mercoledì 3 luglio 2013

Il Terremoto in Giappone visto attraverso anime e manga (12/03/2011)



A molti di coloro che conoscono il mondo degli anime (cartoni giapponesi) e dei manga (fumetti giapponesi), e che stanno seguendo le immagini che ci giungono in queste ore dal Giappone devastato dal terremoto, può essere scattata una sorta di forma di deja-vu. Tra i luoghi colpiti dal terremoto vi è infatti la città di Tokyo, capitale e luogo simbolo del Giappone che molti di noi hanno imparato a conoscere proprio attraverso i numerosi cartoni animati che sono giunti in Italia a partire dalla fine degli anni ’70. 



Questa città che abbiamo visto rappresentata così tante volte in anime e manga, e che nelle serie coi robot giganti come Mazinga Z, Il Grande Mazinga, Goldrake, Jeeg Robot d’Acciaio, veniva così spesso distrutta, incendiata, rasa al suolo, travolta e inondata da tsunami giganteschi, lacerata da terremoti, stavolta è realmente caduta vittima di un devastante evento naturale, che ha addirittura piegato la punta della gigantesca Tokyo Tower (una delle costruzioni più rappresentative della metropoli), anch’essa ben nota a chi conosce il vasto mondo dell’animazione giapponese.

"Tokyo Magnitude 8.0" (2009)

La paura e la consapevolezza di vivere in una zona ad alto rischio sismico hanno da sempre accompagnato il popolo giapponese, spingendolo a fare lunghe ed approfondite ricerche sui terremoti, su come costruire efficacemente case e palazzi con criteri anti-sismici da rispettare rigorosamente per consentire così la salvaguardia delle persone che vivono e lavorano in quegli edifici, e investendo ingenti risorse economiche anche in campagne informative e formative su cosa fare e come comportarsi in caso di calamità naturali. Niente deve essere lasciato al caso o trascurato affinché la vita umana possa essere così tutelata il più possibile. In passato è anche accaduto più volte che in Giappone si dovessero ricostruire interi quartieri di città molto grandi a causa dei terremoti, quindi affrontando anche la successiva fase della ricostruzione post-terremoto. Tutto ciò fa di esso un vero e proprio paese simbolo, più volte indicato come esempio da seguire anche in Italia per la costruzione di edifici, per l’organizzazione delle persone in caso di calamità naturali come i terremoti e per la ricostruzione in seguito a eventi sismici. Indicazioni che ancora oggi, vista la drammatica situazione aquilana, sembrano rimanere inascoltate.

Immagine dalla serie tv "Tokyo Magnitude 8.0"

Il modo composto, civile e razionale con cui i giapponesi stanno vivendo e affrontando gli eventi sismici, ha sorpreso molte persone nel nostro paese, stupite da come i giapponesi siano in grado di auto-controllarsi così efficacemente in queste situazioni. Oltre ai già citati investimenti formativi sui comportamenti da assumere in caso di terremoti, va ricordato come, per esorcizzare la paura di così grandi catastrofi, la produzione artistica giapponese (inclusi per l’appunto anime e manga che, per la loro popolarità e diffusione nella popolazione giovanile rivestono un’importanza fondamentale per la formazione socio-culturale delle persone) ha spesso messo al centro delle proprie opere, vicende che alludessero o rappresentassero in modo esplicito i devastanti effetti che può avere una calamità naturale o un bombardamento atomico su di una metropoli come Tokyo. In questo modo, da un lato si consente alla popolazione nipponica di acquisire famigliarità con le situazioni di emergenza e facendo capire come affrontarle al meglio evitando comportamenti irresponsabili e immaturi, mentre dall’altro di esorcizzare la paura verso il ripetersi di nuove devastanti calamità. Uno degli esempi più recenti di anime legati a un terremoto, è Tokyo Magnitude 8.0 (2009). Si tratta di una serie tv in 11 puntate, ambientata a Tokyo, che narra le immediate conseguenze di un devastante terremoto di grado 8.0 della scala Richter che colpisce la metropoli nipponica. Protagonisti della serie sono Mirai, ragazzina di 11 anni, e suo fratello Yuki di 7 anni che, in seguito al terremoto, incontrano altri superstiti coi quali cercano di collaborare e spostarsi tra le macerie della città per tentare di ricongiungersi coi propri cari.

Dal manga "Violence Jack" di Go Nagai, vol. 1

Passando ad opere giapponesi del passato e più celebri nel nostro paese, segnaliamo che anche nel caso di Goldrake e dell’ep. 15 di questa serie (inedito nella prima edizione italiana trasmessa dalla Rai), era presente un tentativo del malvagio esercito di Re Vega di scatenare un devastante terremoto per distruggere l’area pianeggiante del Kanto, in cui si trova Tokyo, e uccidere così milioni di persone. Tra le opere animate e fumettistiche ideate dall’autore di Goldrake, Go Nagai, vi è tuttavia un caso emblematico di opera cartacea legata al terremoto: il manga Violence Jack. In esso, Nagai ipotizza che il 10 settembre del 197X un devastante terremoto di magnitudo 9 della scala Richter, colpisca l’area pianeggiante del Kanto, radendo al suolo tutti gli edifici, seminando ovunque morte e distruzione e trasformando Tokyo da una megalopoli di 10 milioni di abitanti a una città fantasma, formata da cumuli di macerie che non verranno mai rimosse, se non dai sopravvissuti al sisma che continuano disperatamente a vivere tra i resti di quell’area urbana. Il terremoto è talmente forte da provocare il distacco del Kanto dal resto del Giappone, trasformandolo in un’isola dove si ritrovano a vivere solo i sopravvissuti alla catastrofe (poi soprannominata “Apocalisse del Kanto”), i quali vengono abbandonati dal governo che preferisce cambiare la propria capitale e sospendere i piani di ricostruzione, dopo tre mesi di tentativi resi vani dal continuo manifestarsi di nuove scosse.

Da "Violence Jack", vol. 1

Per narrarci gli eventi infernali vissuti dai superstiti, Nagai adotta il punto di vista di Ryu Takuma, un bambino della quinta elementare di una scuola di Tokyo che, alle 13.30 di quel giorno, è ancora a scuola quando si avverte la prima devastante scossa del terremoto. Disubbidendo agli ordini dell’insegnante, Ryu non si rifugia sotto il suo banco, ma cerca di scappare fuori dall’aula, venendo sbalzato dalla forza del terremoto contro la parete del corridoio. Il pavimento crolla sotto i suoi piedi, facendolo cadere al piano di sotto, ma avvicinandolo alla scala anti-incendio esterna. Ryu è così il primo a scendere i gradini per raggiungere il piano terra, ma durante la discesa una nuova scossa provoca il distacco della scala dall’edificio. Essendo il più vicino al terreno, Ryu riesce a cavarsela solo con qualche ferita, ma fa appena in tempo ad alzare la testa per vedere i corpi degli altri studenti sfracellarsi al suolo. Scioccato da quella vista, Ryu corre via, chiamando aiuto e invocando la propria sorella maggiore Yuri, ma ben presto si rende conto che è solo, circondato dalle rovine di quello che un tempo era il suo quartiere.

Da "Violence Jack", vol. 1

La forza del racconto di Nagai sta nel descrivere il cammino di Ryu tra le macerie, in un modo così efficace da rendere partecipe il lettore alla tragedia che si sta consumando. Mentre durante la visione di un telegiornale uno spettatore si trova ad assistere a rapidi filmati che mostrano solo brevemente e parzialmente (o a volte evitano accuratamente) le devastanti conseguenze di un bombardamento o di un terremoto su una città, Nagai ci racconta per pagine e pagine cosa significa per un individuo dover affrontare una situazione del genere, cercando di sopravvivere all’orrore della devastazione improvvisa e di ricongiungersi con la propria famiglia.

Da "Violence Jack", vol. 1

Nel proseguo del racconto, infatti, vediamo Ryu deciso a tornare a casa per vedere se la sua famiglia è ancora viva, mentre è costretto a correre vicino a cadaveri mutilati e muri di fiamme, ignorando (con le lacrime agli occhi) le richieste di aiuto di alcune persone intrappolate sotto le macerie (“Mi perdoni! Non avrei la forza di tirarla fuori, sono solo un bambino! E devo pensare alla mia famiglia!”). A un certo punto Ryu si trova vicino a una ragazza (che gli ricorda Yuri) sofferente sotto alcune travi e non riesce a ignorarne le urla. Faticosamente riesce a estrarla da là sotto, ma si rende subito conto che quello che ha tra le mani è il corpo ormai senza vita di una ragazza rimasta orrendamente mutilata. Da un momento all’altro la morte può colpire anche i pochi sopravvissuti e ora sia Ryu, sia il lettore, ne sono consapevoli. L’apocalittica esperienza del bambino continua ancora per decine di pagine, mostrando il fortuito incontro tra Ryu e Yuri e la conseguente consapevolezza, da parte dei due fratelli, di aver perso tutti gli altri componenti della propria famiglia. Ora che sono insieme i due ragazzi cercano di procurarsi del cibo, senza però farsi coinvolgere in violenti scontri con altri superstiti affamati e litigiosi.

Da "Violence Jack", vol.1

Il giorno seguente, anche Yuri perde la vita nel tentativo di salvare Ryu. Prima di morire però, la ragazza riesce a dire al fratello che d’ora in poi sarà solo, spingendolo a non darsi mai per vinto e ad essere forte, affrontando anche i momenti più duri e dolorosi. Lui deve vivere per sé stesso e per tutte le persone che sono morte nel tentativo di aiutarlo. Quelle parole scuotono a fondo Ryu, che ora è consapevole di quanto sia preziosa la vita e di come si debba combattere ogni giorno per continuare a vivere, senza mai darsi per vinti. Ryu non si lascia travolgere e distruggere mentalmente da quelli orribili eventi, ma riesce a trovare la forza in sé stesso per reagire e continuare a vivere con coraggio e determinazione. Il messaggio lanciato da Nagai è chiaro: qualunque evento tragico o drammatico vi colpisca, dovrete comunque trovare la forza dentro di voi per reagire in modo immediato e continuare a vivere per tutte quelle persone care che avete perso, e che hanno fatto tanto per voi.


È quindi da opere come Tokyo Magnitude 8.0, Violence Jack e come da tanti altri manga e anime ancora oggi bistrattati nel nostro paese, che potrebbero esserci fornite ottime chiavi di interpretazione e comprensione della società nipponica, inclusa quella stupefacente capacità di affrontare con enorme civiltà e organizzazione, quei tragici momenti che stanno accadendo in queste ore.

N.B. Prima pubblicazione: 12/03/2011 su www.ilcapoluogo.it, in seguito al terremoto che l'11/03/2011 colpì il Giappone. L'articolo venne scritto quando ancora non si era al corrente della situazione alla centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi.

Un approfondimento sulla serie Tokyo Magnitude 8.0 è disponibile in questo articolo del blog, mentre un articolo sul manga ad essa correlato, 51 modi per salvarla di Usamaru Furuya, si trova qui.
Per informazioni storiche sul devastante terremoto che colpì Tokyo nel 1923, si può consultare questo articolo del blog, dove è riportata la testimonianza del regista Akira Kurosawa, che visse quel sisma in prima persona.

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