
violenza delle battaglie e le atmosfere cupe e degradate in cui si svolgevano
le avventure fumettistiche delle Tartarughe. Malgrado gli accorgimenti dello staff, la serie diviene vittima di numerose
censure in alcuni paesi europei, come l’Inghilterra e l’Irlanda, che giudicano
la parola “ninja” inadeguata ad essere utilizzata in una serie per bambini e la
sostituiscono con il termine “hero”, modificando così i dialoghi, il logo e il
titolo della serie, che passa da "Teenage Mutant Ninja Turtles" a "Teenage Mutant
Hero Turtles", titolo col quale sono stati distribuiti nel nostro paese alcuni videogame, come dimostrato dalle confezioni del primo gioco per il NES
(prodotto nel 1990 da Konami e distribuito in Italia dalla Mattel) e da Turtles IV: Turtles in Time per il Super
Nintendo (creato nel ’92 sempre da Konami e da noi distribuito dalla Gig).
Oltre al titolo, i censori inglesi decidono di tagliare tutte le immagini in cui si vede Michelangelo utilizzare i nunchaku (ritenuti un’arma troppo cruenta, legata ai violenti film vietati ai minori con protagonista Bruce Lee), nonché di effettuare alcuni ulteriori tagli nelle scene di combattimento. Nell’edizione nostrana del cartone, fortunatamente, tutto ciò non avviene e la parola “ninja” è ripetuta numerose volte nel corso della sigla italiana cantata da Giampi Daldello. Il termine "ninja" è inoltre presente anche nella sigla originale statunitense, visionabile a questo link.
Oltre al titolo, i censori inglesi decidono di tagliare tutte le immagini in cui si vede Michelangelo utilizzare i nunchaku (ritenuti un’arma troppo cruenta, legata ai violenti film vietati ai minori con protagonista Bruce Lee), nonché di effettuare alcuni ulteriori tagli nelle scene di combattimento. Nell’edizione nostrana del cartone, fortunatamente, tutto ciò non avviene e la parola “ninja” è ripetuta numerose volte nel corso della sigla italiana cantata da Giampi Daldello. Il termine "ninja" è inoltre presente anche nella sigla originale statunitense, visionabile a questo link.
Il film del 1990 di Steve Barron,
invece, cerca di rimanere più vicino allo spirito dei fumetti originali,
rappresentando una sorta di compromesso tra quanto narrato nel cartone animato
e le vicende originali create da Eastman e Laird. Ecco perché, ad esempio, nel
film cambia la caratterizzazione di Raffaello (qui divenuto molto impulsivo e
individualista, al punto da scontrarsi e litigare col più “razionale”
Leonardo), i guerrieri del Piede sono degli esseri umani (nel cartone erano dei
robot per attenuare la violenza degli scontri ed eliminare la presenza del
sangue durante i combattimenti) e l’origine delle Tartarughe e di Splinter segue
dinamiche narrative molto diverse. Nel film, Splinter è inizialmente un topo appartenente
ad un guerriero ninja giapponese chiamato Hamato Yoshi (storpiato in “Homato
Yoshi” nell’edizione italiana del film), che imita dalla sua gabbia i movimenti
che fa il suo maestro umano quando si allena. Yoshi si innamora di una donna, Tang
Shen, entrando così in una feroce competizione con Oroku Saki. Per evitare lo
scontro con Saki, Yoshi e Shen fuggono a New York portandosi con loro Splinter,
ma il loro nemico riesce comunque a trovarli e ad ucciderli. Mentre commette i
suoi omicidi, Saki rompe la gabbia di Splinter, il quale lo aggredisce
mordendolo e graffiandolo al volto. Furioso, Saki taglia un orecchio al topo e
lo abbandona accanto al corpo senza vita di Yoshi. Successivamente, Splinter
vaga nelle fogne dove incontra quattro tartarughe immerse in uno strano liquido
luminescente. A causa di quella sostanza, tutti loro assumono un aspetto
antropomorfo e la possibilità di parlare. Splinter, ricordandosi di Yoshi, insegna
alle tartarughe le tecniche di combattimento ninja (il ninjitsu), dando ad ognuna
di loro un nome letto all’interno di un libro sul Rinascimento trovato nelle
fogne. Nel frattempo, Saki assume l’identità di Shredder e recluta adolescenti
sbandati di New York, facendo leva sul loro bisogno di affetto e di avere una
famiglia, in modo da sfruttarli per i suoi piani criminali. Al fianco delle Tartarughe troviamo, come nel cartone, anche la giornalista April e il vigilante Casey
Jones.
Tuttavia, anche il film presenta
notevoli differenze con le storie originali di Eastman e Laird, ben più cupe e violente rispetto anche a questa trasposizione
cinematografica. Apparso in Italia durante i primi
anni ’90 grazie alla bolognese Granata Press, che lo pubblica mantenendo il titolo originale (Teenage Mutant Ninja Turtles), il fumetto di Eastman e Laird viene
interrotto dopo 4 numeri (pubblicati dal dicembre 1992 all'aprile 1993), come amaramente ricordato dal direttore di quella casa editrice, Luigi Bernardi: "Uno dei massimi successi commerciali degli anni Ottanta, le Tartarughe Mutanti Ninja, traevano origine da un comic-book a vocazione underground. A fenomeno esaurito, e senza alcun successo, Granata propose i primi episodi della versione originale" (cfr. Luigi Bernardi, GRANATA PRESS - Sulle tracce di una casa editrice, Mobydick, pag. 17).
Tra il 2009 e il 2013 grazie alla
001 Edizioni - editore torinese al quale si deve anche la pubblicazione in volume dei fumetti horror E.C. Comics (Tales from the Crypt) -, tutte le storie originali vengono pubblicate in sei volumi che, fin dal primo numero,
riservano numerose sorprese ai lettori italiani. Si tratta di fumetti in
bianco e nero, disegnati con un tratto molto grezzo e sporco, che ben si adatta
agli ambienti degradati e metropolitani in cui si svolgono le violente vicende
narrate dai due autori. Per loro stessa ammissione, Eastman e Laird si ispirano ad
alcune celebri opere curate da Frank Miller (in particolare la prima
miniserie di Wolverine ambientata in Giappone, il lungo ciclo del supereroe Devil/Matt Murdock della Marvel e la serie Ronin), ma anche ad altri celebri personaggi
(Casey Jones è una sorta di omaggio/parodia di Frank Castle/The
Punisher, il cruento giustiziere della Marvel), famosi per le loro storie violente.
Infatti, gli elementi principali che differenziano il fumetto di Eastman e
Laird dalla serie animata, sono proprio la violenza e la presenza del sangue, poiché il loro fumetto era rivolto ad un pubblico di adolescenti e non ai bambini. Durante i
combattimenti, le Tartarughe e i loro avversari sanguinano continuamente, come
efficacemente sottolineato da alcune inquadrature adottate nelle vignette dai
due autori.
Leonardo, n. 4 Granata Press |
Accade, inoltre, di vedere le armi delle Tartarughe sporche di
sangue, un dettaglio assente nei film e nella serie animata, che dona maggiore
realismo agli scontri. La caratterizzazione dei quattro protagonisti è simile a quella mostrata nel film di Steve Barron (Raffaello è
dunque un guerriero molto ribelle, individualista e impulsivo, su cui spesso si
concentra l’attenzione della narrazione), ma è soprattutto Michelangelo a
risultare diverso. Nel fumetto è tenuto spesso in disparte e, almeno nelle
prime storie, non manifesta nessun interesse per la pizza, che non viene mangiata da nessuna delle
tartarughe nelle prime storie). Le armi usate dalle quattro
tartarughe sono le stesse presenti nel cartone e nei film, mentre le fasce che
indossano sono tutte di colore rosso (le tartarughe con le fasce rosse erano
presenti anche sulla copertina del primo videogioco per il NES).
Splinter, nel fumetto originale |
Nella storia
con cui esordisce il fumetto nel maggio del 1984, a muovere gli animi
delle Tartarughe e di Splinter è soprattutto la loro volontà di vendicarsi e
uccidere Oroku Saki/Shredder. Come nel primo film, Splinter era originalmente
un semplice topo che imitava dalla sua gabbia gli allenamenti del suo padrone,
Yoshi, membro dello spietato Clan del Piede, formato dai guerrieri e assassini
più temuti di tutto il Giappone. Per amore della giovane Shen, Yoshi entra in
competizione con Oroku Nagi (assente nel film), un altro membro del Clan. Nagi
vuole a tutti i costi ottenere l’amore di Shen, al punto da aggredirla e
picchiarla violentemente quando essa afferma di amare Yoshi. Il maestro di
Splinter riesce a fermare Nagi, ma perde il proprio auto-controllo e uccide
l’aggressore. Per salvarsi dalla vendetta degli altri membri del Clan, Yoshi e
Shen lasciano il Giappone e fuggono a New York.
Baxter Stockman e April O'Neil, nel fumetto originale |
Nel corso del secondo episodio del fumetto, entrano in scena il folle scienziato Baxter Stockman (che ha la pelle nera nel fumetto, mentre nel cartone era divenuto un bianco per evitare accuse di razzismo), creatore dei Mouser (i piccoli robot mangia-topi, presenti anche nel cartone dove però erano meno letali), e la sua assistente April, che quindi non è una giornalista come nel cartone e nei film. Scoperte le vere intenzioni del suo collega, April si schiera dalla parte delle Tartarughe e le aiuta a sconfiggerlo. Un ulteriore punto di distacco rispetto al cartone, riguarda la sottotrama della ditta T.C.R.I. (creatrice del misterioso liquido disperso nelle fogne e presente anche nel secondo film, dove però il suo nome è stato storpiato in T.G.R.I. ed è gestita solo da esseri umani), al cui interno si trovano dei misteriosi alieni dall’aspetto simile al Krang della serie tv.
Tartarughe e un Mouser, n. 2 Granata Press |
Queste però sono solo alcune delle particolarità del fumetto di Eastman e Laird, nel quale è presente anche Karai, allieva di Shredder poco nota in Italia, dove la si è vista solo in qualche videogioco, nella seconda serie animata delle Tartarughe (prodotta a partire dal 2003 e trasmessa con scarso successo da Italia 1) e nel quarto film delle Tartarughe, TMNT (2007), realizzato interamente in computer grafica da Kevin Munroe. Proprio con questo film, passato inosservato in Italia, si compie un efficace riavvicinamento alle atmosfere originali di Eastman e Laird, che venne tentato anche nelle stagioni 9 e 10 della prima serie animata, rimaste però a lunghe inedite nel nostro paese fino ad una tardiva messa in onda su Italia 7 Gold.
Un curioso incontro tra le diverse rappresentazioni delle Tartarughe Ninja è avvenuto nel film tv d'animazione Turtles Forever (2009, inedito in Italia) di Roy Burdine e Lloyd Goldfine, dove le Tartarughe della prima serie tv si alleano con quelle della serie del 2003 e del fumetto di Laird e Eastman (quest'ultime disegnate in bianco e nero), per sventare gli intenti di Shredder e Krang. Di questo film, prodotto negli USA per celebrare il venticinquesimo anniversario delle Tartarughe, è visionabile il trailer a questo link.
Una nuova incarnazione cinematografica delle Tartarughe, prodotta da Michael Bay e diretta da Jonathan Liebesman, è uscita nei cinema statunitensi ad agosto 2014, in occasione del trentesimo anniversario della loro creazione.
Prima di concludere questo reportage sulle Tartarughe, un’ultima nota sul film TMNT: in esso Donatello lavora, inizialmente, come assistente telefonico - in pratica è una sorta di
impiegato del call-center di un numero verde -, stressandosi per le continue
lamentele dei clienti e perché non sembrano ascoltare e gradire i suoi
consigli. Vedere Donatello, un personaggio noto al pubblico per le sue abilità
tecnologiche e in grado di costruire sofisticati apparecchi, ridotto a svolgere
quel lavoro per cercare di guadagnare qualche soldo, rappresenta una delle più
riuscite ed efficaci metafore di quei bambini italiani degli anni ’80 che, dopo essersi laureati nelle discipline più disparate (biologia, giurisprudenza, lettere,
ingegneria, ecc..), sono costretti a mettere da parte le loro conoscenze perché
non offrono sbocchi occupazionali, divenendo dei precari
sotto-pagati di un call-center. Mai metafora fu più amara.
Anche grazie a quel riferimento alla nostra realtà contemporanea, si comprende come le Tartarughe Ninja possano ancora oggi, a tanti anni di distanza, riservare nuovi ed inaspettati spunti di interesse per i loro spettatori italiani divenuti ormai adulti, ma nelle cui menti è ancora vivo il ricordo delle avventure animate dei loro quattro beniamini col guscio.
Anche grazie a quel riferimento alla nostra realtà contemporanea, si comprende come le Tartarughe Ninja possano ancora oggi, a tanti anni di distanza, riservare nuovi ed inaspettati spunti di interesse per i loro spettatori italiani divenuti ormai adulti, ma nelle cui menti è ancora vivo il ricordo delle avventure animate dei loro quattro beniamini col guscio.
N.B. La prima edizione di questo articolo, è stata pubblicata a marzo 2010 sul sito www.fantascienza.com
Ah, ecco! Mi sembrava quello letto li! XD
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