lunedì 29 luglio 2013

Django e lo spaghetti western nei fumetti e nell'animazione giapponese



Per capire come mai i western italiani siano diventati molto popolari in Giappone, è importante ricordare che il film La sfida del samurai (Yojimbo, 1961) di Akira Kurosawa, venne preso come modello di riferimento da Sergio Leone per la creazione di Per un pugno di dollari (1964), la pellicola che lanciò in tutto il mondo gli “spaghetti-western”, popolari anche in Giappone col nomignolo di “macaroni-western”. È molto probabile che sia stata la matrice orientale alla base del western di Leone, a favorire la diffusione e la popolarità di questo filone cinematografico nel paese del Sol Levante.


La sfida del samurai

Oltre ai film di Leone, anche Django (1966) di Sergio Corbucci ottiene un enorme e intramontabile gradimento in Giappone, al punto che il regista nipponico Takashi Miike 
ne gira nel 2007 una sorta di prequel, intitolato Sukiyaki Western Django, a cui partecipa anche Quentin Tarantino in un piccolo ruolo come attore.

Locandina del film di Takashi Miike, ispirato a Django

Molto prima dell'interessamento di Miike, il film di Corbucci interpretato da Franco Nero aveva suscitato l’attenzione di alcuni fumettisti nipponici, come Go Nagai, autore celebre in Italia per aver ideato le serie tv d'animazione con protagonisti robot giganti come Ufo Robot Goldrake ("UFO Robot Grendizer", 1975-1977, aka "Atlas Ufo Robot"), nella quale vi sono diversi elementi western ben evidenti, come la fattoria Betulla Bianca dove vivono i protagonisti.


Macaroni, con pistola e cappello.
Locandina del primo film di Harenchi Gakuen (1970)

Un primo omaggio di Nagai agli spaghetti-western, proviene dal suo manga umoristico Harenchi Gakuen (lett. “Scuola senza pudore”, titolo internazionale "Shameless School"), realizzato a episodi tra il 1968 e il 1972 per la rivista settimanale Shonen Jump della casa editrice Shueisha, ma pubblicato in Italia solo molti anni dopo, grazie alla J-Pop che lo ha editato col titolo "La scuola senza pudore" tra il 2015 e il 2016 in 6 volumi.


Primo volume dell'edizione italiana di Harenchi Gakuen curata da J-Pop

In quest’opera, ambientata in una scuola elementare e in particolare in una classe di sesta elementare (equivalente della prima media italiana), è presente l’insegnante di origini italiane “Macaroni” (omosessuale, con tendenze pedofile), figura con cui Nagai omaggia ironicamente i western nostrani. Macaroni appare anche nel primo adattamento cinematografico, con attori, di questo manga. Prodotto nel 1970, Seishun kigeki Harenchi Gakuen (inedito), mostra l’entrata in scena del prof. Macaroni (vestito con cappello e poncho) su di un cavallo a cui è legata una bara, dentro cui sono celati i pezzi di un’attrezzatura ginnica.


Vhs nipponico del primo film di Harenchi Gakuen
(fonte)

Sempre nel 1970, Go Nagai realizza un provocatorio "finale" di Harenchi Gakuen (presente all'interno del terzo volume dell'edizione J-Pop) passato alla storia del fumetto giapponese, in risposta alle accuse che gli erano state rivolte da giornalisti, lettori, edicolanti, associazioni di genitori e insegnanti, per via dei contenuti del suo manga, ritenuti diseducativi, immorali e perversi dai suoi contestatori.


Il gruppo di insegnanti della scuola di Harenchi Gakuen
Dalla sequenza d'apertura a fumetti del primo film ispirato al manga di Go Nagai

In questo "finale" si assiste a un vero e proprio conflitto bellico, 
soprannominato "Grande Guerra Senza Pudore" e composto da oltre 260 pagine, tra i personaggi della scuola e una sorta di feroce esercito fascista della censura e dell'educazione, guidato da un anziano e fanatico ufficiale militare vestito da samurai, che aveva preso parte alla seconda guerra mondiale senza poi mai pentirsene o redimersi, secondo il quale "basta che ci sia un grande ideale e qualunque strage è ammessa", e "coinvolgere [bombardando] persone che non c'entrano alcunché è la parte migliore della guerra".

L'anziano ufficiale a capo dell'esercito della censura.
Dal terzo volume dell'edizione italiana del manga di Go Nagai.

Macaroni giunge sul campo di battaglia, con la sua bara, ispirandosi a Django

Macaroni vuole vendicare la Scuola senza pudore italiana, distrutta due anni prima in Italia.

Nel corso del "finale" anche Macaroni (detto "Macaroni The Kid") prende parte agli scontri, cercando di emulare la strategia del protagonista di Django, nascondendo una potente mitragliatrice dentro a una bara, ma il suo piano purtroppo fallisce per via del fatto che ha portato con sé sul campo di battaglia la bara sbagliata, al cui interno si trova uno scheletro, una circostanza che consente all'esercito nemico di ucciderlo senza troppe difficoltà, alludendo così al finale di un altro "spaghetti-western" di Sergio Corbucci, Il grande silenzio (1968), nel quale il protagonista positivo viene ucciso dai suoi nemici.


Macaroni e la bara sbagliata.
Dal terzo volume dell'edizione italiana di Harenchi Gakuen

Locandina giapponese del film Il grande silenzio
(fonte)

Harenchi Gakuen
non è l'unica opera in cui è presente Macaroni, visto che lo ritroviamo, insieme ad altri protagonisti di quel manga, anche nella storia "La discesa del demonio", presente nei volumi 18-19 dell'edizione d/visual del manga Violence Jack (1973-2008), un fumetto per adulti in cui è evidente l'influenza degli "spaghetti-western" nella caratterizzazione di molti personaggi, in perenne bilico tra bene e male.


Macaroni, nel manga Violence Jack
Dal vol. 18 dell'edizione italiana curata da d/visual

Nagai, infatti, si rifà ai western italiani soprattutto per lo sviluppo di molti dei personaggi che popolano i suoi manga rivolti ad un pubblico adulto, dove i protagonisti sono spesso figure molto ambigue, che vivono in mondi cruenti e drammatici che li costringono a ricorrere all’uso della violenza per sopravvivere (come la Tokyo post-terremoto di Violence Jack), proprio come accade a tanti protagonisti dei western nostrani. Una concezione manichea che separa nettamente il bene dal male è dunque assente da molte opere nagaiane, tra le quali ricordiamo il
 manga fanta-western Burai The Kid (1977-1978, inedito), il cui titolo allude alla leggendaria figura del fuorilegge Billy The Kid.

Burai The Kid

Personaggi e atmosfere che rimandano agli spaghetti-western, sono presenti anche nella recente serie tv Shin Mazinger Z (aka Mazinger Edition Z: The Impact!, 2009, ispirata alla storia del robot Mazinga Z ideata da Nagai nel 1972), dove tra i protagonisti principali troviamo una misteriosa donna chiamata Tsubasa Nishikiori, a capo di alcune ambigue figure come un uomo chiamato Django – dall’aspetto di un pistolero –, le quali si riveleranno di grande importanza nell’aiutare il protagonista Koji Kabuto nella sua lotta contro il Dr. Hell.

Django in Shin Mazinger Z (2009)

Un ulteriore riferimento nagaiano al film Django è presente all'interno del secondo episodio della serie animata OAV Shin Getter Robot vs. Neo Getter Robot (2000-2001), durante il quale un personaggio, Jack King il pilota del robot americano Texas Mack, estrae da sottoterra una bara al cui interno è nascosta
 un'arma molto potente.

La bara usata da Jack King e dal suo robot Texas Mack
Dal secondo OAV di Shin Getter Robot vs. Neo Getter Robot

Oltre a Nagai, un altro autore influenzato dal western all'italiana è Leiji Matsumoto, creatore di Capitan Harlock, personaggio le cui avventure presentano sempre risvolti western. Basti pensare che nella prima serie tv dedicata a quel fantascientifico anti-eroe (prodotta nel 1978-1979), il lungo flashback dell’ep. 30 che ne riguarda il passato, è ambientato in uno scenario western, dove Harlock e il suo amico Tochiro Oyama sono due fuorilegge.

Gun Frontier vol. 2, edizione nipponica

Quei due personaggi erano apparsi anche in un precedente manga di Matsumoto, chiamato
Gun Frontier (1972-1975, edito in Italia da Goen-RW Edizioni nel 2012/2013), da cui è stata tratta anche una serie animata nel 2002, composta da 13 episodi. In questo fumetto western intriso di erotismo, si raccontano le avventure di Tochiro e Westerner Franklin Harlock Jr., due anti-eroi che sono rispettivamente abili con l’uso della katana e della pistola, riunendo così in un’unica opera le originali figure interpretate da Toshiro Mifune e Clint Eastwood all’origine degli "spaghetti-western".

In Gun Frontier, Tochiro e Harlock sono due fuorilegge che vagano per il West alla ricerca dei loro connazionali nipponici sopravvissuti al massacro di una cittadina chiamata Yellow Creek. Nel loro viaggio, i due protagonisti si scontrano spesso con personaggi che nascondono la loro perfidia dietro un aspetto positivo e rispettabile, incontrando perfino un personaggio che, similmente a La sfida del samurai e Per un pugno di dollari, cerca di far scontrare mortalmente fra loro gli appartenenti a tre città.

Cofanetto dvd della serie animata giapponese ispirata al manga di Leiji Matsumoto

Oltre a tutto questo, si segnala come Leiji Matsumoto sia l'autore di un adattamento fumettistico (pubblicato nel 1967 dalla casa editrice Akita Shoten) del film western italiano I cinque della vendetta (1966) diretto da Aldo Florio, con la presenza di Aristide Massaccesi (meglio noto come "Joe D'Amato") come operatore di ripresa. Il lungometraggio italiano è noto negli USA col titolo inglese "Five Giants from Texas", ripreso nella copertina dell'edizione giapponese del manga di Matsumoto. Del fumetto esiste un'edizione italiana, curata dall'Associazione Culturale Leiji Matsumoto nel 2018, a cui ho preso parte con un articolo di approfondimento sul film di Aldo Florio e sui legami esistenti tra i western italiani e il cinema giapponese. Ho inoltre provveduto a segnalare l'edizione italiana del manga alla redazione della rivista Nocturno Cinema, che sul proprio sito web ne ha pubblicato una recensione firmata da Stefano Tevini, consultabile a questo link.

(fonte)
(fonte)
Edizione italiana del manga






Edizione giapponese del manga di Leiji Matsumoto
(fonte)

Proseguendo con questa panoramica, ricordiamo i riferimenti al cinema di Leone e a Django presenti massicciamente nella serie tv fantascientifica Gordian (1979-1981), dove il protagonista Daigo Otaki, insieme ad una pantera robotica chiamata Clint (probabile omaggio a Eastwood), vive una lunga serie di avventure in uno scenario futuribile dalle atmosfere western, incontrando personaggi come l’ambiguo pistolero Cross-Cross, responsabile della morte del padre del protagonista, ma pronto anche ad accorrere in suo aiuto, nascondendo una potente arma da fuoco all’interno di una bara (ep. 41). Cross-Cross è un mercenario che appare più volte nel corso della serie e, quando è in scena (ad es. nell'ep. 2), è solitamente accompagnato da un brano strumentale che ricorda le musiche composte da Ennio Morricone per i film di Leone. Inoltre, quando Cross-Cross affronta in duello Daigo nel finale dell'ep. 20, la regia offre una dilatazione temporale e delle inquadrature degne di Leone, con i due avversari posti uno di fronte all'altro, alternando i primi piani dei due personaggi e delle loro mani che attendono di estrarre la pistola.


Daigo Otaki, protagonista di Gordian

Per concludere, segnaliamo la serie animata Sam il ragazzo del west (1973-1974), basata su un manga di Soji Yamakawa e Noboru Kawasaki, nella quale il protagonista, dopo essersi ribellato alla banda criminale che l’ha allevato e spinto ad uccidere, va alla ricerca del proprio padre, cercando di riscattarsi e vivendo avventure in cui vi sono numerosi riferimenti al western italiano, come la presenza di un personaggio (ep. 14) che, come Django, nasconde una mitragliatrice in una bara.

Sam, il ragazzo del West

P.S. Durante la sua visita all'edizione 2016 di Romics, Go Nagai ha colto l'occasione per ribadire la sua passione per gli spaghetti western e per l'attore italiano Franco Nero (il protagonista di Django), come raccontato in questo articolo firmato da Edoardo Sassi.

N. B. La prima pubblicazione di questo articolo è avvenuta all'interno del dossier n.3 (dicembre 2012) della rivista Taxi Drivers, dedicato al film Django Unchained (2012) di Quentin Tarantino. Il dossier è reperibile gratuitamente a questo link.
Riguardo al forte legame esistente tra Quentin Tarantino e il cinema di genere italiano, si segnala questo video di YouTube dove è presente un estratto della seconda conferenza stampa che Tarantino tenne nel corso della
61ª Mostra del Cinema di Venezia (2004), in occasione della retrospettiva "Storia segreta del cinema italiano - Italian Kings of the B's". Grazie alla pubblicazione di quel video, si sono creati i presupposti che mi hanno dato la possibilità di intervistare lo sceneggiatore Ernesto Gastaldi, che ha lavorato a celebri western italiani come I giorni dell'ira ("Day of Anger", 1967), e come Il mio nome è Nessuno ("My Name is Nobody", 1973). L'intervista a Gastaldi è disponibile a questo link. Per informazioni sui film western italiani preferiti da Quentin Tarantino, si segnala invece questo articolo del blog.
Si segnala inoltre l'approfondimento su Dario Argento disponibile a questo link, dove sono riportate le sue dichiarazioni sul suo coinvolgimento nella creazione del film C'era una volta il West (1968) di Sergio Leone, e sulle altre sceneggiature da lui scritte, come nel caso dei western italiani Oggi a me... domani a te! (titolo inglese: "Today We Kill... Tomorrow We Die!", 1968), e Un esercito di 5 uomini ("The Five Man Army", 1969), entrambi accomunati dalla presenza di attori giapponesi.

1 commento:

  1. Quante cose sto scoprendo , grazie a te , dell' animazione giapponese .

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